I fatti salienti della settimana
Coronavirus all’italiana. Mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarava l’emergenza sanitaria globale per il coronavirus1, sono stati identificati i primi due casi in Italia: due turisti cinesi in vacanza a Roma (ma, pare, atterrati a Malpensa), ora in isolamento allo Spallanzani, dove si trovano per accertamenti i connazionali della stessa comitiva.
Il primo ministro Giuseppe Conte ha annunciato lo stop ai collegamenti aerei fra Italia e Cina.
Ripercussioni internazionali. La Russia ha chiuso il confine con la Cina. Starbucks e Ikea più della metà dei punti vendita. Toyota ha interrotto la produzione nel Paese almeno fino al 9 febbraio. Stop ai voli verso la Cina da parte di British Airways e Lufthansa.
Brexit di mezzanotte. Eccoci, alla fine: alla mezzanotte del 31 gennaio, il Regno Unito sarà fuori dall’UE. In settimana il Parlamento Europeo ha approvato l’accordo di divorzio, realizzando così l’ultimo passaggio formale che serviva per dare corso alla prima fase di Brexit. L’intesa era già stata approvata da Parlamento UK, Commissione e Consiglio UE.
Addio Londra: e adesso? Inizia un processo di transizione che durerà fino al 31 dicembre 2020: in questi mesi Londra e Bruxelles dovranno negoziare le loro relazioni future, specialmente su commercio e sicurezza. Negoziati al via dal 3 marzo, dice il Guardian.
Gli Stati Uniti non stanno più nella pelle. Il segretario di Stato USA Mike Pompeo, in visita a Londra, ha ribadito che Brexit consentirà al Regno Unito di non dover sottostare più alle regole europee, cosa che potrebbe portare a un accordo commerciale con gli States.
Ma il 5G guasta l’atmosfera. Il governo britannico continuerà a servirsi di componenti fornite dalla cinese Huawei per realizzare la rete nazionale 5G, escluse le “parti sensibili”. Gli USA, che premono per l’esclusione totale per ragioni di sicurezza, si sono detti “delusi”.
Anche l’UE resiste alle pressioni. Da parte sua, la Commissione UE ha presentato agli Stati membri una serie di raccomandazioni per rendere più sicure le reti di futura generazione 5G, senza escludere in modo esplicito Huawei nonostante le pressioni USA.
Tutto questo mentre Washington minaccia ritorsioni economiche per la tassa sul carbone, che è fra le priorità del piano ambientale UE.
Le ultime dalle banche centrali. Nella prima riunione dell’anno, la Fed ha lasciato i tassi d’interesse tra l’1,5% e l’1,75%. Analoga decisione dalla Bank of England: tassi confermati allo 0,75%. Il governatore uscente Mark Carney ha ridotto le previsioni di crescita del Regno Unito allo 0,8% nel 2020, alzando però quelle per il 2021 all’1,5%.
A proposito di crescita. Un +0,5% circa per il 2020 (dopo lo 0,2% stimato per il 2019) e uno 0,6-0,7% nei prossimi anni: queste le previsioni del Fondo Monetario Internazionale sull’Italia, le più basse in UE. Da noi la disoccupazione è stabile al 9,8%, quella giovanile al 28,9%.
Archiviate intanto le prime elezioni regionali dell’anno: vittoria in Emilia-Romagna per Stefano Bonaccini (centrosinistra), trionfo in Calabria per Jole Santelli (centrodestra).
Ancora scenario internazionale. Mentre prosegue l’iter non facile dell’impeachment, il presidente USA Donald Trump ha presentato il suo piano per risolvere il conflitto israelo-palestinese. Felicitazioni da Israele, stroncatura piena dall’Autorità Nazionale Palestinese, oltre che da Hamas, Hezbollah, Iran e Turchia.
Trimestrali in ordine sparso. Per Apple una delle migliori trimestrali della storia, con tanta cautela però sul trimestre in corso soprattutto a causa del coronavirus. Meglio del previsto Amazon, nuovi record per Facebook, bene Microsoft. Altrove, tracollo per la Boeing (hanno pesato i guai con il modello 737 Max), mentre Tesla ha battuto le previsioni.
Come si sono mossi i mercati
Coronavirus, crescita e mercati. I mercati, in primis quelli asiatici, hanno risentito dei timori per le ripercussioni della pandemia sull’economia cinese e, di riflesso, su quella mondiale. Sui titoli e le valute dei mercati emergenti si è arrestato un rally che durava da sette settimane: penalizzate le imprese di trasporti, vendite al dettaglio e turismo.
Intanto nel quarto trimestre del 2019 il PIL USA è cresciuto del +2,1%, consentendo di chiudere l’anno con un +2,3%: buono, ma non il +3% promesso da Trump.
Nuova corsa ai beni rifugio. Se man mano che i timori per l’impatto del coronavirus si acuivano azioni e petrolio andavano giù, i beni rifugio – inclusi oro, yen e Treasuries – sono stati protagonisti di rialzi.
Il gennaio delle midcap inglesi. I titoli midcap del Regno Unito si accingono a chiudere gennaio in rosso dopo quattro mesi di guadagni: l’indice FTSE 250 è stato colpito da una sterlina più debole (in anticipo rispetto alla decisione della BoE) e dai riflessi del confronto su Brexit, oltre che dalle preoccupazioni sul coronavirus.
Spread ai minimi da novembre. Giù il rendimento del decennale italiano dopo i risultati del voto in Emilia-Romagna: la sconfitta della Lega di Matteo Salvini ha dato fiato al fragile governo Conte II e rende meno probabile un’elezione anticipata a sorpresa.
Lo spread con i Bund tedeschi si è portato ai minimi da novembre.
I market movers della prossima settimana
Nella prima settimana di febbraio verranno pubblicati i PMI manifatturiero e servizi. Nella giornata di venerdì è attesa la relazione mensile sul mercato del lavoro USA. Attenzione alla campagna elettorale per le presidenziali del prossimo novembre, che comincerà a entrare nel vivo.
Venerdì sera l’agenzia Fitch aggiornerà il rating sull’Italia. Nel suo ultimo giudizio aveva confermato la valutazione BBB, due gradini sopra il livello “junk”, con outlook negativo.
1 – Come un coronavirus può contagiare l’economia e i mercati