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BollettinoAO | Moneta americana ancora debole, il petrolio risale sopra soglia 50 dollari

Il dollaro statunitense è ancora debole rispetto all’euro, causa il clima di instabilità politica dato da Trump. Intanto il petrolio segna un traguardo, riuscendo a superare la quota di 50 dollari al barile.


Quali sono stati i fatti salienti della settimana?

  • Ritorno al futuro. Dopo tre anni la Grecia torna sul mercato attraverso l’emissione di un bond quinquennale da 3 miliardi di euro, che ha offerto un rendimento di circa 4,6%. Degna di nota è stata la domanda per il titolo in questione, pari a 6,5 miliardi, o più di due volta l’offerta, segno che pian piano lo Stato ellenico si sta rialzando dagli anni della crisi.
  • 5 anni dopo. Sono trascorsi 5 anni dal “whatever it takes” di Mario Draghi e il Presidente è stato di parole. L’azione della BCE ha contribuito a rallentare la corsa degli Spread dei Paesi periferici, facendo diminuire notevolmente la spesa per gli interessi sul debito a questi Paesi (Italia in primis).
  • Auto in pista. I dati sul fatturato industriale italiano sono migliorati, con una crescita del +7,6%, soprattutto grazie al contributo dato dal settore delle auto.

Grafico della settimana

Tra i temi “caldi” di questo 2017, sicuramente troviamo l’andamento del tasso di cambio tra la nostra moneta unica e il dollaro statunitense.

Il grafico sottostante evidenzia chiaramente questa duplice realtà: da un lato l’euro continua la sua progressiva fase di rialzo, in linea con la (oramai conclamata) ripresa dell’ economia dell’Eurozona; dall’altro il dollaro USA (rappresentato dal Dollar Index, che calcola l’andamento del dollaro contro un paniere di altre 10 valute mondiali) che perde forza.

Come si sono mossi i mercati

Questa settimana si è chiusa all’insegna della stabilità sulle principali piazze finanziarie. A livello settoriale, negli ultimi cinque giorni, si segnala la performance positiva del settore energetico, trainato dalla risalita del petrolio, insieme a quello delle telecomunicazioni, su cui ha giovato l’oramai prossima conclusione della trattativa Telecom – Vivendi, con la società italiana ora guidata dall’amministratore delegato di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine.

Dal fronte obbligazionario si segnalano pochi movimenti rilevanti; stabile sui 157 punti lo Spread tra il nostro BTP e il Bund tedesco. Come si è evidenziato nel grafico precedente, prosegue la fase di debolezza del dollaro USA, che chiude la settimana “sconfitto” sia contro l’euro, che contro la sterlina e lo yen giapponese.

Importante risalita del petrolio, che in soli cinque giorni torna sopra quota 50 dollari al barile, in progresso del 7,5%. Un movimento dettato dalla notizia dell’Arabia Saudita di voler rallentare le esportazioni di greggio nel mese di agosto, insieme al dato sulle scorte degli Stati Uniti, calate oltre le attese.

In agenda

Ecco i principali dati macroeconomici che saranno pubblicati nel corso della prossima settimana (fonte: Bloomberg).

Europa – Per l’Eurozona attenzione al dato di crescita del PIL del secondo trimestre, atteso in rialzo su base annua del 2,1%, dal precedente 1,9%. Sarà inoltre comunicato il valore dell’inflazione del mese di luglio, dove quella “core” (di maggiore interesse per la BCE) è prevista stabile all’1,1%. Infine l’agenzia Markit comunicherà il valore dei diversi indici PMI della zona euro. Quest’ultimi saranno anche comunicati per la Francia, la Germania e l’Italia. Segnaliamo infine la pubblicazione della nota mensile sull’economia italiana dell’Istat e il bollettino economico della BCE.

Regno Unito – Anche dal Regno Unito l’attenzione è per il valore aggiornato degli indici PMI dell’agenzia Markit, attesi in leggero rialzo. La prossima settimana si riunirà il board della Bank of England, da cui tuttavia non sono previste operazioni significative.

USA – Dagli Stati Uniti occhi puntati sui nuovi dati del mercato del lavoro, dove (tra tutti) il tasso di disoccupazione è atteso in calo al 4,3%, dal precedente 4,4%. Saranno inoltre comunicati i principali indici PMI del Paese, dove quello manifatturiero è atteso in calo a 56,2 punti, dai precedenti 57,8.

Giappone e Emergenti – Dal Paese asiatico e da Russia, Cina e India saranno comunicati i rispettivi valori dei diversi indici PMI, insieme al dato sull’andamento della produzione industriale del mese di giugno. In India si segnala il possibile taglio di 25 punti base da parte della banca centrale (ora al 6,25%).


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