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HomeECONOMIA E MERCATICOMMENTO AL MERCATOPoca volatilità in vista, ma si temono catastrofi: parola di Vix e Skew Index

Poca volatilità in vista, ma si temono catastrofi: parola di Vix e Skew Index

Ultimamente l’indice di volatilità Vix è bassissimo, ma un altro indice di rischio, lo Skew Index è altissimo: significa che sui mercati splende il sole, ma si temono i tornado.


“Ottobre: questo è un mese particolarmente pericoloso per investire in azioni. Altri mesi pericolosi sono luglio, gennaio, settembre, aprile, novembre, maggio, marzo, giugno, dicembre, agosto e febbraio”.

Così Mark Twain introduce il 13esimo capitolo della novella “Wilson lo svitato”, ricordando come il rischio negli investimenti sia l’unica certezza da cui non possiamo prescindere in questo delicato campo. La buona notizia è che il rischio può essere compreso e gestito (o almeno ci si prova).

Infatti, in AdviseOnly, attraverso i nostri Barometri del rischio, monitoriamo le dinamiche che intercorrono tra le principali asset class cercando di comprendere e gestire il rischio di mercato nel modo più efficiente possibile all’interno dei nostri portafogli AO Tutor. A contribuire alla costruzione dei Barometri del rischio troviamo, tra i vari indicatori utilizzati, due metriche che forniscono preziose informazioni sulla “temperatura” percepita dagli operatori sui mercati finanziari: stiamo parlando del famoso Vix Index e del suo “fratellastro”, lo Skew Index.

Andiamo con ordine, approfondendoli entrambi.

Il Vix Index

È “l’indice della paura”, che misura la volatilità implicita nelle opzioni (sia call che put) sull’indice di Borsa statunitense S&P500. È espressione della variabilità attesa dagli operatori circa la Borsa USA: tanto più alto è il Vix, maggiore sarà la percezione del rischio presente sul mercato.

Lo Skew Index

Può essere considerato, invece, “l’indice dei cigni neri”, ovvero quei fenomeni rari e al contempo estremamente violenti. Lo Skew Index riflette le quotazioni delle opzioni out of the money, cioè quelle opzioni che afferiscono ad eventi molto lontani dalle attuali condizioni di mercato: si tratta delle opzioni che gli operatori acquistano per proteggersi dagli eventi lontani e improbabili, anche i più estremi e catastrofici. I cigni neri.

Lo Skew Index completa l’informazione fornita dal Vix. Infatti, il Vix coglie principalmente le attese sull’ampiezza dell’oscillazione dei rendimenti intorno al loro valore medio (la variabilità), senza concentrarsi sugli “eventi estremi”, cioè i cigni neri. Questi,  trovandosi sulla coda sinistra della distribuzione di probabilità (dove risiedono i rischi maggiori), sono espressione del “tail risk“, o “rischio di coda”. Colto, appunto, dallo Skew Index, che riflette la domanda di opzioni a copertura di questi rischi.

Sembra complesso, ma è semplice. Osservate l’andamento congiunto del Vix e dello Skew Index:  se, come adesso, il Vix è contenuto, mentre lo Skew è elevato, significa che gli operatori sono sì abbastanza tranquilli, ma temono che si verifichi qualche catastrofe finanziaria, economica, o politica – i rischi sono interconnessi, ricordate?

Per questo motivo, gli operatori acquistano “assicurazioni” contro le catastrofi, cioè opzioni put, facendone salire prezzo e volatilità implicita, e dunque provocando la crescita dello Skew Index.

Tutto bene, tranne un po’ di strizza

Per capire meglio l’informazione fornita da entrambi gli indici osserviamo il seguente grafico a dispersione: su un asse trovate i valori del Vix, sull’altro i corrispondenti valori dello Skew, e questo per ogni mese da gennaio 1996 a marzo 2017.

La concentrazione maggiore di punti è nella parte sinistra del grafico, in corrispondenza di valori del Vix Index intorno alla propria media storica (circa 20); i valori dello Skew sono maggiormente dispersi, e oscillano tra 105 e 141. Tuttavia, è evidente l’anomalia odierna: ad oggi, il Vix è pari a 12,59,  mentre lo Skew è pari a 135,37. Ci troviamo quindi nell’angolo in alto a sinistra, corrispondente ad una situazione di attese di rischio mediamente contenute, sotto la media storica, ma con forti timori di cigni neri: la lista di candidati è lunga, da Trump alle varie elezioni politiche europee, alla Brexit e alla Grecia, giusto per citarne alcuni…anche se il vero, autentico cigno nero non è né identificabile, né prevedibile prima del suo verificarsi.

 

 


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Ultimi commenti
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    Bene, fantastico…

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    Un altro rapporto, introdotto nel 2002 dall’International Securities Exchange, si chiama ISE Sentiment Index (ISEE in sigla) e tiene conto solo del volume delle opzioni call e di quelle put che vanno sul mercato per la prima volta. Come hanno argomentato sulla Review of Financial Studies in uno studio del 2006 due professori di finanza (Jun Pan del MIT e Allen M. Poteshman della Università dell’Illinois Urbana-Champaign), testo che è stato citato da Mark Hulbert in un suo recente articolo sul sito MarketWatch, questo accorgimento consente di eliminare un difetto che sarebbe stato presente nel ratio CBOE: quello di vedere come una spia di pessimismo l’acquisto di tutti i put, senza considerare che per quelli già trattati in Borsa per ogni compratore “pessimista” ci deve essere un venditore “ottimista”. L’ISEE ha un miglior track record del ratio del CBOE nel “prevedere” il mercato, ma nessuno dei due in realtà fornisce indicazioni affidabili per i primi tre mesi dalla rilevazione. Su orizzonti più lungi, tra i 6 e i 12 mesi, l’ISEE si è dimostrato invece efficace e credibile, ossia, in altre parole, è una bussola di previsione contrarian migliore sul medio termine che non sul breve. https://www.ise.com/market-data/isee-index/#

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    Dal sito del CBOE: “Since an increase in perceived tail risk
    increases the relative demand for low strike puts, increases in SKEW also
    correspond to an overall steepening of the curve of implied volatilities,
    familiar to option traders as the “skew”.”

    Quindi in presenza di bassa volatilità (basso
    VIX), siccome le opzioni costano poco e specialmente le put OTM, c’è un
    tendenziale aumento della domanda per esse che accresce lo Skew index. Se si
    osserva il vostro scatter si nota che almeno per livelli bassi del VIX (grosso
    modo inferiori al 20) la relazione tra essa o lo Skew index è negativa.
    Pertanto, alti valori dello Skew index se sono associati a bassi valori del VIX
    potrebbero essere dovuti solo all’elevata convenienza ad acquistare protezione
    con strike molto bassi.

    Inoltre, l’evidenza empirica a disposizione non
    attribuisce valore informativo (=predittivo) dello Skew index nei confronti di
    possibili crash dello S&P500. Anzi, piuttosto che essere un indice della “paura”
    (market fear) pare (http://merlino.unimo.it/campusone/web_dep/wpdemb/0102.pdf)
    che sia un indice dell’”avidità” (market greed)

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      Ahhh, mai pensato che lo Skew da solo avesse valore predittivo: lo leggiamo come mero indice di sentiment del mercato. Nel Barometro del rischio lo utilizziamo insieme a centinaia di altre variabili e, nell’insieme, l’indicatore (la storia insegna) funziona abbastanza bene

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