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HomeECONOMIA E MERCATICOMMENTO AL MERCATOBollettino AO | Italia in recessione, la Brexit è una montagna da scalare

Bollettino AO | Italia in recessione, la Brexit è una montagna da scalare

L'Italia vva verso un periodo di recessione, mentre la Brexit ripiomba nel caos

I fatti salienti della settimana

“Hard Brexit” on the way? Martedì 29 gennaio il Parlamento UK ha autorizzato il primo ministro Theresa May a rinegoziare l’accordo con l’Unione Europea, ma da Bruxelles la risposta è stata un secco “no”.

Per la Commissione UE, infatti, l’accordo raggiunto con la controparte in due anni di trattative è “il solo e il migliore possibile”, quindi non si tocca. May ha 15 giorni di tempo per convincere Bruxelles a cambiare il patto, specialmente sulla spinosa questione irlandese.

L’Italia è in recessione “tecnica”. Il PIL italiano è sceso dello 0,2% nel quarto trimestre del 2018 rispetto al periodo luglio-settembre, dopo essere rimasto fermo allo 0% nel terzo trimestre.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte getta acqua sul fuoco: il calo era già “previsto ed è collegato a fattori transitori esterni alla nostra economia. Non abbiamo ragione di perdere fiducia, c’è molto entusiasmo”, ha detto.

USA, fine dello shutdown (per ora). Il presidente americano Donald Trump e i leader del Congresso hanno raggiunto un accordo per riaprire temporaneamente gli uffici federali dopo 35 giorni di shutdown (il più lungo della storia USA).

La riapertura però durerà solo fino al 15 febbraio, nella speranza di trovare nel frattempo una più ampia intesa sul bilancio. Il braccio di ferro è soprattutto sul muro al confine col Messico, con il presidente Trump che insiste per ottenere 5 miliardi di dollari per costruirlo.

“Tranquilli, va tutto bene”. Trump e la delegazione cinese hanno fatto sapere che a Washington si sono fatti progressi nei negoziati commerciali. Il prossimo appuntamento è in Cina a metà febbraio, stante la scadenza della tregua fissata al primo marzo. La linea del “detto/non detto” sulle trattative ispira tra gli investitori, alternativamente, fiducia e ottimismo o cautela e prudenza.

 

GDS_1_FEBBRAIO | amCharts

 

Come si sono mossi i mercati

Facebook ok, Apple ko. L’Asia ha provato ad aprire la settimana sulla scia dell’ottimismo su un accordo tra USA e Cina, senza riuscirci completamente. Poi, la prudenza della Fed su eventuali nuovi rialzi ha fatto da stimolo.

A tal proposito: l’S&P 500 si è attestato ai massimi da otto settimane dopo che la banca centrale USA ha detto che sarà “paziente” sull’aumento dei tassi.

Nasdaq diviso tra Facebook, che ha riportato risultati migliori delle attese, e Apple, che deve fare i conti con il calo delle vendite del primo trimestre, anche per effetto del rallentamento cinese.

E l’Europa? I listini europei hanno tenuto botta dopo la revisione al ribasso delle stime sul PIL tedesco (dall’1,8% all’1% nel 2019) e le ultime notizie – non risolutive – dal fronte Brexit. E proprio l’incognita Brexit ha impedito al FTSE 100, il principale indice azionario di Londra, di rimbalzare a gennaio come invece hanno fatto altri mercati.

Gennaio movimentato per i bond UE. Il mercato obbligazionario europeo Investment Grade ha archiviato il mese più movimentato di sempre: secondo Bloomberg, infatti, gli emittenti, governativi e corporate, hanno collocato titoli per la cifra record di 215 miliardi di euro.

Back to business. La Grecia ha collocato sul mercato un’emissione a cinque anni (scadenza 2024) per 2,5 miliardi di euro, con un rendimento del 3,6% (target iniziale del 3,88%). È stata la prima emissione da quando il Paese, ad agosto, è uscito dall’ultimo piano di bailout concordato con i creditori nel luglio del 2015.

Effetto Fed sul dollaro. Dollaro USA giù dopo che la Fed ha detto che sarà “paziente” sul rialzo dei tassi, mostrando una certa flessibilità sul percorso di riduzione del suo bilancio. Lo yuan cinese ha ripiegato un po’. L’euro si avvia a chiudere la settimana ben sopra l’1,14 nel cambio con il dollaro.

Quotazioni giù. WTI sotto i 54 dollari al barile dopo il suo miglior gennaio, in scia ai dati sulla produzione cinese e all’assenza di segnali decisi dal fronte dei negoziati commerciali. Brent sui 60 dollari al barile sul finire della settimana.



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Da segnare in agenda

Cina – Mercati finanziari cinesi chiusi per le festività del nuovo anno lunare.

Stati Uniti – Martedì 5 febbraio è atteso l’indice ISM non manifatturiero a gennaio. La settimana prossima sono in programma, fra gli altri, anche gli ordinativi di beni durevoli. Attenzione al dato sul PIL nel quarto trimestre e alla bilancia commerciale.

Con lo stop allo shutdown è stato riprogrammato al 5 febbraio il discorso sullo stato dell’Unione del presidente Trump, slittato di una settimana proprio a causa dello shutdown.

Gran Bretagna – Focus sull’indice dei direttori degli acquisti del settore costruzioni e sull’indice dei direttori degli acquisti dei servizi. Fari puntati, poi, sul rapporto della BoE sull’inflazione e sulla decisione sul tasso d’interesse.

Europa – In Italia, il 4 febbraio, l’ISTAT rilascerà il nuovo paniere dei prezzi al consumo. Segnaliamo anche la pubblicazione delle previsioni economiche da parte della Commissione Europea e la diffusione del bollettino della BCE: entrambi i documenti si conosceranno il 7 febbraio.

 


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