I fatti salienti della settimana
Ciao Italia, sono il coronavirus. Non c’è bisogno che ve lo diciamo noi: quella che va a concludersi è stata la settimana del panico da epidemia. Comuni del Nord isolati, centinaia di italiani risultati positivi al test, alcuni purtroppo – anziani e/o già debilitati (non che questo renda la cosa meno triste) – non ce l’hanno fatta.
Ma noi, per vocazione, siamo sul versante di chi si chiede quale effetto avrà tutto questo sull’economia del Paese.
Mediobanca ha dato il via. All’inizio della settimana ha detto che, pur apprezzando la rapida reazione del governo italiano all’emergenza coronavirus, “il flusso di notizie è certamente preoccupante e, se non si risolve in tempi brevi, rischia di pesare sull’attività economica”.
Non ha tutti i torti. Si pensi che Milano – capoluogo della regione che, con Emilia-Romagna e Veneto, è una delle locomotive d’Italia, ma anche quella con il maggior numero di contagi ad oggi accertati – ha dovuto rassegnarsi a rinviare il Salone del Mobile.
E non c’è solo Milano: valanga di disdette presso le strutture alberghiere di tutto il Paese, voli verso l’Italia cancellati, locali svuotati, trasporto merci bloccato o fortemente rallentato lungo tutta la Penisola, attività produttive a rilento al Nord e non solo.
Incidono molto le paure, oltre alle restrizioni legate alla diffusione del coronavirus. Per l’Italia c’è già aria di recessione tecnica: i sindacati hanno lanciato l’allarme occupazione, Confindustria ha chiesto al governo “misure più ampie” per sostenere le attività produttive.
E il governo che fa? Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha intanto firmato il decreto ministeriale a supporto delle aree colpite dall’emergenza sanitaria: sospesi i versamenti di imposte e tributi.
Dall’Italia al mondo. Anche Moody’s vede ripercussioni sulla crescita italiana, con aumentati rischi di recessione (ma, in ogni caso – assicura – nessun impatto sul rating).
Non finisce qui. Secondo Moody’s il coronavirus si ripercuoterà sul PIL mondiale con un impatto negativo di “quasi un punto percentuale (annualizzato) nel primo trimestre”, mentre in caso di pandemia c’è il rischio di recessione globale. Per Bank of America il PIL mondiale potrebbe posizionarsi sotto al +3% per la prima volta dal 2009.
L’Europa batte un colpo. La Commissione UE ha stanziato 230 milioni di euro per la lotta alla diffusione del coronavirus. Intanto il vicepresidente della Commissione UE Valdis Dombrovskis ha assicurato: “sui conti dell’Italia saremo comprensivi”.
Ma parliamo d’altro: la Brexit. Il Consiglio Europeo ha dato alla Commissione il mandato per i negoziati con il Regno Unito che prenderanno il via lunedì. Il capo negoziatore Michel Barnier ha detto: nessun accordo se Londra non accetterà le nostre condizioni su concorrenza e pesca.
Il Regno Unito, dal canto suo, si dice pronto all’eventualità di un no deal se entro giugno non ci saranno progressi.
Capatina in India per Trump. Mentre lato dem prosegue il confronto per la nomina di colui o colei che affronterà Trump alle presidenziali di novembre, il presidente USA è andato in India per incontrare il leader indiano Narendra Modi.
Trump ha annunciato che gli USA sono pronti a siglare un nuovo accordo per la vendita di elicotteri militari statunitensi.
Come si sono mossi i mercati
La sintomatologia dei mercati. Listini azionari vittime dell’ennesima fuga dal rischio: l’indice S&P 500 è tornato sui livelli di ottobre; peggior calo in un giorno solo per il Dow Jones. Anche in Europa le Borse si preparano a chiudere una settimana alquanto tosta. Da noi, Ftse Mib ai minimi di dicembre.
Importante nota a margine. Eppure, l’EuroStoxx50 e la sua volatilità implicita non sono distinguibili da altri periodi degli ultimi tre anni. Della serie: allargando lo sguardo le cose non sono poi così malaccio.
Nervosismo sull’obbligazionario. Nella mattinata di venerdì 28 febbraio lo spread BTP-Bund è salito fino a quasi 180 punti base per poi calare. A proposito di asset sicuri e “rifugi”: il rendimento decennale USA è sceso ai minimi dal 2016.
Panorama valutario. Sempre venerdì mattina, sul mercato dei cambi si è registrato un indebolimento del dollaro, che ha consentito all’euro di riconquistare la soglia dell’1,10 dollari.
Giù il petrolio, oro in rialzo. Ancora vendite sul petrolio, con il Brent sui 50 dollari al barile e il WTI sui 45. Oro ben sopra i 1.600 dollari l’oncia: lunedì sui 1.680, venerdì intorno ai 1.620 dopo un ripiegamento.
I market movers della settimana
Dei negoziati per la messa a punto – che non sarà facilissima – di un accordo commerciale tra UE e Regno Unito abbiamo già detto. Il 5 e 6 marzo è in programma il vertice OPEC+.
Quanto ai dati macro, lunedì l’attenzione sarà sul PMI manifatturiero cinese Caixin, mentre negli Stati Uniti e in Italia verranno diffusi, rispettivamente, l’indice ISM e il PMI manifatturiero di Markit.
Martedì prevista la pubblicazione dei dati sull’inflazione dei prezzi al consumo nell’area euro. La settimana si chiuderà con i nuovi ordinativi USA, giovedì, e tedeschi, nella giornata di venerdì.