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Investire in azioni: meglio le Value o le Growth?

Negli ultimi 15 anni ci siamo abituati alle performance straordinarie messe a segno dai colossi tecnologici. Poi, nel periodo della pandemia, titoli come Google, Amazon, Facebook e Tesla hanno accelerato ulteriormente, mettendo a segno rendimenti da capogiro. E oscurando totalmente le performance di aziende e settori solidi, ma più collaudati e meno “affascinanti”, come case automobilistiche, colossi dell’energia, rivenditori di beni di prima necessità.

Per dirla in gergo “tecnico”, le azioni Growth hanno decisamente sovraperformato le azioni Value. Ma ora, con il ritorno dell’inflazione, le cose potrebbero cambiare. Prima di procedere però, vediamo di fare un po’ di chiarezza sui termini.

 

Value vs. Growth: caratteristiche e differenze

Bazzicando il mondo degli investimenti, avrai sicuramente già letto o sentito nominare concetti come “Value” e “Growth”, spesso messi in competizione tra loro, come abbiamo appena fatto anche noi. Ma qual è il loro significato e perché dovrebbe interessarti?

  • Le azioni Value sono quelle azioni penalizzate dal mercato in quanto il prezzo è inferiore a un ipotetico valore d’equilibrio (il cosiddetto “fair value”). Spesso, ma non sempre, questo tipo di azioni coincide con società che operano in mercati considerati maturi, con previsioni di crescita modeste e alti dividendi. L’investimento Value quindi, consiste nel selezionare titoli azionari il cui valore di mercato non riflette il vero potenziale dell’impresa emittente e che offrono dunque un potenziale di rialzo delle quotazioni.
  • Al contrario, le azioni Growth hanno un prezzo superiore a un ipotetico valore d’equilibrio (“fair value”). In questo caso il mercato implicitamente stima che la società produrrà nel futuro utili (di conseguenza ricavi e miglioramento dei margini) tali da giustificare l’attuale prezzo di mercato.

 

 

Come calcolare il “fair value” di un’azione?

La prassi mette a confronto un multiplo di mercato (Rapporto Prezzo/UtiliRapporto prezzo/patrimonio netto o dividend yield, per esempio) con il suo valore di lungo periodo, in modo da avere un parametro di riferimento.

La nostra “ossessione” nel confrontare le valutazioni di mercato con la media di lungo periodo trova giustificazione proprio nella necessità di approssimare come il mercato sta valutando un titolo, un settore oppure un indice utilizzando gli strumenti che abbiamo a disposizione (dati attuali e storici relativi a bilanci e mercati).

 

Come investire: meglio Value o Growth?

Come abbiamo accennato, l’ultimo decennio ha visto come protagonisti indiscussi i titoli Growth. Ma secondo diversi esperti, nei prossimi mesi e anni, una serie di fattori economici potrebbe favorire i titoli Value, quelli cioè considerati economici rispetto ai loro fondamentali.

 

 

“L’inverno degli investimenti Value è agli sgoccioli”, sostiene per esempio Colin Graham, gestore di Robeco. “Dopo la battuta d’arresto subita dai mercati azionari all’inizio del 2022 a causa dei timori di un’elevata inflazione, i titoli Value sono tornati a salire quando la Federal Reserve e la Bank of England hanno innalzato i tassi per contrastare la spirale inflazionistica, e quando la Russia ha invaso l’Ucraina. Abbiamo notato che il segmento Value viene trainato dai settori minerario ed energetico, poiché la ripresa economica è rimasta molto vivace e i vincoli dell’offerta sono diventati più stringenti dopo l’esplosione del conflitto tra Mosca e Kiev”.

Storicamente, inoltre, i titoli Value sembrano restituire rendimenti migliori su un orizzonte di lunghissimo termine. Prendendo in esame i due indici che replicano entrambe le strategie (MSCI Value e MSCI Growth) e facendo il rapporto tra loro, possiamo evidenziare la performance relativa tra i due indici: quando il rapporto cresce, l’indice Value fa meglio dell’indice Growth; quando diminuisce, vuol dire che è l’indice Growth che fa meglio.

Il grafico qui sotto mostra la perfomance di lungo termine (1975 = 100) dell’indice MSCI Value rispetto all’indice MSCI Growth, tenendo conto della performance da capital gain.

 

Cosa si evince analizzando il grafico?

Due cose, essenzialmente.

  1. Meglio Value che Growth nel lungo termine. Investire in titoli Value ha generato nel lungo termine rendimenti superiori rispetto all’investimento in un paniere di società di tipo Growth. Tuttavia, dal 2007 in poi l’indice Value ha costantemente fatto peggio dell’indice Growth.
  2. Le azioni Value non sono necessariamente più rischiose. Prendendo in considerazione due parametri di rischio standard (la volatilità e il max drawndown) la performance superiore delle azioni Value rispetto a quelle Growth non sembra essere giustificata da una maggiore assunzione di rischio (come dovrebbe essere secondo la teoria finanziaria “classica”).

Da questa semplice analisi di rischio e performance, la storia sembra premiare nel lungo periodo una strategia di tipo Value rispetto a quella Growth, senza tuttavia garantire ritorni positivi costanti nel tempo. Ma quale investimento lo fa?

 


 

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Ultimi commenti
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    Stefano colucci hai perfettamente ragione…grazie!

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      Di nulla.
      Ps Ma Value con il 63% di Mediolanum lo consideri un portafoglio? io lo considero una scommessa. Il secondo titolo (vittoria ass) pesa il 7%.

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        E’ stato pensato con quella logica considerando di alcuni indicatori di redditività, prezzo e solvibilità. Libero di farlo tuo oppure no.
        ps: che ti ha fatto Carmignac?

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    Gianni apprezzo la vena Ironica
    vedi cosa sta combinando carmignac emergent. Da inizio anno -6.20 contro -4.80 dell’indice emergenti!

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