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Bollettino AO | Inflazione nel mirino della Fed, più Gnl dagli Usa all’Europa

I fatti salienti della settimana

Fed aggressiva. Se necessario, la Fed procederà con rialzi dei tassi superiori a 25 punti base in una o più riunioni. A dirlo, in settimana, è stato il presidente della banca centrale Usa Jerome Powell.

D’altro canto, nella fase di forte rialzo dei prezzi in cui ci troviamo, le banche centrali proprio non possono non rispondere agli sviluppi dell’inflazione.

E la Bce che fa? Nel suo bollettino economico, la Bce ha rivisto al ribasso le proiezioni sulla crescita mondiale, stimata ora al 4,1% nel 2022 (dal 6,3%) e al 3,6% nel 2023 e nel 2024.

Ma dato che la guerra in corso “amplifica notevolmente l’incertezza”, qualsiasi adeguamento dei tassi d’interesse “avverrà in un momento successivo rispetto al termine degli acquisti netti”, previsto per il terzo trimestre.

Salgono i costi. La guerra in Ucraina avrà probabilmente “un impatto sull’attività delle imprese e potrebbe re-innescare un aumento del risparmio delle famiglie, come già accaduto durante i lockdown”, ha detto la presidente Christine Lagarde in un evento in Francia.

E intanto i prezzi alla produzione in Germania sono saliti ancora, registrando a febbraio un aumento annuo del 25,9% dopo il +25% del mese prima (poco meno delle attese).

Sostegno alle imprese. La Commissione Ue ha dato il via libera al nuovo quadro temporaneo sugli aiuti di Stato per supportare le aziende europee e i settori più colpiti dal caro energia.

Aiuti da 500 milioni di euro per i produttori agricoli: per far fronte a un’emergenza che è anche alimentare – con le forniture di cereali da Russia e Ucraina ferme ai box per via della guerra – sono poi stati resi disponibili 4 milioni di ettari di terreni coltivabili.

Cina e Giappone. La Banca centrale cinese ha confermato i tassi sui prestiti a uno e a cinque anni. La Bank of Japan andrà avanti con il suo programma di stimolo malgrado l’aumento dell’inflazione, che potrebbe battere le attese per via dell’incremento dei costi delle imprese.

A proposito di guerra. Presidente Usa Joe Biden a Bruxelles per i vertici di Nato, Ue e G7. “Se ci saranno attacchi chimici risponderemo, e la natura della risposta dipenderà da quella dell’attacco”, ha detto, assicurando comunque che la Nato oggi “è più unita che mai”.

Per adesso, agli attacchi si risponde con le sanzioni. Ma quanto altro margine di manovra resta, su questo fronte?

 

 

Il nodo dell’energia. Finora le sanzioni non hanno toccato il settore energetico. E il motivo è presto detto: l’Europa dipende fortemente dalle forniture russe.

“Se potessimo fermare le importazioni di petrolio dalla Russia lo faremmo. Non è una questione di volerlo o meno, ma di quanto siamo dipendenti”, ha ammesso la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock. Un blocco immediato all’energia russa significherebbe recessione per l’Europa e la Germania, ha di fatto confermato il cancelliere Olaf Scholz.

Come se ne esce? Non è semplice. Ma intanto Stati Uniti e Ue hanno stretto un accordo per ridurre la dipendenza europea dalla Russia. Gli Usa garantiranno ulteriori 15 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto quest’anno e faranno fronte a un’ulteriore domanda del mercato Ue per 50 miliardi di metri cubi entro il 2030.

La Commissione Ue, dal canto suo, lavorerà con gli Stati membri per costruire una rete di stoccaggio del gas in tutto il continente e le infrastrutture necessarie per ricevere il gas naturale liquefatto. E si impegnerà per un uso efficiente del gas.

E per non perdere di vista la strategia delle emissioni zero, si punta investire in soluzioni per creare idrogeno pulito e rinnovabile (con apposita task force composta da membri della Casa Bianca e della Commissione europea).

Sullo sfondo, la possibilità che il flusso di gas dalla Russia possa interrompersi da un momento all’altro, specialmente ora che il presidente Vladimir Putin ha chiesto pagamenti in rubli.

Cos’ha chiesto Putin? Il presidente russo ha detto che il suo Paese accetterà soltanto pagamenti in rubli, e non più in dollari ed euro per il gas, dai Paesi “ostili”. Una richiesta che i governi di Italia e Germania hanno definito “violazione contrattuale”.

