I fatti salienti della settimana
Vaccini, autocertificazione sì o no? Dopo un lungo tira e molla, è arrivato nella notte di giovedì l’ok delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera all’emendamento al decreto “Milleproroghe”, che permette alle famiglie di autocertificare le vaccinazioni obbligatorie dei bambini fino al marzo 2019. Tradotto: ok all’autocertificazione, ma solo fino al 10 marzo 2019. Entro quella data le famiglie dovranno presentare “la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie”.
Fitch bacchetta l’Italia. L’agenzia Fitch ha confermato il rating BBB dell’Italia ma ha rivisto al ribasso l’outlook da stabile a negativo. Il debito pubblico italiano rimarrà molto elevato, lasciando il Paese “più esposto a potenziali shock”, hanno spiegato gli analisti, sottolineando fra le criticità la “natura nuova e non collaudata del governo, le considerevoli differenze politiche fra i partner della coalizione e le contraddizioni fra gli elevati costi dell’attuazione degli impegni presi nel Contratto e l’obiettivo di ridurre il debito pubblico.” Prossimi appuntamenti con S&P e Moody’s attesi per fine ottobre.
Risparmio gestito al palo. Brusca frenata per l’industria italiana del risparmio gestito nel secondo trimestre 2018. Tra aprile e giugno, segnala Assogestioni, il settore ha registrato deflussi per 4,95 miliardi di euro. Da inizio anno la raccolta resta positiva, grazie al balzo del primo trimestre, per 9,78 miliardi. Il patrimonio gestito è sceso: a fine giugno ammontava a 2.067 miliardi (2.084 miliardi a fine marzo).
Brexit, la svolta è vicina?. Tra Germania e Gran Bretagna ci sarebbe un’intesa di massima che mette da parte i punti chiave delle richieste sulla Brexit avvicinando la prospettiva di un’intesa. Lo riferisce l’agenzia di stampa Bloomberg, secondo cui Berlino sarebbe disposta ad accettare un accordo meno dettagliato sui futuri legami economici e commerciali del Regno Unito con l’Unione europea in cambio di una più rapida intesa sulla Brexit. Le indiscrezioni spingono il rendimento del benchmark decennale tedesco al massimo da una settimana, mentre sterlina e borsa britannica viaggiano in netto rialzo.
Svolta storica in India. Nel Paese asiatico l’omosessualità non è più un reato. La decisione è arrivata dalla Corte Suprema di Delhi, che ha cancellato la sezione 377 del Codice Penale in base alla quale l’omosessualità veniva punita per legge.
La Cina si espande in Africa. Durante il Forum sulla cooperazione tra Africa e Cina il Presidente Xi Jinping ha annunciato nuovi finanziamenti per il continente nero per la cifra di 60 miliardi di dollari. Una scelta che certifica ancor di più il forte legame commerciale tra le due aree, con Pechino oramai primo partner del continente. Segnaliamo infine che, dopo due trimestri consecutivi di contrazione, il Sud Africa entra in recessione per la prima volta dopo un decennio.
Argentina nel caos.Il presidente argentino Mauricio Macri ha detto che il governo chiederà agli esportatori che hanno beneficiato del deprezzamento del peso, un contributo maggiore al bilancio statale, con lo scopo di ridurre il deficit. Il Paese sudamericano sta vivendo una profonda crisi, con la valuta locale che ha perso oltre il 50% del suo valore quest’anno e l’inflazione che a luglio ha toccato il 31%. Per contrastare il deprezzamento del peso – aggravato dalla precipitosa fuga degli investitori internazionali – il Banco Central di Buenos Aires ha alzato I tassi al 60%, ma la mossa non sembra aver prodotto gli effetti sperati.
Grafico della settimana
Verso l’infinito…e oltre! Ad inizio agosto era toccato ad Apple e negli scorsi giorni è stata la volta di Amazon. La soglia monstre dei mille miliardi di capitalizzazione di mercato è stata raggiunta dai due giganti statunitensi (in seduta infragiornaliera per Amazon). Entrambe le società hanno brillato nelle ultime trimestrali, da cui soprattutto è uscita vincente proprio Amazon. La società di Jeff Bezos ha infatti fatto segnare ricavi pubblicitari in aumento del 130%, aprendo così la sfida a Google e Facebook, i due leader del settore.
Come si sono mossi i mercati
Inizio settembre difficile per le Borse internazionali, dopo la lunga cavalcata che ha portato Wall Street a toccare nuovi massimi storici. La costante incertezza sul fronte delle relazioni commerciali internazionali, i focolai di tensione finanziaria in Argentina, Turchia e in parte anche in Italia, hanno indotto gli investitori a prendersi una pausa di riflessione.
Male le piazze asiatiche. Le Borse asiatiche hanno chiuso la peggior settimana dallo scorso marzo, frenate anche dalle prospettive poco rassicuranti del comparto tecnologico. La Borsa di Tokyo ha chiuso in rosso complici i disastri naturali in Giappone e le parole di Donald Trump che lasciano intendere che l’arcipelago potrebbe essere il prossimo obiettivo del suo politica protezionistica. Positivo il FTSE MIB e anche lo spread tra il nostro Btp e il Bund chiude la settimana in calo, con il rendimento del nostro decennale al 3,04% dal 3,22% dello scorso venerdì.
Petrolio sul chi va là. Sul finire della settimana, il greggio trattava in rialzo, incoraggiato dal dollaro debole e dalla forte richiesta USA. Restano però alcuni dubbi sulla prospettiva della domanda globale a causa dei disordini nei Paesi Emergenti e dell’escalation della disputa commerciale tra Stati Uniti e Cina. “Nell’ultima settimana abbiamo assistito a uno spostamento dell’attenzione dalle forniture alla domanda e la calamità continua su titoli, bond e valute nei mercati emergenti pesa sulle previsioni delle richiesta nel medio-lungo termine”, ha commentato Ole Hansen di Saxo Bank.
Occhi su Atlantia. A Piazza Affari Atlantia è osservata speciale: come scrive milanofinanza.it, venerdì l’ad, Giovanni Castellucci ha ricevuto l’avviso di garanzia dalla procura di Genova nell’ambito dell’indagine sul crollo del ponte Morandi. Nel caso il governo intendesse andare avanti con la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia, controllata di Atlantia, per il crollo del ponte che ha provocato la morte di 43 persone, dovrà farlo su tutta la rete in concessione, non solo sulla A10, ha detto in un’intervista Castellucci, fra i 20 indagati dell’inchiesta.
In agenda
Di seguito, alcuni dei principali appuntamenti e dati macroeconomici della prossima settimana.
Eurozona – Prima riunione post estate per la BCE di Draghi attesa per il prossimo giovedì, da cui tuttavia non sono attese mosse operative, in attesa della conclusione del QE prevista per dicembre. La produzione industriale di luglio sarà il dato protagonista della settimana nei principali paesi del Vecchio Continente: in Italia è attesa in calo (su base mensile) dello 0,4%.
Stati Uniti – Anche qua occhi puntati sulla produzione industriale, vendite al dettaglio e indice di fiducia dell’Università del Michigan: attesi tutti pressoché in rialzo.
Asia – Dalla Cina saranno comunicati i dati relative alle vendite al dettaglio del mese di agosto e il valore della produzione industriale, atteso in rialzo al 6,2% dal precedente 6% (su base annuale). Sul Giappone attenzione al dato finale del PIL del secondo trimestre, atteso in rialzo dello 0,7% (su base trimestrale).