Da poco è avvenuta una nuova emissione di BTP legati all’inflazione della zona Euro: analizziamone brevemente le caratteristiche e le modalità di funzionamento per capire se si tratta di una buona occasione di investimento.
Oltre al BTP Italia, il titolo obbligazionario legato all’inflazione italiana, il Tesoro ha emesso un nuovo BTP indicizzato sempre all’inflazione, ma questa volta a livello di zona Euro.
Le caratteristiche
Si è conclusa la sesta tranche di emissione per il BTP indicizzato all’inflazione europea (calcolata escludendo il prezzo del tabacco) a 15 anni. Rivediamo le sue principali caratteristiche.
- Emissione: 15 settembre 2015
- Scadenza: 15 settembre 2032 (rimborso unico a scadenza)
- Codice ISIN: IT0005138828
- Cedola lorda annua: 1,25%
- Periodicità: semestrale (0,625%)
- Data pagamento cedola: 15 settembre e 15 marzo, per tutta la durata del prestito
- Taglio minimo: €1.000
- Ritenuta fiscale sugli interessi: 12,5%
Una caratteristica importante del titolo riguarda la garanzia di restituzione del valore nominale sottoscritto: l’ammontare rimborsato a scadenza non sarà mai inferiore al valore nominale (100), anche in caso di episodi di deflazione.
Come riporta il Tesoro, il collocamento finale si è attestato su €692,925 milioni a fronte di una richiesta pari a €1,054 miliardi: il rapporto di copertura (bid to cover) pari a 1,52 indica che la domanda per il bond è stata 1,52 volte superiore all’offerta ed il rendimento (lordo) ne ha risentito, scendendo all’1% (per un quadro generale sul mondo obbligazionario cliccate qui).
Conviene acquistare?
Un’idea più chiara sulla possibile convenienza del titolo in questione è ricavabile analizzando uno dei suoi elementi salienti: l’inflazione, e con essa soprattutto, l’inflazione attesa. Ricavandola come differenza tra il valore del BTP nominale e del BTP indicizzato (reale), di equivalente durata (in questo caso 15 anni), si ricava un’inflazione di breakeven pari allo 0,768%.
In chiave tattica, qualora si ritenessero le prospettive d’inflazione di breakeven troppo contenute, attraverso l’acquisto di questa tipologia di bond sarebbe possibile “sfruttare” la possibile risalita dell’inflazione della zona Euro: il prezzo del BTP in questione salirebbe, dato che l’aumento andrebbe ad impattare direttamente sul valore delle cedole, rivalutate al tasso d’inflazione più alto.
Per quanto riguarda gli investitori “cassettisti”, cioè coloro che puntano a tenere il bond in portafoglio fino alla sua naturale scadenza, il rendimento nominale dipenderà, ovviamente, dall’andamento dell’inflazione.
Un risparmiatore informato è un risparmiatore migliore