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Attentati di Parigi, qual è la reazione dei mercati?

Noi di AdviseOnly parliamo spesso nei nostri articoli di rischi geopolitici: sembra un termine astratto, ma non lo è: i fatti di Parigi sono un tragico esempio di una loro manifestazione.

Le notizie si intrecciano e rimbalzano. AdviseOnly prova a fare una sintesi per capire meglio i possibili impatti a breve e medio termine di questi avvenimenti, analizzando anche cosa è successo in passato in situazioni analoghe.

Reazione immediata dei mercati

L’attacco è avvenuto nel weekend, quindi  oggi è il giorno di prova per i mercati finanziari. Le Borse asiatiche ormai sono chiuse e se Giappone (-1,04%) e Australia (-0,94%) sono state caratterizzate dal segno meno, il tragico evento non sembra aver toccato la Cina, che ha chiuso la giornata con un +0,48%.

Spostandoci in Europa, come era prevedibile, i mercati hanno aperto tutti in territorio lievemente negativo, ma stanno progressivamente recuperando dai minimi dell’apertura, tornando in area positiva. Il FTSEMIB attualmente guadagna lo 0,33%; il DAX +0,25% e l’Eurostoxx50 +0,30%. I futures americani sono positivi, il derivato sull’S&P500 è in rialzo dello 0,25% e quello sul Nasdaq dello 0,24%.

A Parigi la Borsa è aperta, il CAC40 ha segnato subito in apertura un -1% ma, come tutti gli altri indici europei, il punto di minimo è stato proprio l’apertura e ora, dopo un graduale recupero, la Borsa si trova in territorio positivo e segna +0,08%.

Non ci sono stati grandi movimenti sul mercato obbligazionario; il rendimento del titolo decennale francese gira intorno a 0,87% e nel corso della giornata ci sono stati movimenti nell’ordine di 0,02 punti percentuali. Lo spread BTP/Bund è fermo a 100,94 punti.

Da segnalare la performance dell’oro, che attualmente guadagna circa un punto percentuale dopo la precedente settimana segnata dai ribassi.

Effetti sui mercati dopo altri attacchi terroristici

Come si sono comportati i mercati in passato, in occasione di eventi simili? Durante i più importanti attacchi terroristici degli ultimi 10 anni, la reazione dei mercati è stata piuttosto intensa, ma di breve durata.

Dopo l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre, il mercato azionario USA chiuse per una settimana. Nelle cinque sedute successive alla riapertura perse oltre l’11%, per poi recuperare in meno di 20 giorni di scambi. Sia il dollaro USA che il bond decennale tornarono ai valori pre-attacco in poco più di un mese. Il prezzo del petrolio (Brent) salì del 5,5% per poi ripiegare in 5 giorni.

Durante gli attacchi di Madrid e Londra, la reazione fu meno intensa rispetto all’11 settembre e i mercati recuperarono ancora più velocemente.

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Impatto a medio termine

Dunque la storia ci insegna che, probabilmente, l’impatto di questi attacchi terroristici, per quanto tragici e drammatici, è di breve periodo.

È utile però pondere se e come gli attentati di Parigi possano innescare una serie di azioni e reazioni in grado di cambiare il quadro geopolitico, con un effetto sui mercati finanziari e sui risparmi degli italiani. In altri termini, occorre andare a guardare agli effetti a più lungo termine.

Innanzitutto va chiarita la situazione geopolitica. Molti affermano che l’ISIS (o ISIL, o SIC, cioè State of the Islamic Caliphate, sono tutti sinonimi) stia facendo guerra all’Occidente. La verità è che la guerra è principalmente tra musulmani e l’obiettivo degli attentati di Parigi è terrorizzarci, per tenerci fuori dal conflitto in Medio Oriente.

Infatti, il vero obiettivo dell’ISIS è controllare l’area, abitata prevalentemente dai sunniti, che si trova tra Siria e Iraq (area nella quale sono presenti anche altre minoranze etniche e religiose) e, più a lungo termine, creare un califfato su tutto il mondo islamico. L’Iraq settentrionale è un area economicamente importante, è ricco di petrolio (si veda qui la cartina pubblicata da repubblica.it) e i combattimenti finora si sono concentrati nei pressi degli obiettivi strategici petroliferi (oleodotti e raffinerie). Ci stanno dicendo: occidentali, europei, state fuori da questo. L’attentato avviene in un momento in cui l’ISIS non è messo benissimo, nella guerra per il territorio in questione. È dunque una guerra politica, e non di religione, come molti ingenui pensano, benché sia attuata manipolando la religione e i suoi segni.

Occorre perciò capire se questo attacco sia in grado di provocare una pericolosa escalation nel Medioriente. Difficile dirlo oggi, anche se appare piuttosto improbabile, visto che il conflitto c’è da tempo e non è cosa nuova il coinvolgimento dell’Occidente. Si può solo monitorare il fenomeno, e osservare come l’Occidente e la Russia gestiranno il focolaio siriano.

Alcuni analisti sono inoltre preoccupati dell’impatto dell’attacco sull’economia francese: il Governo sarà più concentrato sulla sicurezza, ci sarà un calo della domanda e una riduzione della spesa in consumi. Basti pensare al calo di turisti e alla spesa per il tempo libero. Gli effetti si sentirebbero anche a livello europeo.

Come abbiamo visto dunque, gli attentati di venerdì non avranno probabilmente un impatto dirompente di lungo termine (almeno) sui mercati finanziari: la loro forza distruttiva è andata a colpire altrove.

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