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HomeECONOMIA E MERCATICOMMENTO AL MERCATOIl governo taglia le stime di crescita e chiede più flessibilità all’Europa

Il governo taglia le stime di crescita e chiede più flessibilità all’Europa

Il Governo italiano ha abbassato le stime di crescita del PIL e ha rivisto i vincoli di bilancio per il biennio 2016-2017. Ed è pronto a chiedere alla Commissione Ue una maggiore flessibilità.

Stime di crescita riviste al ribasso

Il Consiglio dei Ministri ha appena approvato il “Documento di Economia e Finanza 2016 (DEF)” che, dopo l’esame del Parlamento, verrà inviato alle istituzioni europee entro il 30 Aprile.

Il deterioramento della congiuntura economica degli ultimi mesi e le tensioni finanziarie di gennaio hanno costretto il Governo ha rivedere le stime di crescita del PIL (un grande classico del quale dovreste essere consapevoli) ed i vincoli di bilancio per il biennio 2016-2017:

 

 Crescita del PIL (%) 2015 2016 2017 2018 2019
Def 2016 0.8 1.2 1.4 1.5 1.4
Aggiornamento DEF 2015 0.9 1.6 1.6 1.5 1.3
DEF 2015 0.7 1.4 1.5 1.4 1.3

 

 Indebitamento netto (%) 2015 2016 2017 2018 2019
Def 2016 -2.6 -2.3 -1.8 -0.9 0.1
Aggiornamento DEF 2015 -2.6 -2.2 -1.1 -0.2 0.3
DEF 2015 -2.6 -1.8 -0.8 0.0 0.4

Il Governo italiano vorrebbe maggiore flessibilità dalla Commissione Ue

Rispetto alla nota di aggiornamento di settembre, il Governo si aspetta un tasso di crescita economica inferiore sia nel 2016 che nel 2017, in sintonia con quanto previsto dalla Commissione Europea,  ma è anche pronto a chiedere una maggiore flessibilità per circa 13 miliardi di euro, da spendere nel biennio 2016-2017.

Questo inevitabilmente ha un effetto sulle previsioni del rapporto debito pubblico/PIL, visto che crescita economica, inflazione e debito sono legati da un’equazione (una delle poche relazioni chiare in economia). A settembre, il presidente del Consiglio Matteo Renzi immaginava di poter ridurre il valore del rapporto tra debito pubblico e PIL a 131,4; tuttavia stando alle nuove previsioni macroecomiche l’Italia non sarà in grado di ridurre così tanto il proprio carico debitorio ed il valore del debito in rapporto al PIL dovrebbe stabilizzarsi nel 2016 per poi tornare a scendere solo nel 2017.

Il rapporto debito pubblico/PIL italiano è il secondo più grande d’Europa dopo – ma questa non è una grande sorpresa – la Grecia.

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