La Commissione UE bacchetta l’Italia sulla legge di Bilancio – Lunedì l’Italia ha mandato a Bruxelles, come previsto, il documento programmatico di Bilancio, che contiene le linee generali della prossima Legge di Bilancio. La reazione della Commissione Europea non si è fatta attendere: nella serata di giovedì i commissari Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici, rispettivamente vice presidente della Commissione e commissario per gli Affari economici, hanno inviato a Roma una lettera chiedendo chiarimenti ed esprimendo grande preoccupazione per i piani dichiarati dal governo Conte sulle spese dell’Italia.
Nello specifico, la Commissione nota che le previsioni di spesa del governo – con il deficit indicato al 2,4% per il 2019 – comportano una deviazione significativa e senza precedenti dalle regole di bilancio comunitarie. Il governo italiano ha tempo fino a lunedì 22 ottobre per rispondere ai rilievi di Bruxelles.
La Commissione ha comunque assicurato di voler proseguire un dialogo costruttivo con l’Italia per arrivare a una valutazione finale. Anche il presidente della BCE, Mario Draghi, è intervenuto sulla Legge di Bilancio italiana, evidenziando i rischi legati al mancato rispetto delle regole comunitarie. Occhi puntati ora alle decisioni delle agenzie di rating della prossima settimana.
Spread i massimi dal 2013 – I mercati finanziari hanno risentito del nervosismo sul piano politico: lo spread tra Btp e Bund ha toccato i 340 punti base nella mattinata di venerdì, ai massimi da marzo 2013, mentre il rendimento del Btp decennale ha segnato 3,78%. Dinamica analoga per i CDS a cinque anni (credit default swap), il principale strumento finanziario di assicurazione sul rischio-insolvenza di un paese sovrano, cresciuto oltre i 290 punti. Si tratta anche qui dei massimi dal 2013.
Ancora niente accordo su Brexit: spunta l’ipotesi di uno slittamento – Dato che finora non sono stati fatti “sufficienti progressi” nelle trattative con il Regno Unito, i leader della Ue hanno deciso di cancellare il vertice straordinario del 17 e 18 novembre. Intanto il primo ministro britannico, Theresa May, ha confermato che sta prendendo in considerazione l’estensione del periodo di transizione post Brexit di qualche mese, per consentire a Gran Bretagna e UE di trovare una soluzione sul problema del confine irlandese.
Grafico della settimana
I feriti dai Btp. Siamo all’ABC delle obbligazioni: la risalita del rendimento del decennale italiano comporta il corrispettivo calo del prezzo. A farne le spese sono coloro che detengono queste obbligazioni, nel nostro caso si tratta – per lo più – del sistema bancario italiano, che ne detiene circa il 40%.
Diretta conseguenza a Piazza Affari, i titoli finanziari risultano i più indeboliti nell’ultimo mese, con a capo Intesa San Paolo, Assicurazioni Generali e Unicredit, i primi tre istituti per obbligazioni governative “in pancia”.
Come si sono mossi i mercati
Sulle borse dell’area Asia/Pacifico continua l’instabilità anche a seguito dei dati sul PIL cinese (6,5% annuo, il dato più basso degli ultimi 9 anni), che si aggiungono ai timori per la guerra commerciale con gli Usa. Le piazze asiatiche hanno archiviato la settimana in ordine sparso: Hong Kong e Shanghai sono tornate in positivo dopo un’apertura in rosso, mentre gli indici giapponesi, Nikkei e Topix, hanno chiuso in calo.
Bene le piazze finanziarie statunitensi, dove le trimestrali delle principali banche ha sorpreso positivamente il mercato. In Europa mercati in chiaro-scuro, con il nostro indice di Piazza Affari a chiudere la settimana con il calo più brusco della settimana del Vecchio Continente (-0,91%), trainato dalla debolezza del settore bancario.
L’euro resta debole e chiude la settimana intorno alla soglia dell’1,15 dollari Usa. “Il calo della valuta comune riflette l’accumulo di tensione politica nella zona euro”, ha dichiarato Sim Moh Siong, strategist di Bank of Singapore. Anche la sterlina mostra segni di debolezza, complici le contrattazioni lunghe e ad oggi inutili sulla Brexit. Molto volatile lo yen, che perdeva a fine settimana lo 0,23%.
[slide-anything id=”50378″]Da segnare in agenda
Europa – Riflettori puntati sulla BCE, che giovedì 25 ottobre comunica la decisione sui tassi di interesse. Martedì occhio al dato sulla fiducia dei consumatori europei, mentre mercoledì escono il saldo della bilancia commerciale italiana e l’indice PMI a livello comunitario. Giovedì attesi il tasso di disoccupazione italiano a settembre e gli indici sulla fiducia di cittadini e imprese in Germania.
Stati Uniti – In arrivo l’Indice Markit PMI Composito, i dati sulle scorte di petrolio e le richieste di sussidi di disoccupazione. Occhio all’indice Bloomberg sulla fiducia dei consumatori e al PIL del terzo trimestre (quest’ultimo in agenda venerdì 26).
Giappone – Da monitorare l’indice dei prezzi al consumo, che sarà pubblicato martedì.