Tutto quello che poteva andare storto è andato storto. In meno di quattro giorni, il Tesoro ha perso il sostegno dei piccoli risparmiatori e il Governo ha incassato una bocciatura da parte della Commissione Europea. Con tutta questa carne sul fuoco, la reazione dei mercati poteva essere decisamente più brusca.
I piccoli risparmiatori si prendono una pausa dal BTP Italia
A pensarci bene non poteva essere altrimenti. Da inizio anno, la crescita dei rendimenti dei titoli italiani, in netta controtendenza rispetto al resto della zona euro, ha causato non pochi danni ai portafogli dei risparmiatori. Nello stesso periodo, il merito creditizio del debito pubblico ha incassato il taglio di rating da parte di Moody’s e l’abbassamento dell’outlook da Standard and Poor’s. Se il giudizio delle agenzie di rating era ampiamente atteso, la diffidenza dei piccoli risparmiatori va presa sul serio e si aggiunge al coro degli investitori esteri che da inizio anno hanno ridotto l’esposizione ai titoli di debito pubblico per 24 miliardi di euro.
La Commissione Europea contesta la traiettoria del debito
La Commissione Europea ha deciso di bocciare definitivamente il Documento Programmatico di Bilancio e contesta al Governo italiano la traiettoria di riduzione del debito, avviando così la premessa per la procedura d’infrazione. Ora, l’iter della “raccomandazione” è – largo circa – il seguente:
- il direttore del Tesoro italiano ha circa 15 giorni per rispondere;
- con la risposta in mano, il documento passa all’Eurogruppo (composto dai ministri delle Finanze europei);
- successivamente, tocca al Consiglio Europeo (composto dai capi di Stato) decidere se avviare la procedura d’infrazione.
La decisione definitiva sull’Italia è rimandata a gennaio, perciò il Governo ha tutto il tempo per trovare un compromesso e l’appoggio politico che gli serve per fronteggiare il prossimo Consiglio Europeo.
Nei prossimi mesi a complicare la faccenda (e il rischio Italia) ci potrebbe pensare la crescita del PIL. Secondo la stima preliminare, nel terzo trimestre non c’è stata alcuna crescita e, considerando i dati poco incoraggianti sul commercio internazionale e sulle indagini dei direttori d’impresa, il quarto trimestre potrebbe finire nello stesso modo. A questo punto, il Governo sarebbe costretto a rivedere pesantemente le proprie previsioni per il biennio 2018-2019, che al momento sono decisamente superiori a quello che sostengono i principali centri internazionali e gli analisti di mercato. La fiducia si conquista confrontandosi con la realtà.
Per quanto i rendimenti dei titoli di Stato italiano siano in relativo interessanti, le incertezze sul fronte dei rischi rimangono al momento troppo alte per poterne approfittare.
Per approfondire:
– L’Italia e gli iceberg: guida per naviganti risparmiatori
– Legge di Bilancio alle porte: cos’è e a cosa serve
– Cosa succede ai BTP se i tassi salgono (o scendono)?
– #ABCFinanza: quando la società è a rischio