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HomeECONOMIA E MERCATICOMMENTO AL MERCATOBollettino AO | Medio Oriente ad altissimo voltaggio

Bollettino AO | Medio Oriente ad altissimo voltaggio

I fatti salienti della settimana

Offensiva turca. Rimossa quasi tutta l’infestazione ISIS in Siria, è partita l’offensiva turca contro le forze curde nel nord-est del Paese. Le stesse forze curde che hanno dato un decisivo contributo alla rimozione della suddetta infestazione, su cui Ankara ha invece sempre avuto un atteggiamento all’apparenza quantomeno ambivalente.

Un eventuale appoggio ai curdi da parte degli Stati Uniti, che hanno beneficiato della loro azione sul territorio per mettere ISIS nell’angolo, avrebbe potuto fare la differenza: ma il presidente Trump ha lasciato fare (non senza suscitare polemiche).

L’Europa ha provato a dire qualcosa, ma il presidente turco Erdogan l’ha zittita dicendo: vi mando i tre milioni e passa di profughi siriani che al momento ospitiamo (l’Europa circa tre anni fa si è profumatamente accordata con lo stesso Erdogan affinché i flussi migratori dalla martoriata Siria cessassero).

Attacco all’Iran? Si sospetta un attacco terroristico dietro l’esplosione di una petroliera iraniana al largo della costa saudita. Secondo la National Iranian Tanker, la petroliera è stata colpita da due missili che hanno provocato una fuoriuscita di petrolio nel Mar Rosso. Ma l’equipaggio è incolume e la nave stabile.

Accordo preliminare USA-Cina. La Casa Bianca sta cercando di implementare un patto valutario concordato con la Cina come parte di un accordo che potrebbe contemplare anche una sospensione dell’aumento dei dazi la prossima settimana.

Il patto valutario sarebbe parte di quello che la Casa Bianca considera un accordo preliminare con Pechino. Seguiranno ulteriori trattative su questioni fondamentali come la proprietà intellettuale e la tecnologia.

Intanto una squadra di negoziatori cinesi, guidata dal vice premier Liu He, è atterrata a Washington per riprendere i colloqui commerciali con il rappresentante commerciale degli Stati Uniti Robert Lighthizer e con il segretario al Tesoro Steven Mnuchin. Sono i primi colloqui faccia a faccia tra alti funzionari da luglio.

L’oro della Cina. La Cina ha aggiunto oltre 100 tonnellate di oro alle sue riserve da quando ha ripreso gli acquisti a dicembre, confermandosi tra i principali accumulatori ufficiali. La Banca Popolare Cinese ha raccolto altro oro il mese scorso, arrivando a 62,64 milioni di once a settembre dalle 62,45 milioni di agosto

La Fed riprenderà gli acquisti di titoli del Tesoro per garantire la calma nel mercato monetario, ma il numero uno Jerome Powell si è affrettato a precisare che non si tratta di Quantitative Easing.

Quanto alla prossima mossa del FOMC, il capo della Fed di Chicago Charles Evans ha dichiarato che “non gli spiacerebbe un altro taglio” di 25 punti base.

Brexit, il 31 ottobre si avvicina. Il primo ministro irlandese Leo Varadkar ha detto che un accordo “last minute” sul confine tra le due Irlande è possibile. Il Regno Unito intanto ha pubblicato un rapporto di 156 pagine sui suoi piani di emergenza in caso di “hard Brexit”.

 

 

Come si sono mossi i mercati

Trimestrali al via. Dagli Stati Uniti ha preso il via la stagione delle trimestrali (del terzo trimestre): ci si aspetta che il rallentamento della crescita e il venir meno degli effetti degli sgravi fiscali negli USA pesino su utili e margini.

Ovviamente, prosegue il monitoraggio delle trattative commerciali USA-Cina. E delle tensioni esplosive (o quasi) in Medio Oriente.

Atene ritorna in pista. La Grecia vuole approfittarsi dei rendimenti obbligazionari ai minimi degli altri Paesi per proporre suoi bond: sarà la quarta volta quest’anno.

Il Paese più indebitato dell’area euro ha assunto cinque banche, tra cui BNP Paribas e Goldman Sachs, per collocare sue obbligazioni decennali. In Italia spread BTP-Bund sui 153 punti base sul finire della settimana.

Petroliere e petrolio. Il prezzo del Brent è balzato oltre 60 i dollari al barile dopo la notizia dell’esplosione alla petroliera iraniana vicino al porto di Gedda, in Arabia Saudita. WTI sui 54.

Intanto l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha abbassato, per la quarta volta in sei mesi, le previsioni di crescita della domanda globale, a causa del rallentamento economico globale. La crescita nel 2019 “sarà la più debole dal 2016”.

Il taglio è arrivato dopo che l’OPEC ha abbassato la sua stima sulla domanda, riducendo la previsione del 2019 per la quarta volta in cinque mesi.

 



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Market movers della settimana

Dagli Stati Uniti è atteso l’indice Empire State del settore manifatturiero, insieme all’indice della Fed di Philadelphia e alla produzione industriale.

Riflettori puntati sulla produzione industriale cinese e su quella europea. Nel Vecchio Continente – e in Germania – più di uno spunto arriverà dall’indice ZEW, in flessione da metà 2018. Ma pure dalla bilancia commerciale e dall’indice dei prezzi al consumo.

Torniamo un momento a Pechino: da segnare in agenda anche la variazione annua del PIL nel terzo trimestre e la bilancia commerciale, con l’aggiornamento su import ed export.

 


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