I fatti salienti della settimana
La Fed alza i tassi. La Federal Reserve, come ampiamente previsto, ha alzato i tassi di interesse di 0,5 punti percentuali, portandoli nella forchetta tra lo 0,75% e l’1%, dal precedente 0,25-0,50%. Si tratta del primo aumento di una simile entità dal 2000, anche se ormai la mossa era stata scontata dai mercati.
La riduzione del portafoglio titoli della Fed, salito a 9mila miliardi di dollari, inizierà a giugno a una velocità di 47,5 miliardi di dollari al mese fino ad agosto, per poi salire a 95 miliardi.
Il presidente dell’istituto centrale, Jerome Powell, ha dichiarato che ci saranno ulteriori aumenti del costo del denaro, ma ha escluso rialzi di 75 punti base alle prossime riunioni. Il che ha rasserenato i mercati, anche se per poco.
La BoE la segue a ruota. Anche la Bank of England ha deciso di alzare i tassi d’interesse, portandoli dallo 0,75% all’1%, il livello più alto da 13 anni. Del resto, l’inflazione continua a correre: nel Regno Unito è salita del 7% su anno a marzo, ai massimi degli ultimi 30 anni. E, secondo le stime, si avvia a superare il 10% entro la fine del 2022.
Titoli di Stato, rendimenti in salita. Intanto in settimana il rendimento del Bund tedesco ha superato quota 1% per la prima volta dal 2015. Per gli analisti si tratta dell’ennesimo segnale del fatto che gli investitori si aspettano un’imminente stretta monetaria anche da parte della Banca centrale europea.
Negli Usa, invece, il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni ha raggiunto il 3% per la prima volta dal dicembre 2018.
Inflazione su. L’indice dei prezzi al consumo sale anche in Giappone, dove ha toccato il +1,9% ad aprile su base annua, facendo segnare la maggiore accelerazione negli ultimi sette anni.
Veto ungherese. Il sesto pacchetto di sanzioni europee contro la Russia, che prevedeva l’esclusione da Swift di Sberbank, la maggiore banca del Paese, e di altre due grandi banche, insieme al blocco graduale delle importazioni del petrolio dalla Russia, è stato bocciato dal voto contrario dell’Ungheria. Per questo tipo di decisioni, infatti, è richiesta l’unanimità dei Paesi membri. Ora si lavora a una nuova proposta.
Opec+ conferma la linea. Nella riunione dell’Opec+, a cui ha partecipato anche la Russia, è stata confermata la linea di aumento graduale della produzione decisa nel 2021: da giugno il livello di estrazioni subirà un incremento di 432mila barili al giorno.
La Cina fa paura. L’agenzia Fitch ha tagliato le stime sul Pil 2022 della Cina al 4,3% rispetto al precedente 4,8% a causa dei nuovi lockdown che stanno creando problemi alla produzione e alle catene di approvvigionamento.
E in Italia? Il Consiglio dei ministri ha approvato due decreti legge per sostenere l’economia e far fronte ai rincari energetici. Il primo ha esteso il taglio delle accise su benzina e gasolio fino all’8 luglio, azzerando quelle sul metano e portando l’Iva al 5%. Il secondo provvedimento, con un valore pari a 14 miliardi di euro, prevede un bonus da 200 euro una tantum per i redditi sotto i 35mila euro e sussidi per le imprese.
Luci e ombre. Secondo Istat, a marzo il tasso di occupazione in Italia è arrivato al 59,9%, record dal 2004, quando sono iniziate le serie storiche. E la disoccupazione, all’8,3%, torna ai livelli del 2010. Ma a crescere sono soprattutto i contratti a tempo determinato.
Come si sono mossi i mercati
Hai detto volatilità? Settimana sull’ottovolante per i mercati azionari globali. Martedì un’ondata di forti vendite – scatenata a quanto pare dall’errore di un trader al desk londinese della banca d’affari Citi e durata solo qualche minuto – ha causato una chiusura in calo dei principali mercati azionari europei.
Dopo questo inaspettato scossone, è arrivata dagli Usa la decisione della Fed che, in un primo momento, è stata accolta con una certa euforia da Wall Street: i mercati hanno apprezzato le parole di Powell – che ha escluso aumenti dei tassi ancora più grandi – e hanno contagiato con il loro entusiasmo anche le piazze europee.
Un entusiasmo molto passeggero. Ma è durata poco: il giorno successivo, Wall Street ha messo a segno la peggior seduta del 2022, azzerando tutti i guadagni della vigilia (e affossando anche i listini del Vecchio Continente).
A pesare, probabilmente, sono stati i rinnovati timori per l’inflazione e per una crescita economica più bassa di quanto previsto, oltre alle preoccupazioni legate al conflitto in Ucraina e alla nuova ondata di contagi in Cina.
Gli indici Usa sono reduci da quattro mesi da dimenticare: tra gennaio e aprile, l’S&P 500 ha perso il 13,3%, registrando il peggior inizio d’anno dal 1939; il Nasdaq Composite ha ceduto il 21,2%, il peggior inizio d’anno dalla sua creazione, avvenuta nel 1971. Per il Dow Jones, calo del 14,69%.
Europa debole sul finire della settimana. Anche l’ultima seduta della settimana è iniziata all’insegna della prudenza per le piazze europee, con i mercati preoccupati che l’aumento dei tassi possa minare ulteriormente la ripresa economica, già appesantita dalla guerra in Ucraina e dalla conseguente crisi energetica.
Asia in rosso. Vendite anche sui mercati della Cina continentale e di Hong Kong, dopo la conferma dei leader di Pechino sulla linea “Covid zero”, con misure molto rigide per estirpare il virus.
Spread a 198 punti. In rialzo anche il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark e il pari scadenza tedesco, che giovedì sera ha chiuso a 198 punti base. Nella mattinata di venerdì, infine, il petrolio Wti con scadenza a giugno è scambiato a 108,9 dollari al barile e il Brent di luglio a 111,8 dollari.
Indici azionari | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Azioni Italia | -0.55% | -1.73% |
Azioni Europa | 0,92% | -2.00% |
Azioni Usa | -0.45% | -7.42% |
Azioni Cina | 7.39% | -5.60% |
Indici obbligazionari | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Bond governativi eurozona | -0.96% | -3.46% |
Bond governativi usa | -1.91% | -4.81% |
Bond corporate usa | -2.46% | -5.23% |
Spread Btp-Bund | 200.3 punti | 22.52% |
Materie prime | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Oro | 57.07 eur/gr (1.17%) | 1.08% |
Petrolio Wti | 108.82 usd/barile (4.32%) | -1.77% |
Valute | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Cambio Eur/Usd | 1,0566 (0.69%) | -2.84% |
Cambio Eur/Gbp | 0,8567 (1.96%) | 2.86% |
Indici di mercato. Dati aggiornati ore 17.00 del 06/05/22.
Il market movers della prossima settimana
Lunedì i mercati saranno chiusi in Russia per festività: è il famoso Giorno della Vittoria, che celebra l’anniversario della sconfitta della Germania nazista nel 1945, e si attende un messaggio dal presidente Wladimir Putin a proposito della guerra a Kiev.
Martedì occhio in Germania alla rilevazione Zew del sentimento sull’economia tedesca a maggio, mentre mercoledì saranno pubblicati i dati sull’inflazione negli Stati Uniti ad aprile.
Per concludere, giovedì vanno monitorati i dati sul Pil del Regno Unito nel primo trimestre e l’indice dei prezzi alla produzione ad aprile negli Stati Uniti.