Alle misure approvate dal Governo nell’ultimo anno, si aggiunge un nuovo strumento per la protezione del sistema finanziario italiano.
Sotto la supervisione del ministero del Tesoro e con la partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti, i maggiori istituti finanziari italiani hanno deciso di dare vita un nuovo fondo d’investimento, chiamato “Atlante”, allo scopo di ridurre il rischio sistemico e accelerare il processo pulizia dei bilanci .
Il Fondo Atlante verrà dotato di un patrimonio di circa 6 miliardi di euro e sarà gestito da una società di gestione privata, Quaestio Capital Management, con un mandato ben preciso:
- intervenire in caso di mancata copertura degli aumenti di capitale delle banche in difficoltà;
- comprare i titoli derivati dalla cessione (cartolarizzazione) dei debiti in sofferenza (NPL).
Perché hanno istituito questo fondo?
Il sistema bancario italiano ed europeo è sicuramente più robusto di qualche anno fa, ma quando sui mercati sale la tensione le banche sono le prime a soffrirne. Infatti, la pressione di febbraio sui titoli bancari ci ha ricordato che il sistema finanziario dell’Italia (e non solo) rimane sensibile ai cambi d’umore del mercato.
La supervisione della BCE e le riforme approvate dal Governo italiano sul fronte bancario vanno nella direzione di migliorarne la stabilità finanziaria, condizione necessaria ma non sufficiente per tornare a crescere. Inoltre, come tutti i cambiamenti, occorre tempo. Gli aumenti di capitale e la cessione di attivi richiedono un accordo tra le parti che è più facile da trovare quando sui mercati finanziari regna la calma.
Crediti deteriorati alle stelle
L’istituzione del Fondo Atlante dovrebbe ridurre il rischio sistemico degli istituti, specialmente in una fase in cui due banche di dimensioni rilevanti si stanno quotando sul mercato (mi riferisco a Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca).
Inoltre, la costituzione di un nuovo investitore specializzato nell’acquisto di titoli derivati dovrebbe facilitare il processo di pulizia dei bilanci delle banche, che comunque, tenuto conto delle dimensioni del problema e della lentezza media delle procedure di recupero crediti, non può che durare diversi anni. Non sarà una facile passeggiata.
Impatto di breve e medio termine
Il fondo Atlante è quindi uno strumento in più nella cassetta degli attrezzi dei regulators italiani per preservare la stabilità finanziaria e facilitare il processo di patrimonializzazione del sistema bancario. Nel breve termine tutto ciò dovrà fare i conti con la volatilità dei mercati ed modo particolare con il rischio Brexit e Grexit.
Nel medio termine, la pulizia dei bilanci può aiutare l’attività bancaria ed aumentare il credito, ma nell’attuale contesto di bassa crescita e tassi d’interesse vicino allo zero le banche sono costrette a rivedere in modo pesante i propri modelli di business.
Riassumendo, per quanto lo strumento appena approvato vada nella giusta direzione, nel breve periodo non sembra un game changer nella valutazione del settore finanziario e neppure un sostegno diretto alla crescita dell’economia italiana.