Un rovente mese di luglio sul piano delle temperature è stato accompagnato da una marcia spedita dei listini azionari che ha coinvolto quasi tutti i mercati principali, con il Ftse Mib che è tornato sui livelli pre-Lehman.
Le aspettative, infatti, sono per un atterraggio morbido delle economie, ossia una crescita moderata o piatta (invece di una recessione) e un’inflazione che ripiega gradualmente sotto i livelli di guardia.
Gli ultimi dati sembrano lasciare aperta la porta a un raffreddamento dei prezzi senza altre strette brutali dei tassi: questo galvanizza gli investitori e fa sperare in un’accelerazione del Pil nella seconda parte del 2023.
I fatti salienti del mese di luglio
La riunione di luglio della Banca centrale europea ha sancito un nuovo rialzo dei tassi d’interesse, con l’istituto guidato da Christine Lagarde che ha portato il tasso sui rifinanziamenti principali al 4,25%. Al momento l’ipotesi più quotata è che nella riunione di settembre Francoforte faccia la pausa a lungo invocata da alcuni Paesi, tra i quali l’Italia.
Intanto ci sono progressi sul fronte dell’inflazione, che a luglio si è attestata al 5,3% dal 5,5% registrato a giugno (in Italia è al 6%). Secondo le stime, il calo dovrebbe continuare nel corso del 2023. Mentre il Pil nel secondo trimestre è cresciuto dello 0,3% nell’Eurozona, nel nostro Paese l’economia ha frenato a sorpresa (-0,3%) dopo l’exploit del primo trimestre (+0,6%).
Dall’altra parte dell’oceano, anche la Federal Reserve di Jerome Powell ha ripreso con i rialzi e nel meeting di luglio ha alzato il costo del denaro di un quarto di punto, nella forchetta tra il 5,25% e il 5,50%, ai massimi da 22 anni.
Negli Usa il Pil tiene sorprendentemente bene, tant’è che nel secondo trimestre si è osservato un robusto rialzo del +2,4%. Coda amara, tuttavia, il declassamento dell’agenzia di rating Fitch, che ha abbassato il rating degli Stati Uniti da AAA (il massimo) a un gradino sotto (AA+) come conseguenza del lungo braccio di ferro sul tetto al debito andato in scena fino al mese di giugno.
Sempre negli States si è aperta la stagione delle trimestrali. Molti i risultati migliori delle attese, a partire dalle grandi banche: Jp Morgan, Citigroup, Bank of America. Tornano a marciare anche le grandi aziende tecnologiche, con i risultati incoraggianti di Meta, Alphabet e Microsoft (anche se per quest’ultima l’outlook ha deluso). In Italia continua il momento magico delle banche, con i maxi utili di Intesa Sanpaolo e Unicredit.
La Cina nel secondo trimestre avanza del 6,3% su base annua, un dato inferiore alle attese, che prevedevano un +7,3%. Per gli economisti questo dato metterebbe a repentaglio l’obiettivo di crescita programmatica al 5% nel 2023. E non è una buona notizia, anche per il commercio globale, una Cina che marcia più lentamente.
Ancora forti incognite e tensioni sul fronte Russia-Ucraina: l’ultimo si è registrato per il rinnovo dell’accordo sul grano, con una nuova intesa finale che, se fosse mancata, avrebbe avuto ripercussioni sull’economia e sul prezzo di alcuni alimenti. E tuttavia, il grande caldo che ha attanagliato a luglio l’intero emisfero boreale ha creato problemi ai raccolti e potrebbe portare in tavola nuovi rincari sugli alimentari nei prossimi mesi.
Come si sono mossi i mercati
Bene i listini europei. In Italia il Ftse Mib ha guadagnato il +5,01% ed è salito sopra quota 29.000 punti, tornando sui livelli pre-Lehman. Dax tedesco +1,82%, Cac40 a Parigi +1,32%.
Negli Usa l’S&P 500 è salito del +3,11%. Il Nasdaq, l’indice che raccoglie i titoli tecnologici, è più o meno sulla stessa linea e guadagna il +3,81% della sua capitalizzazione, proseguendo il suo momento positivo.
In Asia, il Ftse China A 50 ha guadagnato il 6,51%. Robusta la crescita anche dell’Hang Seng a Hong Kong (6,15%). In Giappone, il Nikkei ha chiuso sostanzialmente piatto (-0,05%).
Sul fronte obbligazionario, il rendimento del bond decennale Usa è cresciuto nel mese al 3,96% (dal 3,85%). In Europa, lo spread Btp/Bund è lievemente sceso a 162 punti base (da 166). In lieve rialzo il rendimento del Btp decennale al 4,11%, specularmente al Bund tedesco a 10 anni (al 2,46%).
Per quanto riguarda le commodity, l’oro è scambiato a 1.957 dollari l’oncia, con un rialzo nel corso dell’ultimo mese (era a 1.912). Il gas naturale europeo scende nettamente e arriva a fine mese a 29 euro al megawattora (dai 37 del mese scorso). Il petrolio è salito a 85 dollari al barile per il Brent. Wti a quota 81,2.
Sul fronte valute, euro in guadagno sul dollaro Usa.
Cosa monitorare nel mese di agosto 2023
Focus sui conti trimestrali di molte importanti aziende quotate italiane e anche sui dati macroeconomici, in particolare sul Pmi manifatturiero europeo (e italiano) per cercare di capire se nei prossimi trimestri potrà esserci una ripresa più consistente del Pil o se proseguirà l’attuale periodo di rallentamento, causato dalla debolezza della domanda interna e dell’export.
Sempre al centro dei radar anche il conflitto in Ucraina: da valutare i riflessi sul mercato dei prodotti alimentari del nuovo accordo sul grano raggiunto tra la fine di luglio e l’inizio di agosto.
Ad agosto non ci saranno riunioni delle banche centrali (tolta quella del 3 agosto della BoE, che ha optato per un incremento di 25 punti base), ma potrebbero avere effetti sui mercati eventuali dichiarazioni dei membri del board.