I fatti salienti della settimana
Una settimana “decisiva”. Si avvia a chiusura una di quelle settimane che, ricorrendo a un’aggettivazione forse un po’ troppo abusata, i media amano definire “decisiva”.
Ma, ad oggi, mentre redigiamo questa nota, siamo più o meno al punto in cui eravamo lo scorso lunedì: Italia ancora in attesa del nome del prossimo presidente della Repubblica e tensione ancora alle stelle e oltre fra Stati Uniti e Russia sull’Ucraina, con Francia e Germania che tentano di mediare.
Sanzioni promesse. Fra le altre, si è letto in settimana di un’ipotesi di sanzione che escluderebbe Mosca dai mercati europei del capitale.
Mettere le mani avanti. Mosca, dal canto suo, ha provato a buttarsi avanti per non rimanere indietro: in settimana, il presidente russo Vladimir Putin e diversi ministri hanno parlato in videochiamata con i top manager di alcuni colossi italiani, fra i quali Unicredit, Eni ed Enel, per ribadire l’importanza dei rapporti commerciali tra Russia e Italia. Un incontro definito “inopportuno” dalla Commissione europea.
Due giorni dopo, Unicredit ha annunciato l’addio alla possibile acquisizione di Otkritie Bank, banca russa nazionalizzata pochi anni fa, proprio per via delle crescenti tensioni in Ucraina.
E poi c’è la Fed. Mercoledì 26 gennaio si è svolta l’attesissima prima riunione dell’anno in casa Fed, la banca centrale statunitense. La quale ha deciso di tenere per il momento i tassi fermi. Ma il presidente Jerome Powell ha detto che l’autorità monetaria Usa è pronta ad alzarli a marzo e non ha escluso di muoversi a ogni riunione per affrontare l’inflazione.
Powell ha detto anche che l’economia è forte. Tra le righe, secondo Bloomberg, i trader azionari hanno colto anche un altro messaggio: la Fed si tira fuori, adesso siete da soli. L’attesa, ora, è addirittura di cinque rialzi di un quarto di punto percentuale nel corso del 2022.
L’economia Usa cresce. Nel quarto trimestre del 2021, il Prodotto interno lordo Usa ha registrato una crescita del +6,9% rispetto a un anno prima, meglio delle attese.
Bene anche l’area euro. A gennaio il Pmi dell’Eurozona è calato a 52,4 punti dai 53,3 di dicembre. L’indice dei servizi è sceso dai 53,1 punti di dicembre a 51,2. Su il manifatturiero, da 58 a 59 punti, oltre le attese degli analisti. Tutti, comunque, sopra la soglia fatidica dei 50 punti, a segnalare un buon momento economico, pur con tutte le incognite.
Le previsioni dell’Fmi. Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le stime del Pil italiano nel 2022: al 3,8%, lo 0,4% in meno rispetto alla precedente previsione. Pesano la variante Omicron, l’inflazione e le difficoltà legate alla catena di approvvigionamento. Difficoltà, queste ultime, che negli States condizionano gli scenari di Tesla, la quale pur ha stabilito un record di profitto.
A proposito di colossi. Malgrado la carenza di microchip, nel quarto trimestre del 2021 Apple ha annunciato una crescita record dei ricavi, a quasi 124 miliardi di dollari. Conti record anche per Samsung Electronics: circa 64 miliardi di dollari i ricavi registrati negli ultimi tre mesi dell’anno passato. Microsoft ha battuto le previsioni su ricavi e utile netto.
Il plateau è servito. E poi – non dimentichiamocelo – c’è la pandemia di Covid-19. Il commissario straordinario per l’emergenza Francesco Figliuolo ha detto che in Italia “siamo arrivati al plateau della curva per la variante Omicron e quindi si sta andando in discesa”. Secondo l’Oms, la variante Omicron “potrebbe rappresentare la fase finale della pandemia in Europa”.
