Negli ultimi due anni la BCE non si è certo risparmiata. Tra le operazioni di finanziamento “Targeted Long Term Refinacing Operation” (per approfondire, clicca TLTRO) ed il lancio del QE, la Banca Centrale Europea ha immesso nel sistema finanziario liquidità per circa 924 miliardi di euro, circa il 10% del Pil della zona euro.
Tutta questa liquidità è servita a calmare i mercati e a sostenere le Borse, ma l’economia reale (inflazione e PIL) dell’eurozona non è ancora riuscita a beneficiare del calo del costo del denaro e della ritrovata stabilità finanziaria. Per questa ragione, la BCE ha deciso di rafforzare il suo impegno con nuove misure di politica monetaria. Vediamo quali.
- Ha ridotto di 10 punti base il tasso d’interesse sui depositi, portato a 0,30%. Con questa misura la BCE cerca di forzare le istituzioni bancarie a utilizzare l’ingente quantità di denaro (€150 miliardi) depositata presso l’istituto centrale e rende più appetibili alcuni segmenti di titoli obbligazionari che rischiavano di non essere più acquistabili. Infatti, la BCE non può comprare titoli con un rendimento a scadenza inferiore al tasso sui depositi.
- Il QE è stato esteso di sei mesi. In questo modo la BCE si è impegnata a comprare 60 miliardi di titoli finanziari ogni mese fino a marzo 2017, garantendo un sostegno alla domanda di obbligazioni per altri €360 miliardi.
- La BCE reinvestirà il capitale dei titoli in scadenza. Quando un’obbligazione scade, avviene il rimborso del capitale investito, ma la BCE reinvesterà tale somma, garantendo una certa liquidità al mercato ed estendendone la permanenza nel bilancio della BCE.
- Diventano appetibili anche i titoli obbligazionari emessi dalle autorità locali e regionali. Così facendo l’universo investibile aumenta di circa €336 miliardi, in larga parte “municipalities” (obbligazioni comunali) tedeschi, e si riduce il rischio (fin ora mai materializzato) che la BCE non abbia più titoli di comprare.
- Infine, la BCE continua a fornire alle banche tutta le liquidità a breve termine che vogliono, ad un tasso fisso.
Le mosse accomodanti della BCE non sono state accolte con molto entusiasmo e per molti commentatori il mercato si aspettava qualcosa di più.
Ma è davvero cambiato qualcosa?
Come ha ribadito il presidente della BCE Mario Draghi lo scenario di fondo non è cambiato: la zona euro sta crescendo, è più in salute rispetto a qualche anno fa, ma la ripresa sarà probabilmente lenta e non priva di rischi.
Come non ci siamo fatti spaventare ad agosto, non è il caso di cambiare opinione oggi. Al di là della mosse più o meno espansive della BCE, la politica monetaria rimane accomodante e lo sarà per tutto il 2016 (almeno) tendendo bassi i rendimenti obbligazionari e incoraggiando gli investitori verso il mercato azionario, che nonostante tutto continua ad avere valutazioni ragionevoli.