Nel mese di marzo la produzione industriale della zona euro ha subito un duro colpo, registrando un calo dello 0,8% rispetto a febbraio.
La locomotiva europea rallenta (ancora)
Nel mese di marzo la produzione industriale della zona euro ha subito un rallentamento: rispetto a febbraio il calo è stato dello 0,8%, un dato che ha deluso le aspettative degli analisti, i quali prevedevano una lettura sostanzialmente invariata mese su mese. La contrazione si riduce a -0,5% se si considera l’Unione Europea a 28 Paesi.
Il calo è dovuto principalmente alla flessione registrata dalla produzione dei beni non durevoli (-1,9% m/m per la zona euro), dei beni capitale (-1,1% m/m) e di quelli intermedi (-0,8%). A poco è servito il balzo in avanti del settore energy (+2% m/m).
Domani uscirà il secondo dato preliminare sul PIL della zona euro, che non dovrebbe risentire di questo dato negativo e dovrebbe essere confermato a +0,6% rispetto al trimestre precedente. Vedremo.
La Germania arranca
Duro colpo anche per la Germania. La produzione industriale tedesca è crollata nettamente al di sotto delle attese scendendo dell’1,3% rispetto al mese di febbraio, soprattutto a causa della flessione del settore delle costruzioni che, a gennaio e febbraio, aveva beneficiato di un clima più mite del previsto. Note negative anche per la Francia, dove a marzo la produzione industriale è scesa dello 0,3% rispetto al mese precedente: anche in questo caso il dato è decisamente inferiore rispetto alle attese degli operatori, che intravedevano una crescita dello 0,7%.
E la nostra Italia?
A marzo il dato sulla produzione industriale in Italia è rimasta stabile rispetto al mese precedente (variazione dello 0,0%), un andamento lievemente peggiore rispetto alle attese degli analisti, che stimavano una “piccola crescita” dello 0,2% -ma senza dubbio migliore rispetto al secco -0,7% registrato a febbraio.