I fatti salienti della settimana
Effetto Covid. Nel quarto trimestre del 2022, il Prodotto interno lordo cinese è cresciuto del 2,9% su base annua, invariato rispetto ai tre mesi precedenti. Nell’anno la crescita è stata del 3%: è il secondo dato più basso dal 1976.
Tuttavia, i dati del quarto trimestre e di dicembre, migliori del previsto, fanno sperare in una ripresa: sarebbe una buona notizia per l’economia mondiale.
Incontro a Zurigo. Altri dati, pubblicati martedì, hanno messo in evidenza come la popolazione cinese abbia iniziato a ridursi nel 2022 per la prima volta dal 1961. E già si parla di crisi demografica.
Intanto la segretaria al Tesoro statunitense Janet Yellen ha incontrato il vice primo ministro cinese Liu He a Zurigo.
Fari puntati sui prezzi. In settimana le speranze di un rallentamento dell’inflazione sono state alimentate da un rapporto favorevole sull’indice dei prezzi alla produzione statunitense.
Ciò sembra far presagire un ritorno degli indici dei prezzi al consumo verso l’obiettivo nei prossimi mesi, consentendo così una svolta “dovish” nella politica monetaria.
E tuttavia, una serie di fattori continua a remare contro. Innanzitutto, il numero di domande di disoccupazione negli Stati Uniti, sceso al livello più basso degli ultimi quattro mesi: segno che il mercato del lavoro resta forte, malgrado i tassi più alti.
Poi c’è l’inflazione. A dicembre l’Italia ha registrato un +11,6% su base annua, per effetto dell’energia e dei prezzi dei beni alimentari. Addirittura ai massimi dal dopoguerra l’inflazione tedesca, che sempre a dicembre ha riportato un +8,6% su base annua.
E per contro, anche qui, dall’economia arrivano importanti segnali di tenuta: in un’intervista con il caporedattore di Bloomberg John Micklethwait, il cancelliere Olaf Scholz si è detto sicuro che la Germania eviterà la recessione.
Infine, Eurostat ha confermato il tasso di inflazione annuo nell’Eurozona al 9,2% a dicembre. In rallentamento rispetto al mese precedente, ma comunque sempre quasi cinque volte più alto dell’obiettivo BCE.
Parola di Lagarde. Intervenendo al World Economic Forum di Davos, la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde ha detto che l’inflazione nell’area dell’euro è ancora troppo elevata: occorre portarla all’obiettivo del 2% in maniera ordinata, continuando ad aumentare i tassi. Ma la contrazione dell’economia sarà probabilmente “contenuta”.
C’è chi dice “no”. La Bank of Japan ha deciso di non apportare ulteriori modifiche al suo programma di controllo della curva dei rendimenti: la banda di oscillazione dei rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine rimane tra il -0,50% e lo 0,50%.
La banca ha dichiarato che continuerà ad acquistare obbligazioni su larga scala e le aumenterà su base flessibile se necessario.
Inflazione nipponica. A dicembre l’indice dei prezzi al consumo in Giappone si è assestato al 4%, dal 3,7% di novembre: è l’accelerazione più ampia dal 1981.
Ritorno a Davos. Citavamo prima Davos. Dopo due anni di pandemia, il World Economic Forum è tornato infatti in presenza nella sua invernale cornice alpina.
Ma la composizione della lista degli invitati miliardari è decisamente diversa e, come sottolinea Bloomberg, riflette lo sconvolgimento globale che ha ridisegnato le sorti e spostato i centri di potere tra guerre, malattie e inflazione crescente.
Industria “net zero”. Parlando al World Economic Forum di Davos, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato come imminente la proposta di un Net-Zero Industry Act in risposta all’Inflation Reduction Act con cui gli States hanno predisposto importanti sussidi “green” alle aziende.
Come si sono mossi i mercati
Note di ottimismo. Il mese di gennaio è ancora al di là da finire, ma le Borse anche questa settimana hanno fatto di tutto per tenersi stretti i guadagni da inizio anno e rispettare così la legge del “January Barometer”, nonostante – siam sempre lì – le banche centrali molto “falco” e i timori di recessione sempre presenti.
E tuttavia, note di ottimismo arrivano proprio dalla Bce: la presidente Lagarde ha descritto uno scenario non brillante per il 2023, ma migliore di quanto anticipato e con lo spettro di una grave recessione in allontanamento. Spread tra Btp e Bund sui minimi dall’aprile 2022.
Energia e valute. Sul fronte energetico, in calo i prezzi del gas naturale. Petrolio in rialzo. L’euro resta sopra quota 1 sul biglietto verde.
Indici azionari | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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FTSE MIB | -0.54% | 8.08% |
MSCI Europe | 0.11% | 5.97% |
S&P 500 | -1.95% | 0.26% |
Nikkei | 1.04% | 1.50% |
Shanghai Composite CSI 300 | 3.31% | 7.86% |
Indici obbligazionari | Performance settimanale | Performance da inizio anno |
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10-yr yield on Italian Bond (BTP) | 3.79% | – |
10-yr yield on US Treasuries | 3.40% | – |
10-yr yield on German Bund | 2.06% | – |
10-yr yield on Eurozone bonds | 2.06% | – |
Spread Btp-Bund | 180.44 punti | 20.35% |
Materie prime | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
---|---|---|
Oro | 57.19 eur/gr (2.02%) | 5.87% |
Petrolio Wti | 80.7 usd/barile (2.89%) | 6.27% |
Valute | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Cambio Eur/Usd | 1,0834 (-0.16%) | 1.98% |
Cambio Eur/Gbp | 0,8755 (-1.81%) | 0.10% |
Indici di mercato. Dati aggiornati ore 17.00 del 20/01/23.
I market movers della prossima settimana
Sul Vecchio Continente sarà la volta degli indici dei responsabili degli acquisti (i famosi Pmi), mentre in Germania uscirà la nuova indagine Ifo. Pmi ma anche Pil negli States, con l’aggiornamento sul quarto trimestre del 2022.
La Federal Reserve si terrà occupata con le ultimissime dal Pce core, indicatore dei prezzi molto seguito dalla banca centrale Usa.
In Giappone è attesa la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo di Tokio.