I fatti salienti della settimana
È arrivata l’ora del Messico. Sale la tensione sui dazi. Il presidente Trump, dopo un incontro fallimentare con la delegazione messicana arrivata alla Casa Bianca, ha deciso di ricorrere all’arma dei dazi anche nel caso del Messico per cercare di fermare l’immigrazione illegale. Il tycoon ha annunciato tariffe al 5% su tutto il made in Mexico che entra negli Stati Uniti a partire dal 10 giugno, tariffe che poi saliranno gradualmente fino al 25% in ottobre, e resteranno in vigore sin quando la crisi non sarà risolta.
Italia nell’occhio del ciclone. La Commissione europea ha dato il primo via libera alla procedura di infrazione contro l’Italia per debito eccessivo. L’apertura della procedura dovrà prima essere valutata dall’EFC (Comitato Economico e Finanziario) entro due settimane e poi dovrà passare il vaglio dei ministri delle Finanze europei entro fine giugno.
Federal Reserve pronta a tagliare i tassi? Le aspettative sui tassi di interesse sono mutate notevolmente nel corso di questa settimana a seguito della minaccia del presidente Trump riguardante l’imposizione di dazi al Messico. Parlando alla Fed di Chicago, Jerome Powell ha rotto gli indugi: se la guerra commerciale con la Cina lo renderà necessario, la Federal Reserve è pronta a tagliare i tassi.
Trump in visita nel Regno Unito. Donald Trump ha dato il via alla sua visita di stato nel Regno Unito, dicendo che un accordo commerciale sarà possibile una volta che la Gran Bretagna “si libererà delle catene” dell’UE. Intanto Theresa May ha annunciato che respingerà le richieste degli Stati Uniti di bloccare Huawei dalla sua rete 5G.
Questo matrimonio non s’ha da fare? Fiat Chrysler ha improvvisamente ritirato la sua offerta di combinare con Renault dopo che il consiglio di amministrazione della casa automobilistica francese – sull’orlo dell’approvazione dell’accordo – ha rinviato la decisione finale per la seconda volta perché il suo azionista più importante, lo Stato francese, ha chiesto più tempo. La Fiat ha accusato Parigi di aver esagerato con le richieste di posti di lavoro e di governance.
Whatever it takes parte 2. La BCE ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,40%. Nuove aste TLTRO da fine 2019 con un tasso di interesse superiore di 10 punti base rispetto al tasso medio applicato alle operazioni di rifinanziamento principali dell’Eurosistema.
Come si sono mossi i mercati
Borse tra alti e bassi. Settimana caratterizzata da un’alta volatilità per le borse mondiali. In Asia, gli indici azionari, trainati dal crollo delle società tecnologiche, hanno registrato perdite sulla scia dei nervosismi creati dalla guerra commerciale con gli USA. Lieve rialzo dopo l’apertura della FED sul taglio dei tassi. Anche in Europa sedute altalenanti, lievi rialzi in scia all’annuncio della BCE, che non ha però convinto del tutto i mercati europei. Sul fronte USA, borse con segno positivo ma sale la tensione per Google, Amazon, Apple e Facebook, poiché i funzionari antitrust stanno esaminando la possibilità che le suddette piattaforme digitali stiano usando la loro influenza per danneggiare la concorrenza. Intanto, poderoso rally di Wall Street a metà settimana: anche l’azionario globale scommette sempre di più su un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve.
Aste BTP ok, spread volatile. Settimana altalenante anche per lo spread che dopo aver toccato i 290 punti base, si stabilizza sui 270. Nuove aste BTP: il Tesoro ha assegnato tutti i 5,25 miliardi di euro di Btp a 5, 6 e 10 anni offerti in asta. Il rendimento del quinquennale è salito a 1,81% da 1,72%. L’Italia è l’unico Paese dell’Eurozona ad avere titoli di Stato a due anni con rendimenti positivi.
Indice PMI UE conferma un’economia debole, Milano non si riprende. L’indice PMI composito dell’Eurozona è migliorato a maggio a 51,8 da 51,5 di aprile e l’attività nel settore dei servizi è tornata a crescere a 52,9, ma non in Italia. L’indice PMI servizi è sceso il mese scorso a 50 da 50,4 di aprile. Comunque, ha superato le attese di 49,7. Il terziario italiano ha segnato una stagnazione a maggio dopo tre mesi di modesta crescita.
PIL globale al ribasso. La Banca Mondiale ha tagliato le sue previsioni di crescita del PIL globale per il 2019 dal 2,9% al 2,6%, citando come causa principale il rallentamento del commercio internazionale.
Petrolio in quantità. I timori di un eccesso di offerta hanno fatto precipitare i prezzi del petrolio a New York. Le scorte di petrolio degli Stati Uniti sono balzate al massimo in quasi 30 anni, quando la produzione interna ha raggiunto il record. Il WTI è entrato in un mercato orso dopo essere caduto fino al 5,4% e il Brent è sceso brevemente sotto i 60 dollari al barile per la prima volta da gennaio.
Da segnare in agenda
Europa – Market mover per la prossima settimana: attesi i dati sulla produzione industriale mensile dell’eurozona, la riunione dell’Eurogruppo e soprattutto il vertice dei ministri delle finanze UE.
Gran Bretagna – settimana piena per il Regno Unito da cui si attendono i dati sul PIL annuale, sulla produzione manifatturiera mensile e sul tasso di disoccupazione.
Italia – L’ evento più atteso dai mercati sarà il rilascio dei dati sul tasso di disoccupazione trimestrale italiano.
Stati Uniti – Negli USA si attendono nuovi scontri sul piano commerciale, intanto verranno pubblicati i dati sui prezzi al consumo e soprattutto il report mensile dell’OPEC sugli sviluppi che influenzano la domanda di petrolio.
Cina– In Cina si attendono i dati sull’Export annuale, il saldo della bilancia commerciale e il tasso di disoccupazione.