La Corea del Nord spaventa il mondo e i mercati. Nel mentre gli Stati Uniti crescono meglio del previsto; stessa sorte per l’Italia, dove tuttavia il mercato del lavoro stenta a ripartire.
Quali sono stati i fatti salienti della settimana?
- La Corea del Nord fa sul serio. Nella notte tra lunedì e martedì il missile del diciottesimo test balistico ordinato da Kim Jong-un ha sorvolato il Giappone, per poi inabissarsi nel mare adiacente. Immediata la reazione dei mercati, l’avversione al rischio ha favorito i beni di rifugio (oro e titoli di stato).
- Gli Stati Uniti corrono. La lettura finale del PIL statunitense del secondo trimestre ha battuto le attese degli analisti: la crescita annuale si è portata al 3%, contro il 2,7% precedentemente atteso. Una crescita dettata maggiormente dai consumi dei cittadini americani. Nonostante questo dato positivo, Moody’s si attende una crescita per il 2017 al di sotto del target ricercato dal Presidente Trump (il 3%) pari al 2,1%.
- Luci e ombre sul mercato del lavoro. I dati comunicati dall’Istat riguardanti il mercato del lavoro del nostro Paese segnalano un aumento dello 0,2% del tasso di disoccupazione, ora a quota 11,3%; stessa sorte per il tasso di disoccupazione giovanile in crescita dello 0,3% al 35,5%. Si segnala tuttavia in miglioramento il numero degli occupati (ai massimi dal 2008) cresciuto di 59 mila unità, e il calo degli inattivi. Stabile la disoccupazione dell’Eurozona a quota 9,1%.
- L’Italia cresce. Moody’s ha rivisto al rialzo le stime di crescite per il nostro Paese per il biennio 2017/2018: ora la crescita è attesa a quota 1,3%, rispetto al precedente 1% medio atteso. Migliora anche la fiducia dei consumatori, che si porta sui massimi degli ultimi 16 anni, facendo sperare per una ripresa solida dei consumi.
- Effetto Harvey. La devastazione provocata dal passaggio dell’uragano Harvey in Texas ha provocato (ad oggi) 44 morti e migliaia di feriti e senza tetto. Ad essere colpito è anche il mercato del petrolio: l’uragano ha infatti colpito un terzo delle raffinerie dell’intero Paese. Di riflesso il prezzo della benzina è aumentato di circa il 6%.
Grafico della settimana
L’euro prosegue il suo periodo “stellare”: da inizio anno contro il dollaro Usa si è apprezzato del 13% e nei giorni scorsi ha superato quota 1,2 dollari per euro, ai massimi dal gennaio del 2015. La nostra valuta si è recentemente rafforzata anche grazie ai nuovi dati sulla fiducia delle imprese e dei consumatori, anch’essi ai massimi dal 2007. Come abbiamo evidenziato in questa analisi, l’euro rimane per lo più deprezzato rispetto alla maggior parte delle valute mondiali.
Come si sono mossi i mercati
È stata una settimana di chiusura positiva per tutte le piazze mondiali, al primo posto quella giapponese (+1,4%) seguita da quella americana (+1,3%), dove sicuramente hanno influito le buone notizie sulla crescita; bene anche il FTSE MIB (+0,4%) che si porta al +13,5% da inizio anno, sopra Usa e Giappone; al primo posto restano sempre le azioni dei Paesi Emergenti (+26,1%).
Anche le obbligazioni hanno chiuso tutte in terreno positivo, da segnalare che le obbligazioni italiane sono tornate ad essere positive da inizio anno (+0,3%).
Per quanto riguarda le valute, dopo giorni di apprezzamento da parte dell’euro, la settimana si è chiusa con una pausa (-0.1%). Per le commodities si segnala l’ottima chiusura del metallo giallo (+2,2%) che si porta al 15% da inizio anno, all’esatto opposto del petrolio, in negativo dal 2017 dell’oltre il 7%.
In agenda
Ecco i principali dati macroeconomici che saranno pubblicati nel corso della prossima settimana (fonte: Bloomberg).
Europa – Giovedì si riunisce la BCE dopo la pausa estiva: l’attesa per le parole di Draghi è rivolta alle possibili nuove indicazioni sul piano di uscita dall’attuale fase accomodante, senza nessuna mossa “operativa” sui tassi da parte di Francoforte. Per l’Eurozona sarà comunicata la lettura finale del PIL del secondo trimestre, insieme alla carrellata di PMI dell’agenzia Markit. Anche per Spagna, Italia, Germania e Francia saranno rilasciati i valori aggiornati degli indici PMI, insieme alle indicazioni sulla produzione industriale e sulle vendite al dettaglio del mese di luglio. L’Istat inoltre pubblicherà il bollettino mensile sull’economia italiana.
Regno Unito – Anche per il Regno Unito sarà la settimana dei PMI dell’agenzia Markit, insieme ai valori aggiornati al mese di luglio sulla produzione industriale, produzione manifatturiera e sull’andamento della bilancia commerciale.
USA – Oltre ai soliti dati settimanali sul mercato del lavoro, dagli Stati Uniti l’attenzione sarà rivolta all’indice PMI del settore non manifatturiero del mese di agosto, atteso in crescita a 55 punti, dai precedenti 53.9. Rilevanti segnaliamo il dato sulle scorte di magazzino, il valore della bilancia commerciale e gli ordini industriale di beni durevoli.
Giappone e Emergenti – Per il Giappone sarà comunicata la lettura finale del PIL del secondo trimestre, insieme agli indici PMI e al saldo di conto corrente del Paese. Anche per India e Cina saranno comunicati i valori aggiornati degli indici PMI e al dato relativo alle esportazioni del mese di luglio. Per Brasile e Russia attenzione ai nuovi valori sulla produzione industriale e sull’inflazione. Inoltre è atteso un taglio del tasso d’interesse principale da parte della Banca Centrale del Brasile.