Come si sono mossi i mercati
Un brutto lunedì. Giornata di calo per le Borse di tutto il mondo. Milano ha perso il 4%, seguita a ruota da Parigi (-3,8%), Francoforte (-3,7%) e Londra (-2,4%). Indice Stoxx 600 in calo del 3,6%. A monte, le tensioni tra Russia e Ucraina e l’ansia crescente in vista della riunione Fed di mercoledì 26 gennaio, che poi è finita come vi abbiamo detto.
Inversione a U. Bloomberg ha segnalato la fortissima inversione di rotta del Nasdaq 100, passato dal suo peggior selloff in due anni ai guadagni, che hanno cancellato una perdita di quasi il 5%: la più ardita inversione nel suo genere dall’8 gennaio 2001, quando si era nel bel mezzo dei cali della bolla dot-com.
Effetto Fed sui mercati. Ci ha poi pensato la Fed a disattivare il rally di Wall Street. Rendimenti dei Treasuries statunitensi a due anni ai livelli più alti dall’emergere della pandemia. Il dollaro ha toccato i massimi di un mese.
Greggio in rialzo. Prezzo del petrolio in salita sull’onda delle tensioni geopolitiche e delle preoccupazioni per le forniture.
Spread Btp-Bund in rialzo. Avvio in rialzo venerdì mattina per lo spread tra Btp e Bund: in apertura il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano e il pari scadenza tedesco era a 144 punti base, dai 141 punti della chiusura di giovedì. Questo in risposta al rialzo del rendimento del Btp decennale benchmark, all’1,40%.
Periodo “nì” per le cripto. Le vendite nel mercato globale delle criptovalute si sono attenuate lunedì dopo i massicci cali dei token digitali della settimana precedente. I segnali di politica monetaria “hawkish” da parte della Federal Reserve, così come i nuovi accenni di regolamentazione da parte della Casa Bianca e la minaccia di un vero e proprio divieto di estrazione e scambio in Russia, hanno messo in crisi le monete digitali.
Indici azionari | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Azioni Italia | -0.20% | -1.20% |
Azioni Europa | -0.69% | -3.05% |
Azioni Usa | -1.80% | -10.27% |
Azioni Cina | -7.00% | -3.14% |
Indici obbligazionari | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Bond governativi eurozona | -0.03% | -1.38% |
Bond governativi usa | 0.25% | -2.79% |
Bond corporate usa | -0.78% | -3.29% |
Spread Btp-Bund | 141 punti | 0,35% |
Materie prime | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Oro | 51.44 eur/gr (-3.00%) | 1.06% |
Petrolio Wti | 88.31 (6.51%) | 17.38% |
Valute | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Cambio Eur/Usd | 1.1154 (-1.38%) | -1.26% |
Cambio Eur/Gbp | 0.8314 (-0.92%) | -1.18% |
Indici di mercato. Dati aggiornati ore 16.00 dello 28/01/22
I market movers della prossima settimana
Tra lunedì 31 e martedì primo febbraio arriveranno tutta una serie di indicazioni dai direttori agli acquisti del settore manifatturiero, con aggiornamenti dalla Cina, dal Vecchio Continente, dal Regno Unito e dagli States. Nel resto della settimana, ci sarà modo di riflettere anche sui servizi e sui dati compositi.
Martedì fari puntati anche sulla variazione della disoccupazione in Germania. Dagli Usa, altre indicazioni poi sul mercato del lavoro, con i nuovi lavori JOLTs a dicembre.
Mercoledì 2 febbraio focus sulla variazione dell’occupazione non agricola e sulle scorte di petrolio greggio. Giovedì 3 la parola andrà alla Banca centrale europea, con la decisione sul tasso d’interesse. La prossima settimana è attesa anche la nuova comunicazione da parte della Bank of England.
Venerdì 4 febbraio la settimana si conclude con il tasso di disoccupazione dagli Usa.