Una volta analizzati i principali Paesi Emergenti, arricchiamo la nostra sezione Investire Nel Mondo spostandoci nel cuore dell’Europa: scopriamo insieme la Francia.
Il Paese in cifre
Contesto socio-politico
Dalla Prima Repubblica del 1792 formatasi a seguito della celebre rivoluzione del 1789, passando per la Francia Napoleonica e quella divisa di Vichy durante la seconda guerra mondiale, si arriva all’attuale Quinta Repubblica di forma semipresidenziale, voluta nel 1958 dal generale Charles De Gaulle che ne diviene primo Presidente. Proprio il capo di Stato, ruolo attualmente ricoperto (ancora per pochi giorni) dal socialista Francois Hollande , insieme al Primo Ministro (di sua nomina, previa fiducia da parte del Parlamento), esercita il potere esecutivo, mentre compete al Parlamento, composto da Assemblea Nazionale e dal Senato, il potere legislativo[1].
Particolarità della Francia è la sua ricca multiculturalità, figlia della politica coloniale del Paese sviluppatasi agli inizi del secolo scorso. Tuttavia, i recenti drammatici risvolti terroristici, che hanno gravemente ferito il Paese (con più di 200 morti), insieme al crescente euroscetticismo, stanno minando la tenuta di questa diversità culturale e hanno alimentato l’ascesa politica di partiti anti-establishment, come il Front National di Marine Le Pen. Nonostante il rischio Frexit, in base a recenti sondaggi, il 68% dei francesi si dichiara comunque ancora favorevole alla moneta unica.
Punti di forza e di debolezza
Contesto economico
Indicatori principali | 2015 | 2016 | Stime 2017 | Stime 2018 |
Variazione % PIL Reale | 1,3% | 1,2% | 1,4% | 1,7% |
Disoccupazione | 10,4% | 10% | 9,7% | 9,3% |
Debito/PIL % | 96,2% | 96,7% | 97% | 97,2% |
Inflazione | 0.1% | 0,2% | 1,1% | 1,5% |
Debito totale estero (% sul PIL) | 95,6% | 96% | 95,5% | 95% |
Saldo di conto corrente (% sul PIL) | -2.0% | -2.3% | -2.6% | -2.7% |
Fonte: Commissione Europea, Ministero dell’Economia francese
Quadro macroeconomico
Dopo aver attraversato un triennio (2011-2014) difficile, per via della crisi della zona euro, la Francia dal 2015 in poi si è instradata verso un modesto ma stabile percorso di ripresa economica (+1,2% nel 2016). Il tasso di disoccupazione rimane superiore alla media europea dell’8,5% e il reddito Pro-Capite è fermo da oltre dieci anni per lo più a causa dell’assenza di crescita dei salari in termini reali. Il deficit dello Stato[2] (rispetto al PIL) dovrebbe scendere gradualmente dal 4,0% del 2014 al 2,9% previsto dalla Commissione Europea per il 2017. Tuttavia, dal momento che la crescita reale è inferiore al costo medio del debito ed il Paese continua ad avere un saldo primario[3] negativo, il rapporto debito/PIL è destinato a salire. Ancora lontano dai valori pre-crisi troviamo il settore industriale francese, con i profitti delle imprese che sono crollati, e un contestuale aumento delle insolvenze, che negli ultimi cinque anni sono cresciute del 49%. In miglioramento invece, sempre nell’ambito del settore industriale, risulta il dato relativo agli investimenti che, approfittando anche dell’attuale contesto di politica monetaria con tassi estremamente bassi, è cresciuto del 3% dal periodo di inizio della crisi. Infine, la Francia ha chiuso il 2016 con un saldo di conto corrente negativo pari al -2.3% sul PIL, saldo che dovrebbe peggiorare nel biennio 2017-2018 per via del rallentamento delle esportazioni.
