La finanza e il risparmio sono in costante evoluzione e finalmente anche gli investimenti fattoriali sono disponibili per tutti i risparmiatori, offrendo nuove opportunità di rendimento.
Nel tempo, l’innovazione finanziaria ha fatto passi da gigante per migliorare l’accessibilità dei mercati finanziari ai piccoli e grandi risparmiatori. L’ascesa degli ETF ne è la dimostrazione. Ad oggi, gli investitori possono infatti andare ben oltre i tradizionali temi d’investimento e investire così in fattori di rischio “alternativi”, a seconda delle condizioni di mercato. Tutto ciò ampliando al anche le opportunità di diversificazione dei rischi di portafoglio.
I mercati finanziari possono offrire innumerevoli opportunità di rendimento a seconda del tipo di rischio che si vuole assumere. Tuttavia, per molti anni le strategie meno ovvie (come quelle basate sui fattori di rischio “puri” come il Factor Investing) non sono state accessibili al grande pubblico, essendo per lo più riservate a un gruppo ristretto di investitori professionali.
Il diffondersi degli investimenti passivi come gli ETF ha incoraggiato i maggiori provider di indici (tra i quali FTSE, MSCI e STOXX) ad ampliare la propria gamma, introducendo anche indici fattoriali, come i 4 fattori di UBS: valore (“Value”), volatilità (“Volatility”), qualità (“Quality”) e rendimento (“Dividend Yield”, o semplicemente “Yield”).
Con l’introduzione di questi indici, anche i piccoli risparmiatori hanno finalmente l’opportunità di segmentare il rendimento offerto dal mercato (il cosiddetto Beta di mercato) e di investire nel fattore di rischio che reputano più interessante, o in una combinazione di diversi fattori.
Ad esempio, a seconda del tipo di portafoglio che si desidera costruire, si può privilegiare un fattore, oppure una combinazione di fattori di rischio da aggiungere al cosiddetto Beta di mercato (rappresentato da indici di ampio respiro, che replicano l’intera Borsa).
Tipicamente, le esposizioni fattoriali presentano caratteristiche e comportamenti diversi nelle diverse fasi del ciclo economico, come illustra sinteticamente il grafico seguente.
I fattori “Value” e “Yield” sono caratterizzati da una maggiore prociclicità, mentre “Low Volatility” e “Quality” sono più anticiclici. In ogni caso, per quanto riguarda la diversificazione dei rischi, è particolarmente importante sottolineare che, in un’ottica storica, l’abbinamento di fattori avrebbe potuto contribuire a ridurre il rischio di ribasso del portafoglio di mercato, oppure ad assicurare una maggiore partecipazione alle fasi di mercato rialzista.
In sintesi, le strategie multifattoriali hanno storicamente dimostrato di offrire quattro vantaggi chiave:
- diversificazione dei rischi di portafoglio;
- trasparenza della strategia d’investimento, poiché le prospettive di rendimento sono associate chiaramente ad uno specifico fattore di rischio;
- efficienza dei costi associati all’investimento, tipica degli ETF;
- flessibilità, visto che si tratta di strumenti quotati, facilmente negoziabili, cosa che consente di variare rapidamente l’asset allocation di portafoglio.
Pur tenendo presente il principio generale che l’attuazione concreta del Factor Investing dipende dagli obiettivi e dalle restrizioni di ciascun investitore, va detto che questo tipo di strategia offre un’ampia gamma di opportunità ai risparmiatori. Si va da allocazioni più aggressive, con potenziale di rendimento e rischio maggiormente elevato, a quelle più difensive, con aspettative di rendimento e rischio inferiori, passando per allocazioni intermedie. Si tratta di ottimi ingredienti per molte ricette d’investimento.