I fatti salienti della settimana
Braccio di ferro Washington-Pechino. Il Wall Street Journal in settimana ha riferito che la Casa Bianca starebbe predisponendo norme che vietano ad aziende con più del 25% del capitale cinese di acquistare imprese statunitensi titolari di “tecnologie industrialmente significative”, notizia smentita dal segretario al Tesoro Steven Mnuchin. Sia come sia, le società iniziano a pagare le incertezze legate alla spirale dazi (vedasi caso Harley Davidson).
Le contromisure della Cina. Intanto la Cina ha annunciato un taglio di 50 punti base della riserva obbligatoria a partire dal 5 luglio, segnalando così l’intenzione di sostenere l’economia di fronte dello stress dei dazi USA, che partono il 6.
Il presidente cinese Xi Jinping, in un meeting con alcuni ceo provenienti da Stati Uniti e area euro, ha dichiarato che la cultura cinese è quella di reagire alle offese e che la Cina potrebbe spostare interessi dai Paesi commercialmente ostili a quelli che non lo sono.
La Corte Suprema dalla parte di Trump. E a proposito di Stati Uniti e del loro presidente Donald Trump (la cui popolarità, secondo un sondaggio Gallup, ora è al 45%, quindi buona): la Corte Suprema ha dato ragione al presidente USA sul “travel ban”, dunque resteranno in vigore le limitazioni dei visti per i cittadini di sette Paesi, ovvero Iran, Libia, Somalia, Siria e Yemen, a maggioranza musulmana, più Corea del Nord e Venezuela.
Un’agenda fitta di incontri. Il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte incontrerà il presidente USA Donald Trump alla Casa Bianca il 30 luglio, mentre Trump incontrerà Vladimir Putin il 16 luglio a Helsinki.
Bene i gialloverdi. Ai ballottaggi che si sono tenuti domenica per eleggere i sindaci in 75 comuni italiani, il centrodestra ha vinto in 28 comuni, comprese alcune città storicamente governate dalla sinistra come Siena, Pisa e Massa. Il centrosinistra ha vinto in tutto in 20 comuni, mentre il Movimento 5 Stelle ha vinto a Imola e Avellino.
Apple e Samsung depongono le armi. Apple e Samsung hanno finalmente chiuso il loro lunghissimo contenzioso legale sulla violazione dei brevetti degli iPhone (nello specifico, il colosso sudcoreano era accusato di avere copiato l’iPhone per produrre i suoi smartphone). Alla fine, le due società hanno trovato un accordo, anche se i termini sono riservatissimi.
Dati macro dal mondo. In Giappone la produzione industriale è scesa dello 0,2% su mese a maggio, dopo tre mesi consecutivi di rialzi, mentre il tasso di disoccupazione si è ridotto di 0,3 punti su mese a maggio al 2,2%: è il livello più basso da 26 anni.
In Germania i prezzi import a maggio hanno registrato un +1,6% mensile e un +3,2% su anno, mentre il tasso di disoccupazione a giugno – corretto per gli effetti stagionali – si è attestato al 5,2%, stabile rispetto alla rilevazione precedente e alle attese degli economisti.
Fai come altri 42.000 italiani, iscriviti gratis alla nostra newsletter!
Grafico della settimana
Giro di boa per i mercati. Fine primo semestre dell’anno, tempo di bilanci. Se nel 2017 il mercato è stato quasi una noia, il 2018 ci sta facendo ricredere. I mercati in questi sei mesi hanno ballato, nessuno escluso. Tra i Paesi Sviluppati, le tensioni all’inizio avevano le sembianze di una FED più restrittiva delle attese, poi si sono spostate sulla trade war fra Stati Uniti e resto del mondo.
L’eco di questi scossoni è arrivato anche tra i Paesi Emergenti, che per primi risentono di una FED più veloce nei rialzi e di un conseguente dollaro USA più forte (ricordiamo che il debito di questi Paesi è emesso proprio in dollari USA). Debolezza anche per i Paesi in Via di Sviluppo, al cui interno troviamo per lo più aree dell’Africa, dell’Asia orientale e dell’Europa dell’est.
