I fatti salienti della settimana
Dibattito intorno all’inflazione. Non scema il dibattito sulla natura più o meno transitoria dell’inflazione: secondo il segretario al Tesoro Usa Janet Yellen, rimarrà elevata fino a quando il Covid non sarà sotto controllo.
Per la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde, “si modererà il prossimo anno, ma ci vorrà più tempo di quanto inizialmente previsto”. Ciò nonostante, ha aggiunto, è molto improbabile che i tassi d’interesse subiscano variazioni nel 2022.
Tra i fattori che alimentano le ansie sul tema, il maxipiano di spesa del presidente degli Stati Uniti Joe Biden – che in settimana ha apposto la sua firma sulla legge sulle infrastrutture da 1.200 miliardi di dollari – e il rally dei prezzi del gas in Europa, recentemente alimentato dall’annuncio, da parte dell’Agenzia federale tedesca delle reti, di una sospensione temporanea per motivi legali del processo di approvazione per il Nord Stream 2.
Non c’è solo il gas. Secondo quanto hanno riportato i media, il presidente Biden avrebbe chiesto a Paesi del calibro di Cina, India e Giappone – grandi consumatori di petrolio – di mettere sul mercato le loro riserve di petrolio per provare a calmare i prezzi dell’energia. Mossa arrivata dopo che lo stesso Biden ha tentato, senza risultati, di convincere l’Opec+ a incrementare sensibilmente l’offerta.
E intanto negli Stati Uniti il prezzo del carbone ha toccato i massimi dal 2009. A causa della maggiore domanda di gas naturale e del conseguente aumento dei costi, i produttori di energia stanno virando su questo combustibile, assolutamente vintage e fortissimamente inquinante.
Ma quanto mi costi? Per il quarto mese consecutivo, l’Istat ha registrato in Italia un aumento dell’inflazione, con un +3% su base annua, alimentata dal rialzo dei prezzi dei beni energetici. È l’aumento più alto dal 2012.
Nella zona euro l’inflazione a ottobre è cresciuta del +0,8% su base mensile e del +4,1% su base annuale. Negli Stati Uniti, di riflesso, la crescita dell’inflazione sta rafforzando l’oro e il dollaro.
Un nuovo presidente per la Fed? Corsa a due per la presidenza della Federal Reserve statunitense. Il mandato dell’attuale presidente Jerome Powell scade a febbraio e uno dei due papabili è proprio lui, in pista per una eventuale riconferma.
L’altro è una candidata, Lael Brainard. La nomina dovrebbe arrivare nel fine settimana o comunque entro la Festa del Ringraziamento, che è giovedì 25 novembre.
Faccia a faccia virtuale. Si è svolto in settimana il primo vertice virtuale tra il presidente Biden e il leader cinese Xi Jinping.
Per Biden, Cina e Stati Uniti hanno “una responsabilità nei confronti del mondo intero”, quindi bisogna evitare che la competizione tra le due potenze “scivoli, volontariamente o meno, in un conflitto”.
Per Xi le due potenze mondiali “possono collaborare per la causa comune della pace e dello sviluppo”. Con l’affaire Hong Kong, Taiwan e Xinjiang sullo sfondo, bisognerà vedere se e quanto tutto ciò sarà fattibile.
A Pechino non va giù. Intervistato dal Financial Times+, l’ambasciatore cinese presso l’Unione europea Zhang Ming ha accusato Bruxelles di mettere a rischio le catene di approvvigionamento globali imponendo ostacoli normativi e commerciali alle imprese straniere. Criticato anche il recente accordo Usa-Ue sull’acciaio.
Quarta ondata e oltre. L’Europa sta intensificando la lotta contro la pandemia di Covid-19: introdotte – o in fase di introduzione – nuove restrizioni, principalmente rivolte ai non vaccinati. Obiettivo: non far deragliare la ripresa economica.
L’Irlanda contesa. L’Unione europea e il Regno Unito si sono incontrati venerdì a Bruxelles per fare il punto sull’Irlanda del Nord. Obiettivo, in questo caso, è evitare una guerra commerciale. Il Regno Unito si dice pronto a sospendere parti del protocollo sull’Irlanda del Nord se l’UE non soddisfa le sue richieste.
Gente di mare. La Francia, intanto, prepara una serie di piani per aiutare i pescatori nel caso in cui falliscano i colloqui con il Regno Unito riguardo a questa controversa questione.
Come si sono mossi i mercati
Borse in ordine sparso. Settimana poco movimentata per le piazze europee, che nella giornata di venerdì si muovono in rialzo dopo i cali della vigilia. Sullo sfondo restano i timori sull’inflazione e sull’aumento dei contagi da Covid-19. Ma tra gli investitori sembra prevalere la speranza nella ripresa.
