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HomeECONOMIA E MERCATICOMMENTO AL MERCATOBollettinoAO | Trump incassa la riforma fiscale, in Catalogna vince lo stallo

BollettinoAO | Trump incassa la riforma fiscale, in Catalogna vince lo stallo

I fatti salienti della settimana

Riforma fiscale negli States. Dopo vari rimbalzi tra Camera e Senato, la tanto attesa riforma fiscale USA è stata approvata e diventerà realtà da gennaio. È la riforma più significativa dal 1986, quando alla presidenza c’era Ronald Reagan (Repubblicano anche lui).

Confermati i tagli a favore delle imprese e dello scaglione reddituale più alto, i 2.000 dollari di sgravi per i figli a carico fino a 18 anni e l’abrogazione della Alternative Minimum Tax e delle penalità in caso di mancato rinnovo dell’assicurazione medica (Obamacare). La riforma in dieci anni costerà 1,5 mila miliardi di dollari di mancato gettito fiscale, entrate che secondo il Partito Repubblicano saranno compensate da una crescita record del PIL.

Catalogna in stallo. Al termine della settimana i mercati hanno dovuto confrontarsi con l’esito delle elezioni in Catalogna. Che si può riassumere così: l’indipendentismo ha vinto male, l’unionismo ha perso bene.

Il blocco indipendentista ha infatti riottenuto la maggioranza parlamentare, con 70 seggi su 135. Ma è formato da partiti molto diversi tra loro, accomunati solo dall’obiettivo (o utopia?) dell’indipendenza. Agli indipendentisti è mancata la maggioranza assoluta, avendo totalizzato il 47,49% dei voti. Primo partito gli unionisti di Ciudadanos, che hanno raccolto il 25,37% dei voti e ottenuto 37 seggi.

Brexit nella fase due. Altrove in Europa, da segnalare i dati sulla fiducia in Italia, in salita sia lato consumatori che lato imprese, e il PIL in Gran Bretagna, in crescita nel trimestre e nell’anno.

Nel Regno Unito è entrata nel vivo la seconda fase della Brexit dopo il via libera del Consiglio europeo del 15 dicembre. La Commissione UE ha dato al Consiglio una serie di “direttive”: fra queste, non prolungare il periodo di transizione oltre il termine del bilancio UE 2014-2020.

Tassi invariati in Giappone. La Bank of Japan ha confermato la politica monetaria ultra-espansiva e, quindi, l’intenzione di portare avanti la lotta alla deflazione. Il tasso sui depositi è rimasto al -0,1%, mentre è stato mantenuto l’impegno di acquisire bond governativi a 10 anni allo scopo di comprimere il loro tasso intorno allo zero, a un ritmo di 80 trilioni di yen all’anno, come era nelle attese degli analisti.

Grafico della settimana

Bitcoin giù in Asia. In una settimana la criptovaluta, ha perso quasi il 35% portandosi a 13.000 dollari. Sul recente exploit del Bitcoin si sono espresse alcune tra le principali autorità mondiali – per esempio la Fed – temendo una bolla con relative ripercussioni sulla stabilità finanziaria. Un monito è arrivato anche dal Fondo Monetario Internazionale, che ha sottolineato la necessità di una regolamentazione e di vigilanza.
 

Come si sono mossi i mercati

Borse. Principali borse europee positive in avvio di settimana. Lunedì Piazza Affari ha terminato in rialzo, seconda solo a Francoforte. Un clima cui hanno contribuito il miglioramento del rating del Portogallo da parte di Fitch e i progressi nelle trattative per formare una coalizione di governo in Germania.

Sedute fiacche in tutta Europa, invece, martedì 19 e mercoledì 20. Il 21 la svolta: il via libera alla riforma fiscale USA ha spinto l’Europa, che ha concluso in rialzo una giornata quasi tutta attorno alla parità. In chiusura di settimana a pagare lo scotto del voto catalano è stata ovviamente soprattutto Madrid.

Titoli di Stato. Con l’ok alla riforma fiscale USA i rendimenti decennali americani si sono portati sui massimi da nove mesi, accompagnati però da un analogo aumento di quelli sui governativi europei. Lo spread Btp-Bund è oscillato sotto e sopra quota 150 per tutta la settimana, superando nuovamente questo livello in reazione al voto in Spagna, ma senza destare particolari preoccupazioni.

Dollaro sotto la lente. Anche dopo l’approvazione della riforma fiscale voluta dal presidente USA Donald Trump, il Dollaro è rimasto cauto nei confronti dell’Euro, mentre è salito marginalmente sullo Yen in scia al meeting di politica monetaria della Banca del Giappone.

In agenda

Ed ecco i principali dati macroeconomici che saranno pubblicati nel corso della prossima settimana (fonte: Bloomberg).

Stati Uniti. Le giornate “calde” saranno il 27 e 28 dicembre, quando si conosceranno i dati sulla fiducia dei consumatori a dicembre, la variazione mensile (aggiornata a novembre) sulle vendite di case in corso (Pending Home Sales), le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, l’indice dei direttori agli acquisti di Chicago e il dato mensile sugli inventari all’ingrosso.

Europa. Giovedì 28 dicembre uscirà il bollettino economico della Banca Centrale Europea. Il 29, dalla Germania, atteso invece il dato sull’inflazione CPI, basata cioè sull’indice dei prezzi al consumo: sarà dato conto della variazione mensile e annuale. Nel corso della settimana è in calendario anche l’inflazione aggiornata a dicembre in Spagna, attesa in calo.

Italia. Venerdì 29 dicembre l’Istat diffonderà la nota mensile sulla situazione economica. Nella stessa giornata è atteso l’aggiornamento sulla variazione mensile e annuale, aggiornata al mese di novembre, dei prezzi alla produzione.


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