Destinazione Qatar. La Germania, intanto, ha stretto un accordo a lungo termine con il Qatar per una partnership energetica che dovrebbe aiutare Berlino a ridurre la dipendenza dal gas russo.

Non solo gas e petrolio. La direttrice del Wto, Ngozi Okonjo-Iweala, ha fatto presente che l’aumento globale dei prezzi dei beni alimentari rischia di provocare rivolte nei Paesi poveri, e ha chiesto quindi ai Paesi produttori di evitare di accaparrarsi le scorte.

 

Come si sono mossi i mercati

Recupero globale. Malgrado la Fed falco, in quest’ultima settimana i listini azionari a livello globale hanno registrato un certo recupero. Tuttavia, da inizio anno sono ancora in territorio negativo: l’MSCI World è infatti sotto del 6% circa dai valori di fine 2021.

Pressione sui Treasury. I commenti della Fed hanno portato un’ulteriore pressione al rialzo sui rendimenti dei Treasury. L’indice obbligazionario Bloomberg Global Aggregate è arrivato a perdere più del 6,5% da inizio anno e l’11% dai massimi del gennaio 2021.

Si tratta del più profondo “bear market” dei titoli obbligazionari globali di sempre, come sottolinea Paolo Mauri Brusa, gestore del team Multi Asset Italia di GAM (Italia) SGR.

Il ritorno del Moex. Ma la notizia della settimana è stata (anche) la riapertura della Borsa di Mosca. Nonostante il conflitto in Ucraina e le sanzioni sempre più dure, e dopo una sospensione iniziata il 25 febbraio per decisione della banca centrale russa, l’indice Moex ha terminato la seduta di riapertura con un +4,37%.

Il listino è tornato in attività con 33 titoli contrattabili, sui circa 50 che lo compongono, ed è stato sostenuto da una serie di misure adottate dal governo. Il Cremlino ha infatti vietato short selling e vendite di azioni da parte di stranieri e dato al fondo sovrano l’ordine di comprare titoli e sostenere le quotazioni.

Gli acquisti, dopo il ritorno in attività, hanno premiato i colossi dell’energia, che non solo finora hanno schivato le sanzioni, ma che stanno anche beneficiando dell’impennata dei prezzi di gas e petrolio.

Focus materie prime. L’accordo sulle forniture di gas naturale liquefatto dagli States all’Europa ha avuto subito un riflesso sulle quotazioni del gas alla Borsa di Amsterdam: i future sulla piazza olandese – benchmark del prezzo del metano in Europa – hanno registrato un calo del 4,1%, a 107 euro.

A incidere in senso inverso, sul gas ma anche sul petrolio, era stata invece la richiesta di Mosca di pagamenti esclusivamente in rubli.

 

Indici azionari Performance settimanale Performance da inizio mese
Azioni Italia 0.65% -6.30%
Azioni Europa -0.24% 0.10%
Azioni Usa 1.32% 3.09%
Azioni Cina 2.10% -6.81%
Indici obbligazionari Performance settimanale Performance da inizio mese
Bond governativi eurozona -1.41% -2.62%
Bond governativi usa -1.68% -2.98%
Bond corporate usa -1.17% -2.24%
Spread Btp-Bund 150.8 punti -7.18%
Materie prime Performance settimanale Performance da inizio mese
Oro 56.97 eur/gr (1.25%) 4.99%
Petrolio Wti 111.14 usd/barile (1.73%) -1.77%
Valute Performance settimanale Performance da inizio mese
Cambio Eur/Usd 1.1013 (-0.09%) -2.33%
Cambio Eur/Gbp 0.8347 (-0.25%) -0.74%

Indici di mercato. Dati aggiornati ore 16.30 del 25/03/22.

 

I market movers della prossima settimana

Dagli Stati Uniti attesi gli aggiornamenti sulla fiducia dei consumatori e sul mercato del lavoro (nuovi lavori Jolts, variazione dell’occupazione non agricola Adp, tasso di disoccupazione e buste paga del settore non agricolo, oltre alle richieste iniziali di sussidi). Negli Usa attenzione anche all’indice Ism dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero.

Novità dai direttori agli acquisti del manifatturiero attese anche da Cina, Europa e Gran Bretagna. Nel Regno Unito riflettori puntati anche sul Prodotto Interno Lordo, con la variazione trimestrale e annuale.

Nel Vecchio Continente, nuovi spunti arriveranno anche dalla variazione annuale dell’indice dei prezzi al consumo. In Germania si farà il punto sulla disoccupazione.

 


 

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