Con il nuovo anno a Piazza Affari sbarca una nuova realtà bancaria. Debutta infatti oggi su Borsa Italiana Banco BPM, il risultato della fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano.
Le banche non hanno avuto un 2016 molto semplice. Anzi, è stato un anno decisamente in salita, costellato di problemi più o meno noti e soluzioni più o meno fantasiose.
Oggi, 2 3gennaio 2017, fa il suo ingresso a Piazza Affari il nuovo titolo Banco BPM, che deriva dall’unione tra il gruppo Banco Popolare e Banca Popolare di Milano. I due titoli azionari nel 2016 hanno perso in Borsa rispettivamente il 75,79% e il 60,82%. Il risultato della fusione è il terzo gruppo bancario italiano con 4 milioni di clienti e 171 miliardi di euro di attivi.
L’obiettivo principale dell’operazione è di dare smalto al nuovo gruppo bancario e renderlo solido, grazie anche al nuovo piano industriale, che prevede una riduzione dei tanto temuti NPL (Non Performing Loans) di ben 8 miliardi di euro entro il 2019.
L’operazione societaria
La fusione è avvenuta attraverso l’assegnazione di una nuova azione Banco BPM per ogni azione Banco Popolare esistente e di una nuova azione Banco BPM per ogni 6,386 azioni Banca Popolare di Milano esistenti. Il nuovo gruppo nasce con un capitale sociale che ammonta a 7,1 miliardi di euro. Le varie “frazioni” sono state tutte liquidate in contanti.
La reazione del mercato
L’accoglienza in Borsa per il nuovo titolo è stata decisamente positiva. Il debutto ha segnato +3,5% già dall’apertura delle trattative, fino a toccare durante la mattinata anche il 6,1%, trainando così al rialzo non solo le altre banche, ma l’intero listino FTSEMIB, che mette a segno l’1,5% di rialzo, mentre tutte le altre Borse europee restano poco oltre la linea di parità.
Il dividend yield indicativo di Banco BPM al momento è del 4,58% annuo lordo, mentre il rapporto Prezzo/Utili è pari a 2,71.
La domanda, a questo punto, è una sola: quanto durerà il caloroso benvenuto di Piazza Affari? Guardandosi un po’ in giro si fatica ad essere ottimisti, ma potremmo sbagliarci.
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