Bene le piazze asiatiche, trascinate da Tokyo che festeggia il maxipacchetto di stimoli all’economia da 56 trilioni di yen (430 miliardi di euro) varato del governo giapponese, mentre a Hong Kong pesa il titolo Alibaba, in calo di circa il 10% venerdì dopo aver annunciato un crollo dei profitti dell’81% nel secondo trimestre. A Wall Street, infine, sale l’attesa sul nome del prossimo numero uno della Fed.
Semiconduttori osservati speciali. Da monitorare il settore dei semiconduttori, con l’Unione europea che si prepara a discutere la possibilità di allentare le regole sulla concorrenza per colmare le lacune di finanziamento e potenziare le produzioni nazionali di microchip.
Vendite a mani basse su Tesla. Elon Musk ha venduto azioni della sua Tesla per il settimo giorno consecutivo, arrivando quasi a metà del suo obiettivo dichiarato di cedere il 10% della quota detenuta nella società produttrice di auto elettriche. La mossa ha mandato a picco il titolo, che ha perso il 14% in una sola seduta.
Come se non bastasse, Jp Morgan ha avviato un’azione legale contro Tesla per 162 milioni di dollari a seguito dei tweet di Elon Musk del 2018, nei quali affermava di voler delistare il colosso delle auto elettriche.
Petrolio in rialzo. Il contratto del Wti gennaio viaggia venerdì sui 79,2 dollari al barile, mentre quello del Brent di pari scadenza si muove intorno agli 82 dollari.
Spread stabile. Poco mossa la differenza di rendimento tra Btp decennale italiano e Bund tedesco di pari durata: nella mattinata di venerdì, lo spread si attestava sui 120 punti base, in linea con la chiusura di giovedì. Fermo anche il rendimento del Btp decennale benchmark, intorno allo 0,93%.
La lira va giù. Lira turca in calo dopo che per il terzo mese consecutivo la banca centrale del Paese ha tagliato i tassi d’interesse.
Il ballo delle criptovalute. Cripto in calo dopo la corsa sfrenata delle ultime settimane. Nella giornata di venerdì, Bitcoin scivola verso i 60mila dollari, mentre Ether si muove sui minimi dell’ultimo mese.
Diversi i fattori che pesano sul comparto. Da un lato c’è il nuovo decreto infrastrutture varato dal presidente Biden, che contiene un obbligo di dichiarazione fiscale sulle criptovalute: i broker di criptovalute dovranno segnalare le transazioni superiori ai 10 mila dollari alle autorità fiscali, compresi i dati di chi li esegue.
Dall’altro lato, a pesare sono le recenti dichiarazioni del governo di Pechino, con la Commissione nazionale di sviluppo e riforma che intende arginare le attività di mining per le criptovalute nel Paese, in quanto responsabili a suo avviso di “grandi consumi di energia e di emissioni di carbone”.
Indici azionari | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Azioni Italia | 0.61% | 5.03% |
Azioni Europa | 1.03% | 4.67% |
Azioni Usa | 0.92% | 3.62% |
Azioni Cina | 1.45% | -1.02% |
Indici obbligazionari | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Bond governativi eurozona | 0.27% | 1.67% |
Bond governativi usa | -0.06% | 0.67% |
Bond corporate usa | -0.86% | 0.15% |
Spread Btp-Bund | 118 punti | 15,88% |
Materie prime | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Oro | 1857.965 (-0.38%) | 5.33% |
Petrolio Wti | 75.49 (5.49%) | -1.77% |
Valute | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Cambio Eur/Usd | 1.1317 (-0.43%) | -2.70% |
Cambio Eur/Gbp | 0.8404 (-0.82%) | -0.36% |
Indici di mercato. Dati aggiornati ore 18.00 dello 19/11/21
I market movers della prossima settimana
Lunedì 22 novembre si parte con la comunicazione delle decisioni sui tassi di interesse da parte della banca centrale cinese, la PBoC, mentre dagli Usa arrivano i dati sulle vendite di abitazioni esistenti.
Martedì la piazza azionaria di Tokyo sarà chiusa per festività. Occhio invece al Pil tedesco nel terzo trimestre dell’anno (atteso in crescita dell’1,5%) e all’indice dei direttori degli acquisti nel settore manifatturiero a novembre sempre in Germania.
Si prosegue con l’indice Ifo sulla fiducia delle aziende tedesche (a novembre), per spostarsi poi negli Stati Uniti con i dati sul Pil del terzo trimestre (le stime preliminari indicano un aumento del 2%, sotto le attese), sugli ordinativi di beni durevoli, sulle scorte di petrolio greggio e sulle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione.
Niente di rilevante da segnalare nelle giornate di giovedì e venerdì, con Wall Street chiusa per la Festa del Ringraziamento.