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Idee di investimento: l’obbligazione MPS ai raggi X

Nell’attuale penuria di rendimenti obbligazionari, qualche idea d’investimento può fare capolino anche da quello che molti considerano il “secchio dei rifiuti”.

Prendete per esempio l’obbligazione di banca Monte dei Paschi con scadenza 30 novembre 2017 (ISIN: IT0004771710). L’obbligazione è quotata al MOT e ha un taglio minimo di 1.000 euro (e quindi è alla portata delle tasche di molti risparmiatori).

Analizziamo insieme quest’obbligazione bancaria, senza preconcetti di sorta.

Caratteristiche dell’obbligazione MPS

  • Scadenza – Scade tra poco più di due anni, equivalenti a una duration di 2,1 anni, indicativa di bassa sensitività a eventuali bruschi (improbabili) rialzi dei tassi d’interesse nella zona euro.
  • Reddito cedolare – La struttura delle cedole è di tipo step-up: ossia le cedole crescono nel tempo in modo deterministico. Oggi la cedola annua è pari al 5,7%, quella prevista per il 2016 è di 5,9%, mentre l’ultima sarà pari a 6,1%. Valori piuttosto appetibili per chi cerca un reddito integrativo da cedole.
  • Rendimento a scadenza – 3,65% al lordo della fiscalità: non male di questi tempi, ovviamente sempre ammesso che l’istituto non faccia default
  • Rischio default – E allora parliamone di questo rischio di fallimento per MPS. La probabilità di default implicita per Monte Paschi nei prossimi due anni è del 55% (fonte: Bloomberg). Qui però parliamo di un titolo senior. E, per quanto sia malandata MPS – l’agenzia di rating Moody’s ha appena effettuato il declassamento da B1 a B3 dei depositi e del debito senior (con outlook negativo) – a me pare un valore davvero alto…

I rischi da tenere sotto controllo

MPS ha molti errori gestionali da riparare, ma ha anche appena approvato un aumento di capitale di 3 miliardi di euro, sottoscritto da un gruppo di banche. Grazie a questo denaro, MPS raggiungerà gli obiettivi minimi di capitalizzazione richiesti dalla BCE[1]. È vero che circa un quarto dei crediti di MPS sono problematici e che la redditività è bassissima (nel 2014, la banca ha riportato profitti pre-accantonamenti pari ad appena lo 0,4% degli attivi), e che nei prossimi mesi MPS intende ripagare il debito con il Governo italiano contratto nel 2013. Ma è anche vero che parliamo della terza banca italiana, e di un’obbligazione senior, con scadenza breve.

Inutile girarci intorno, la domanda da porsi di fronte un rendimento del 3,65% (quando un BTP di pari scadenza rende 0,21%) è una sola: MPS fallirà? Occorrerebbe navigare lo spazio-tempo grazie a un bel wormhole, andando prima avanti a vedere cosa succederà, per poi tornare comodamente indietro a oggi e agire di conseguenza. Temo però che il wormhole sia fuori discussione ancora per un po’…

Quindi occorre decidere oggi, come sempre in condizioni di grande incertezza (pensate anche al quadro complessivo dell’eurozona e ai rischi provenienti dalla Grecia, particolarmente significativi per il sistema bancario), tenendo presente che MPS resterà sotto pressione ancora per un bel po’. Per aiutarvi a prendere coscienza di che cosa significa investire in un titolo obbligazionario del genere, noi di AdviseOnly possiamo solo effettuare una simulazione Monte Carlo (analoga a quella effettuata per il bond Petrobras – anche per quanto concerne il codice impiegato) e darvi un’idea probabilistica dei rendimenti che potrete ottenere.

Gamma dei possibili rendimenti dell’investimento

Nel fare questa simulazione, ho ipotizzato:

  • una probabilità di default pari a quella implicita nei valori di mercato (come dicevo prima, 55% nei prossimi due anni, valore che soggettivamente reputo molto elevato);
  • un recovery rate (ciò che resta liquidando i beni della società, oppure in seguito alla ristrutturazione dell’obbligazione) del 40% circa, in linea con i valori storici del settore, stando a Moody’s.

Il grafico seguente riporta la gamma dei possibili rendimenti lordi a scadenza del bond MPS, espressi su base annua e la loro probabilità.

Bond_MPS

Come si vede, la situazione è binaria: o va bene e ci si porta a casa il rendimento a scadenza del 3,65% annuo, oppure, in base alle fosche previsioni di default del mercato, s’incorre in una pesante perdita del 55%-60% del capitale (25% circa su base annua). Non è certo roba per stomaci deboli. Ma, per chi ha buona propensione al rischio, questa obbligazione, inserita in dosi limitate in un portafoglio ben diversificato, può aiutare ad alzare il rendimento medio.

Ricordate che mai come ora vale il motto:

Niente rischio, niente rendimento.

 


[1] Con l’aumento di capitale il Common Equity Tier 1 (CET1) andrà al 11,4%, sufficiente a coprire il capital shortfall di 2,1 milardi di euro emerso durante il comprehensive assessment della BCE e il requisito prudenziale di CET1 del 10,2% imposto dalla BCE sarà soddisfatto.

Scritto da

Uno dei fondatori di AdviseOnly, responsabile del Financial & Data Analysis Group. Esperto di finanza e gestione dei rischi, statistico Bayesiano, lunga esperienza in Allianz Asset Management, è laureato in scienze economiche con indirizzo quantitativo-statistico all'Università di Torino. Docente di Quantitative Portfolio Management al Master in Finance dell'Università di Torino, ha pubblicato vari articoli su riviste finanziarie (fra le altre: Journal of Asset Management, Economic Notes, Risk), contribuendo a libri su investimenti e gestione dei rischi. Ex-triathleta, s'ostina a praticare apnea, immersioni e skyrunning.

Ultimi commenti
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    …il bail-in questo sconosciuto, eh!!
    Legga:
    https://twitter.com/AndreaBoda/status/592986857052438528

    • Avatar

      E’ un bond senior, ci sono vari “strati” di capitale prima, con grado di subordinazione maggiore, che possono assorbire il bail-in… Comunque, non credo che questa obbligazione sia particolarmente conveniente (pensavo fosse chiaro nel post), solo ritengo che forse il mercato stia prezzando un default risk più elevato del ragionevole, come spesso accade e che quindi questo titolo, con prudenza e rispetto del principio di diversificazione e del proprio profilo di rischio, possa essere interessante per qualche risparmiatore.

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