Politica monetaria
La Francia, facendo parte dell’Eurozona, in termini di politica monetaria è soggetta alla decisioni della BCE. Di conseguenza, anche l’andamento dell’inflazione riflette quello della zona Euro: difatti gli ultimi valori rilasciati dall’INSEE (l’Istat francese) segnalano una crescita dell’indice dei prezzi fino all’attuale 1,1% (su base annua), determinato per lo più dalla crescita dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, come è riscontrato nell’Eurozona. Da segnalare infine la situazione del sistema bancario, in cui le prime tre banche detengono una quota di mercato pari al 32% e la quota di prestiti in sofferenza (i Non Performing Loans) sono sotto la media europea, al 4,2% del totale dei prestiti erogati.
Contesto finanziario
Indice
Il principale indice di riferimento del paese transalpino, il CAC 40, racchiude le 40 società con la capitalizzazione più significativa tra le 100 quotate sulla piazza finanziaria di Parigi. Come emerge dalla sua suddivisione settoriale, risulta un indice decisamente diversificato dove i settori legati al mondo manifatturiero e quello relativo ai beni personali sono i dominanti, espressione della realtà industriale del Paese.
Osservandone l’andamento in contrapposizione con il principale indice azionario italiano (il Ftse Mib) e un azionario globale (Msci World), risulta evidente una considerazione: essendo un indice (quasi) equamente ripartito sui principali settori, indubbiamente il CAC 40 rifletterà una rischiosità minore rispetto al nostro indice di Piazza Affari, molto esposto al settore bancario e, di conseguenza, non accuserà particolarmente le difficoltà del settore riscontrate nel nostro mercato.
Mercato obbligazionario
La curva del mercato obbligazionario dei titoli di Stato, rispetto ad un anno fa, registra un rendimento medio in aumento dello 0,4% lungo le scadenze a medio/lungo termine. Lo spread OAT-Bund oscilla intorno ai 70 punti base, leggermente in risalita dai 30 punti base di ottobre. Fino ad ora l’aumento dei rendimenti è in linea con il graduale aumento dei tassi d’interesse a livello mondiale. Il rischio politico non sembra prezzato a dovere dai mercati. Da segnalare il valore reale (deputato dell’inflazione) del titolo di stato decennale francese, che offre lo 0,22%, rispetto allo 0,92% del valore nominale.
Mercato valutario
Come precedentemente indicato per la politica monetaria, anche le decisioni sulla moneta della Francia, l’euro, spettano alla Banca Centrale con sede a Francoforte. Valutando la moneta sia nel breve termine (un anno) sia nel lungo periodo (cinque anni) questa risulta deprezzata nei confronti del dollaro USA, soprattutto in virtù delle politiche monetarie espansive attuate dalle rispettive banche centrali per rilanciarne l’economia. Da sottolineare infine come la volatilità del cambio euro/dollaro, che si attesta intorno al 7% (annualizzato), sia tra le più basse del mercato valutario.
Come investire sulla Francia
Obbligazioni
Sul segmento obbligazionario di Borsa Italiana sono presenti 48 titoli di Stato emessi dalla Repubblica Francese, con taglio minimo pari a mille euro.
Azioni (ETF)
Sul mercato di Borsa Italiana sono presenti 2 ETF esposti sull’azionario del Paese transalpino:
- Amundi ETF CAC 40 Ucits ETF Dr
- Db X-Trackers CAC 40 Ucits ETF Dr
[1] La conseguenza di questa divisione del potere ricade sulla figura dello stesso capo di Stato il cui potere è vincolato dalla maggioranza presente in Parlamento, che in caso mancasse, potrebbe notevolmente limitarne la capacità d’azione.
[2] Differenza tra entrate ed uscite di uno Stato: quando la differenza è negativa si parla di deficit, altrimenti di avanzo.
[3] Differenza tra entrate ed uscite di uno Stato al netto dei costi degli interessi sul debito.