Guardare all’andamento delle piazze finanziarie potrebbe essere un primo approccio utile per avere una panoramica complessiva di come sta andando il mercato, tuttavia si tratterebbe di una panoramica solamente parziale. Per avere un punto di vista più completo può essere utile scomporre il dato della performance, osservandola in base ai risultati prodotti dai diversi settori che compongo un indice azionario.
Abbiamo così deciso di esaminare uno dei principali indici azionari mondiali, l’MSCI World. Questo da inizio anno è cresciuto di circa il 6% (in Euro), un risultato positivo, frutto della positiva dinamica di quali settori?
Finanziario, tecnologico ed energetico. Questi sono i tre settori più importanti (in termini di peso) per il mercato azionario mondiale rappresentato da questo indice. Niente di nuovo quindi: il settore tecnologico è il re indiscusso della crescita degli ultimi anni, il petrolio spinge l’energetico grazie ai positivi effetti delle scelte dell’OPEC e alle turbolenze in Iran e Venezuela; in calo il finanziario che, anno dopo anno dalla crisi del 2008, ha perso importanza.
Non solo performance: cosa ci dicono le valutazioni?
Tuttavia la performance da sola può non bastare a capire lo stato di salute di un mercato. Ampliamo quindi l’analisi osservando anche l’andamento delle valutazioni, cercando di capire dai numeri che emergono dai bilanci delle società se dietro una buona performance si nasconde qualche pericolo di una bolla speculativa, o se dietro un risultato negativo emerge qualche opportunità. Per farlo confrontiamo due indicatori diversi tra loro e complementari: il fattore momentum, riguardante la performance, e il fattore value, che guarda ai valori fondamentali di bilancio.
Leggiamo insieme il grafico. La maggior parte dei settori si trova nei quadranti di destra del grafico: questo sta ad indicare che le valutazioni derivate dai bilanci individuano settori un po’ più cari rispetto alle proprie medie storiche. Al contrario, a sinistra troviamo i settori considerati “a sconto”, dato che le valutazioni risultano negative. Opposto al fattore value, il momentum risulta decisamente più eterogeneo: alcuni settori (in primis tecnologico e energetico) hanno un ottimo momentum, male invece il settore delle telecomunicazioni e dei beni durevoli.
[accordion title=” Per saperne di più sul metodo di valutazione”] Con l’analisi multicriteria sintetizziamo in un’unica matrice gli indicatori quantitativi che ci permettono di fare una prima scrematura sulle opportunità di mercato offerte dalle varie asset class: azioni, obbligazioni e materie prime; ognuna analizzata in base a quattro criteri:- rapporto prezzi/fondamentali (criteri Value);
- momentum a breve e medio termine;
- analisi del rischio sistemico;
- contesto economico.
In base al punteggio finale ricevuto, le asset class vengono classificate dalla più interessante alla meno interessante. L’analisi multicriteria è solo uno dei tanti strumenti di analisi che utilizziamo per leggere i mercati.
Le scelte finali d’investimento vengono ponderate con l’analisi dello scenario di rischio prospettico e con un’overlay qualitativa (cioè ampie considerazioni non desumibili direttamente e semplicemente dai dati).
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Una lettura complementare: ciclici vs difensivi
C’è un aspetto che risulta particolarmente interessante sottolineare: se osserviamo i settori secondo la scomposizione tra quelli considerati come ciclici, molto correlati con l’andamento del ciclo economico, e i difensivi, che invece risentono meno dell’ambiente economico circostante, notiamo una significativa polarizzazione tra i due gruppi. I ciclici (tecnologico, materiali, industriale, finanziario e beni di consumo) registrano alte valutazioni e alto fattore momentum: si tratta di settori ben maturi, che stanno correndo insomma. Al contrario i difensivi (sanità, utilities, beni durevoli, energetico e telecomunicazioni) risultano avere valutazioni maggiormente in linea con la media storica e un fattore momentum decisamente debole: settori che potremmo definire ancora un po’ acerbi.
I fattori esterni hanno la loro influenza
Indubbiamente la corsa degli ultimi anni dei listini ha contributo a far lievitare le valutazioni, che comunque dal canto loro sono giustificate dagli ancora ottimi risultati pubblicati in occasione delle ultime trimestrali. Inoltre, il costo del denaro sotto zero in Europa e in lenta risalita negli Stati Uniti, ha fornito un’ulteriore spinta ai mercati azionari, permettendo alle società di rifinanziare il proprio debito (a costi inferiori) o accedere a convenienti forme di finanziamento.
La (quasi) netta separazione tra ciclici e difensivi ci impone di monitorare con attenzione l’andamento dei mercati e la loro reazione ad una delle molteplici variabili (rialzo dei tassi, riforme fiscali, ecc…) che possono portare dell’entropia all’interno di un sistema complesso come quello dei mercati.