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Bollettino AO | Dopo la Cina, Trump si scaglia contro l’Europa

I fatti salienti della settimana

Il prossimo triennio del gruppo FCA. In Italia il gruppo FCA ha incontrato i sindacati per il rinnovo del contratto e annunciato 5 miliardi di investimenti per il periodo 2019-2021. La sfida ora è sull’elettrico e sull’ibrido, terreni dove FCA è ancora indietro rispetto alla concorrenza.

Negli USA GM spiazza Trump. General Motors, primo costruttore di auto degli Stati Uniti, ha annunciato la cessazione della produzione in sette stabilimenti entro il prossimo anno, con relativo taglio di posti di lavoro (oltre 14 mila). Obiettivo, migliorare il flusso di cassa per rispondere meglio alle esigenze del mercato e all’impatto dei dazi.

Ovviamente, questo non ha fatto la felicità del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, la cui strategia, sul piano del commercio e delle emissioni, puntava ad aumentarli, i posti di lavoro nel settore.

A rimetterci potrebbe essere l’Europa. Hanno quindi cominciato a circolare voci su possibili dazi USA sulle importazioni di auto europee, con un duplice obiettivo: riportare entro i confini nazionali parte della produzione e trovare un nuovo “nemico” da additare all’elettorato di riferimento, dopo la distensione dei rapporti con la Cina.

Come si sa, Trump e il presidente cinese Xi Jinping si vedono sabato al G20 in Argentina.

Restiamo ancora un attimo a Buenos Aires. Nel suo report per il G20, il Fondo Monetario Internazionale conferma che la crescita sta rallentando e cita l’Italia tra le incognite, per via dell’instabilità finanziaria.

In merito, va detto che il Governo italiano ha inviato timidi segnali di apertura rispetto all’ipotesi di rivedere il progetto di bilancio, dopo che l’UE ha bocciato il target del deficit/PIL 2019 fissato al 2,4%.

Ok alla bozza su Brexit. Domenica 25 novembre i 27 Stati dell’Unione Europea hanno approvato la bozza di accordo su Brexit. Lo scoglio resta il Parlamento UK, dove la votazione è in calendario l’11 dicembre.

 

Come si sono mossi i mercati

Oltre le quattroruote. Settimana di ripresa per l’azionario, con le piazze finanziarie principali e i settori che chiudono tutti in territorio positivo. Bene il tecnologico e quello relativo ai beni di consumo, dopo l’avvio della stagione natalizia.

I dati macro europei – su tutti l’IFO tedesco – hanno deluso le attese e confermato il rallentamento economico, senza tuttavia ripercussioni per i listini.

Poco entusiasmo e fine del QE in vista. In Italia, l’asta dei BTP si è chiusa con tassi in calo ma anche con una domanda non proprio trascinante.

La differenza di rendimento con il Bund tedesco, che è l’osservatissimo termometro dello stato di salute del nostro Paese, si avvia verso la chiusura della settimana attorno ai 290 punti. Sullo sfondo si staglia la fine del quantitative easing, ormai alle porte.

La Fed sceglie la prudenza. Deprezzamento del dollaro USA nel cambio con l’euro e con lo yen a partire da metà settimana, anche in scia al discorso del presidente della Fed Jerome Powell, che ha usato toni più prudenti e accomodanti sul rialzo dei tassi di interesse.

Giù, ancora giù. Non si arresta il calo del petrolio: il Brent – la qualità estratta al largo di Aberdeen, in Scozia – è sui 58 dollari USA al barile, mentre il WTI è addirittura sceso sotto quota 50 (la settimana termina poco sopra quella soglia).

Stanti così le cose, la Russia potrebbe aderire al taglio alla produzione che dovrebbe essere varato dai Paesi OPEC a dicembre.

 

 



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Da segnare in agenda

Cina – Lunedì 3 dicembre si conoscerà l’indice manifatturiero PMI – Caixin a novembre.

Europa – Lunedì, anche qui, sarà il turno dell’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero a novembre (mercoledì 5 usciranno gli indici servizi e composito).

Venerdì 7 dicembre focus sul PIL del terzo trimestre, con la variazione rispetto ai tre mesi precedenti e anno su anno. In Italia, venerdì 7, è attesa la nota mensile dell’ISTAT.

Gran Bretagna – La settimana inizierà sempre con l’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero a novembre, cui seguirà l’aggiornamento sulle costruzioni, i servizi e l’indice composito (sempre a novembre).

Stati Uniti – L’indice ISM dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero a novembre è il dato con cui si aprirà la settimana. Mercoledì 5 dicembre è attesa invece la variazione dell’occupazione non agricola (ADP) a novembre.

La settimana si chiuderà con le buste paga del settore non agricolo e con il tasso di disoccupazione, atteso al 3,7%.


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