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HomeECONOMIA E MERCATICOMMENTO AL MERCATOBollettino AO | Il maxi taglio dell’Opec+ non piace agli Usa, mercati ancora instabili

Bollettino AO | Il maxi taglio dell’Opec+ non piace agli Usa, mercati ancora instabili

I fatti salienti della settimana

Giù la produzione di greggio. L’Opec+, organizzazione dei Paesi produttori di petrolio, ha deciso di tagliare la produzione di greggio di 2 milioni di barili al giorno. Una mossa non apprezzata dagli Stati Uniti, che hanno accusato l’organizzazione di allinearsi con la Russia.

La diminuzione dell’offerta potrebbe infatti comportare un aumento delle quotazioni a livello globale e aiutare Mosca, grande esportatore di petrolio, a sostenere i costi della sua guerra in Ucraina, come scrive il Wall Street Journal.

Consiglio europeo a Praga. Giovedì e venerdì si è tenuto a Praga il Consiglio Europeo, in cui capi di Stato e di governo dei 27 Paesi membri hanno discusso della crisi energetica e del sostegno militare a Kiev.

Italia, Polonia, Grecia e Belgio hanno proposto un tetto “dinamico” al prezzo del gas, mentre la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il premier norvegese Jonas Store hanno raggiunto un accordo per “sviluppare congiuntamente strumenti” volti a “stabilizzare i mercati energetici” e la “volatilità dei prezzi”.

Un inverno poco riscaldato. In Italia il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha firmato il decreto sul risparmio energetico, che prevede un grado e 15 giorni in meno per gli impianti di riscaldamento.

Annessione e contromosse. Il Parlamento russo ha ratificato l’annessione alla Russia di quattro regioni ucraine – Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia – dopo un referendum non riconosciuto dalla comunità internazionale. Intanto, il presidente ucraino Volodymyr Zelenski ha firmato un decreto in cui ha ribadito l’impossibilità di negoziare la pace con il presidente russo Vladimir Putin.

Minaccia nucleare. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha affermato che la minaccia del presidente russo Vladimir Putin di utilizzare armi nucleari è la più grande minaccia di questo tipo dalla crisi dei missili di Cuba. Il Parlamento europeo ha chiesto all’Ue di preparare una risposta contro un eventuale attacco nucleare russo. Intanto è stato approvato l’ottavo pacchetto di sanzioni contro Mosca.

 

 

Liz Truss fa marcia indietro. Dopo una settimana di grave crisi finanziaria e crollo della sterlina, il governo britannico ha deciso di abbandonare il progetto di taglio dell’aliquota al 45% per la fascia di popolazione più ricca.

Concludendo il congresso del Partito conservatore a Birmingham, la premier Truss ha detto che il Regno Unito sta affrontando una fase “tempestosa”, ma ha promesso che la priorità del suo governo sarà la crescita. Intanto, l’agenzia Fitch ha abbassato le prospettive del Regno da “stabili” a “negative”.

RePower all’europea. L’Ecofin, composto dai ministri delle Finanze dell’Ue, ha dato il via libera al piano chiamato RePower, che finanzia investimenti negli Stati membri per ridurre la dipendenza dal gas russo.

Prezzi alla produzione in rialzo. Ad agosto nell’Ue i prezzi della produzione industriale sono aumentati del 4,9% rispetto a luglio e del 43% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso.

Usa, segnali dal mercato del lavoro. Nel mese di settembre il settore privato degli Stati Uniti ha creato 208.000 nuovi posti di lavoro, più delle attese che puntavano su un aumento di 200.000 posti e dopo la crescita di 185.000 unità del mese di agosto. Focus anche sul rapporto mensile sull’occupazione americana.

Elon Musk ci ripensa. Il numero uno di Tesla sarebbe intenzionato a riproporre a Twitter l’offerta d’acquisto iniziale, da 44 miliardi di dollari. Secondo il New York Times, nelle ultime settimane Musk avrebbe puntato a uno sconto del 30% sul prezzo dell’offerta.

 

Come si sono mossi i mercati

Speranze deluse. All’inizio della settimana, alcuni dati macro deludenti avevano fatto sperare che la Fed e la Bce potessero rallentare il processo di rialzo dei tassi nei mesi futuri, una supposizione che ha favorito il rimbalzo dei listini. Ma nei giorni successivi le aspettative degli investitori sono state velocemente ridimensionate.

Negli Usa mercoledì sono stati annunciati nuovi dati sul mercato del lavoro che hanno messo in evidenza la tenuta dell’economia, mentre diversi rappresentanti della banca hanno fatto capire che i rialzi dei tassi non stanno per finire. E in Europa le minute dell’ultima riunione della Bce hanno confermato la necessità di agire per abbassare l’inflazione.

Così i listini, da questa e dall’altra parte dell’Oceano, hanno di nuovo invertito la rotta, appesantiti anche dalle “solite” incognite legate a crisi energetica e guerra tra Russia e Ucraina.

Mercato valutario. L’euro ha recuperato oltre il 3% sul biglietto verde americano a partire dall’ultima seduta di settembre. Nella mattinata di venerdì il cambio si attestava a 0,9777.

Materie prime. Da inizio ottobre il prezzo del petrolio è salito del 14% circa per il Wti e dell’11% per il Brent. Nella giornata di venerdì, viaggiavano rispettivamente sugli 88 e sui 94 dollari al barile. Sul finire della settimana è scivolato dell’8% il prezzo del gas sul Ttf.

 

Indici azionari Performance settimanale Performance da inizio mese
FTSE MIB 3.87% -1.42%
MSCI Europe 3.42% -4.12%
S&P 500 2.12% -3.42%
Nikkei 2.37% -1.34%
Indici obbligazionari Performance settimanale Performance da inizio anno
10-yr yield on Italian Bond (BTP) 4.51% 1.17%
10-yr yield on US Treasuries 3.82% 1.51%
10-yr yield on German Bund 2.10% -0.18%
10-yr yield on Eurozone bonds 2.10% -0.18%
Spread Btp-Bund 248.62 punti 128.69%
Materie prime Performance settimanale Performance da inizio mese
Oro 56.02 eur/gr (3.09%) 1.74%
Petrolio Wti 88.75 usd/barile (-1.41%) -1.77%
Valute Performance settimanale Performance da inizio mese
Cambio Eur/Usd 0,9757 (0.77%) -0.64%
Cambio Eur/Gbp 0,8761 (-0,68%) 2.33%

Indici di mercato. Dati aggiornati ore 17.00 del 07/10/22.

 

I market movers della prossima settimana

Una carrellata di dati interessanti inizierà ad arrivare dal Regno Unito a partire da martedì, quando sono attesi il discorso del governatore della Bank of England e i numeri sul mercato del lavoro (indice dei salari medi ad agosto e variazione delle richieste dei sussidi di disoccupazione a settembre).

Mercoledì, sempre nel Regno Unito, occhio ai numeri su Pil e produzione manifatturiera, mentre dagli Stati Uniti arriveranno l’indice dei prezzi alla produzione e i verbali dell’ultima riunione del Fomc. Ma a catalizzare l’attenzione degli investitori sarà soprattutto il discorso della presidente della Bce, Christine Lagarde.

La settimana proseguirà con i dati sull’inflazione negli Stati Uniti e in Germania nel mese di settembre e si chiuderà con i dati del mese scorso sulle vendite al dettaglio a stelle e strisce.

 


 

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