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Se anche l’elezione di Obama dipendesse dalla Germania…

Per la terza volta nella storia moderna il destino dell’Europa potrebbe dipendere dalla Germania. Tutti gli occhi del mondo, da mesi, sono puntati sul membro più solido e forte dell’Unione; solo con una politica conciliante verso i Paesi meno virtuosi (Italia inclusa) e con una aiuti economici si potrebbe venire a capo del “corto circuito” comunitario.

Per capire l’atteggiamento della Germania, forse, dovremmo conoscere il modo di ragionare del popolo tedesco. Prendiamo la filosofia freudiana (Freud era austriaco in realtà, ma incise profondamente in Germania): due sono le qualità dell’“agire sensato” secondo lo psicologo e quindi secondo la mentalità pangermanica; chi agisce con intelligenza agisce con prudenza “Klugheit” e con capacità di azioneLeistung”.

Su questo binomio si basa il richiamo di Obama nei confronti della Merkel e quindi del popolo tedesco.

  1. Pro-Klugheit: continuare a rimanere sulle proprie posizioni mentre l’Europa crolla; richiama alla memoria certe impostazioni militari germaniche votate alla morte e rende la Germania un socio instabile per l’amministrazione Obama.
  2. Pro-Leistung: oltre a capire il problema, i Tedeschi devono aiutare le istituzioni dell’Eurozona ad agire per tempo.

Evitare un atteggiamento e un decisionismo tedesco potenzialmente distruttivo e lontano dalla prima opzione e soprattutto dalla seconda, renderebbe anche le future elezioni di Obama a rischio, a maggior ragione dopo la pubblicazioni degli ultimi dati macroeconomici americani (segnatamente il numero di disoccupati).

Probabilmente la “carta” di aiuto nei confronti della Germania e di tutta l’Eurozona sembra al momento l’unica che possa dare a Obama la possibilità di una vittoria casalinga, richiamando alla memoria l’”agire illuminato” dell’amministrazione Kennedy proprio nei confronti dell’Europa, all’epoca alle prese con la Guerra Fredda.

La Casa Bianca potrebbe decidere di muoversi “all’americana” e quindi invertendo l’ordine dell’agire disciplinato e intelligente “alla tedesca”: prima si parlerà di tempistica e poi di gestione del problema. Come correttamente ha fatto notare George Soros al Festival dell’Economia di Trento, l’Europa ha circa 100 giorni di tempo per risolvere la situazione; lo speech è stato a inizio giugno, questo significa che ad inizio settembre l’UE deve aver  trovato (e attivato) le soluzioni.

Le elezioni americane di novembre, per essere impostate correttamente, necessitano dell’attivazione di un corridoio di discussione con la Germania almeno a partire da metà luglio e quindi la finestra di supporto USA al mercato Europeo è di 40 giorni, inferiore ai 100 di cui parla Soros.

In questo lasso di tempo i richiami al Klugheit + Lesistung aiuteranno costantemente anche il rafforzamento degli indici azionari, a partire proprio dal Dax di Francoforte, Poi però, se dopo la metà di luglio nulla dovesse emergere, gli effetti potrebbero essere di altro tenore; i mercati finanziari dovranno scontare anche gli effetti negativi per l’amministrazione Obama, magari posticipando il panic selling sulla scadenza di Soros e, di conseguenza, apportando pressione sui Paesi periferici e la Francia, con gli spread in crescita e con l’euro contro il dollaro.

Confidiamo nella razionalità.

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