Come si sono mossi i mercati
Dazi e flussi migratori. I timori di un impatto delle tensioni commerciali sulle aziende USA si sono fatti sentire su Wall Street, mentre l’accordo tentato dal Consiglio Europeo a Bruxelles sulla gestione dei migranti, pur con tutte le incertezze e le divergenze (diciamo così), ha dato un pochino di sollievo alle Borse europee, che hanno aperto la giornata di venerdì 29 giugno in rialzo dopo una settimana di alti e bassi. In evidenza in settimana il comparto energetico, in scia al boom del petrolio.
WTI stellare. Da inizio settimana, il WTI è decollato verso livelli che non vedeva dal novembre 2014. Bene anche il Brent, anche se con una performance meno stellare che ha ridotto il differenziale tra le due qualità di petrolio greggio.
A spingere le quotazioni hanno contribuito le tensioni sul lato dell’offerta (vedansi Libia e Canada), il pugno duro degli USA sull’Iran, un dossier che presto potrebbe arricchirsi di nuove sanzioni statunitensi verso i Paesi che importano petrolio da Teheran, e il calo delle scorte statunitensi.
Aggiornamenti su BTp e spread. Il rendimento del titolo di Stato decennale italiano e di conseguenza il differenziale con il corrispettivo tedesco è stato un po’ strapazzato questa settimana, anche per effetto dell’inconcludente pre-vertice europeo di domenica 24 giugno, che ha fatto temere per la tenuta del governo tedesco e, a cascata, dell’Europa.
Con le notizie rassicuranti arrivate dal Consiglio Europeo, invece, lo spread ha ripiegato verso i 245 punti. Tiepide, nel frattempo, le aste delle obbligazioni governative che si sono svolte in settimana.
Yuan in calo. Nuovo minimo per lo yuan, sceso sotto quota 6,6 sul dollaro nel 12esimo giorno consecutivo di deprezzamento della valuta cinese. Gli analisti cinesi hanno però smentito che il prolungato deprezzamento del renminbi possa essere usato come un’arma da Pechino nelle dispute commerciali con Washington.
Intanto la banca centrale cinese diretta dal governatore Yi Gang ha rassicurato gli investitori che la politica monetaria di Pechino rimarrà “prudente” e “neutrale” e che la liquidità nel sistema finanziario rimarrà “ragionevole” e “a un livello ampio”. Euro/dollaro venerdì sull’1,16.
In agenda
Di seguito, alcuni dei principali appuntamenti e dati macroeconomici della prossima settimana (fonte: Bloomberg).
Giappone – Lunedì 2 luglio è in programma l’uscita dell’indice Tankan dei grandi produttori manifatturieri e delle grandi aziende non manifatturiere nel secondo trimestre dell’anno.
Cina – Sempre lunedì 2 luglio, è atteso l’indice manifatturiero PMI-Caixin a giugno, cui il 4 si aggiungeranno quello composito e i servizi.
Eurozona – Appuntamento sempre il 2 luglio con l’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero a giugno, mentre il 4 tocca al composito e ai servizi. In settimana da monitorare anche l’indice dei prezzi alla produzione, il tasso di disoccupazione e le vendite al dettaglio.
Gran Bretagna – Tripletta PMI anche nel Regno Unito: lunedì 2 luglio esce l’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero a giugno, martedì 3 è la volta dell’indice dei direttori degli acquisti del settore costruzioni a giugno e il 4 dell’indice dei direttori degli acquisti del settore dei servizi (sempre a giugno).
Stati Uniti – Fari puntati sugli umori dei direttori agli acquisti anche negli USA, dove lunedì 2 luglio è in calendario l’uscita dell’indice ISM del settore manifatturiero nel mese di giugno. Poi vacanza per due giorni: il 3 mercati chiusi a partire dall’ora di pranzo e il 4 tutto il giorno per festeggiare l’Independence Day.
Giovedì 5 luglio l’attività riprende con la variazione dell’occupazione non agricola (ADP) a giugno, con l’indice ISM non manifatturiero sempre a giugno, con le scorte di petrolio greggio e con i verbali di riunione del FOMC. Infine, il 6 luglio sarà la volta delle buste paga del settore non agricolo a giugno e del tasso di disoccupazione, atteso stabile a 3,8%.