L’Occidente e l’Unione Europea hanno imposto delle sanzioni alla Russia.
E in modo piuttosto prevedibile, conoscendo la psicologia del Presidente russo Vladimir Putin, la Russia ha risposto con delle controsanzioni.
Precisamente, Mosca ha imposto un embargo sui prodotti agro-alimentari provenienti da UE, Stati Uniti, Australia, Canada e Norvegia. L’embargo durerà un anno a partire da giovedì 7 agosto.
La dichiarazioni provenienti dalla Commissione UE, che si riserva “il diritto di agire in modo appropriato”, mostrano chiaramente che ci troviamo già nel bel mezzo di una trade war, una guerra commerciale internazionale: niente di buono per l’economia italiana.
I legami commerciali tra Italia e Russia
Secondo i dati dell’ICE (l’Istituto per il Commercio Estero), nel 2013 l’Italia era il 5° fornitore mondiale di prodotti della Russia, avendo esportato per prodotti per un valore di 10,4 miliardi di euro (+4,7%). I prodotti agro-alimentari e le bevande rappresentavano il 10% circa dell’intera quota. Quindi, con un primo rozzo conteggio, l’impatto sull’economia italiana potrebbe avere come ordine di grandezza 1 miliardo di euro. Ma sarà qualcosa in meno, probabilmente, perché l’embargo russo non pare riguardare i prodotti per bambini e gli alcolici. E, visto il rapporto molto sereno dei russi con gli alcolici, fortunatamente per l’Italia, vini, spumanti e liquori rappresentano un 16% abbondante dell’export agroalimentare italiano verso la Federazione Russa, poco meno di 400 milioni di euro l’anno, dei quali 260 fanno capo a vini e spumanti.
Insomma, Bacco darà una mano all’Italia, se non variano i termini dell’embargo.
Nel grafico, vediamo i dati completi sull’export tra Italia e Russia nel 2013, per capire quali settori dell’export italiano sono più a rischio.
Ma l’embargo potrebbe anche sortire altri effetti sull’Eurozona e sulla Bce.
Se Putin dà una mano a Draghi
Comunque lo si guardi, l’impatto dell’embargo russo è serio. E non solo in Italia: l’ultimo dato tedesco sulla produzione industriale (-0,5% a/a) e gli ordini all’industria (-2,4% a/a) mostrano che la Germania sta incominciando a temere l’inasprirsi della crisi tra Russia e Occidente.
In tutto ciò c’è un fatto positivo, secondo noi: se la crisi commerciale e politica dovesse inasprirsi, con impatti su mercati finanziari ed economia, la BCE potrebbe avere più spazio d’azione per spingere l’asfittica economia dell’Eurozona. Finisce che Vladimir Putin diventa il miglior amico di Mario Draghi…
doroty / Febbraio 26, 2022
gli devono dare l’embargo
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