I fatti salienti della settimana
Brexit? Ma quanto mi Brexit? Ormai ricorda quasi lo spot televisivo della vetusta SIP, in cui i due fidanzatini non si decidevano a riagganciare. A metà settimana il presidente della Commissione UE Jean-Claude Juncker ha detto all’Europarlamento: “credo che lo scenario del no deal alla mezzanotte del 12 aprile sia molto probabile, ma l’UE è pronta”.
Senonché, in una lettera inviata al presidente del Consiglio UE Donald Tusk, il primo ministro britannico Theresa May ha chiesto un rinvio al 30 giugno. Tusk, per contro, ha suggerito un rinvio “flessibile” fino a 12 mesi, con l’uscita che scatterebbe non appena si raggiungesse finalmente un accordo condiviso da tutti.
Il bollettino “medico” dell’area euro. Secondo la stima flash, il tasso di inflazione annuale a marzo è sceso all’1,4% dall’1,5% di febbraio. Stabile il tasso di disoccupazione: 7,8%, il più basso dall’ottobre 2008. Occhio al PMI manifatturiero: giù, a quota 47,5, a marzo.
In Germania l’IHS Markit’s Purchasing Managers’ Index del settore manifatturiero è scivolato a 44,1 punti a marzo. Produzione industriale migliorata a febbraio dello 0,7% rispetto al mese precedente, mentre su base annua è scesa dello 0,4%.
Lo stimolo monetario non finisce qui. “Guardando al prossimo anno, resta essenziale un considerevole stimolo monetario”: è quanto si legge nell’editoriale del rapporto annuale BCE a firma del presidente Mario Draghi. Occorrerà proseguire “con pazienza, prudenza e costanza nella conduzione della politica monetaria”.
Dazi, la lunga strada verso l’accordo. Il governo cinese ha detto che estenderà la sospensione dei dazi sulle auto americane e che includerà il Fentanyl (un oppioide) in un elenco di sostanze controllate, due mosse che potrebbero oliare l’ingranaggio del dialogo.
Il presidente USA Donald Trump ha incontrato il vicepremier cinese Liu He e ha ribadito: con Cina ci sarà un accordo “grandioso”, tutto procede bene. Per adesso, però, non c’è ancora una data per l’eventuale firma dell’intesa.
Gli idrocarburi battono tutti. Saudi Aramco è stata la società più redditizia al mondo nel 2018, superando colossi statunitensi come Apple ed Exxon Mobil: è quanto emerso dai resoconti pubblicati dalle agenzie di rating prima del debutto dell’impresa sul mercato obbligazionario internazionale.
Come si sono mossi i mercati
I crucci delle Borse europee. I riflettori restano accesi su Brexit, dazi e dati macro. Con un occhio agli States, dove venerdì il focus si è concentrato sul mercato del lavoro a marzo.
A Piazza Affari tra i protagonisti si è imposta UniCredit, che secondo il Financial Times starebbe preparando un’offerta per Commerzbank nel caso sfumasse la fusione di quest’ultima con Deutsche Bank.
Bund ancora a quota zero. Balzo lunedì per lo spread BTP/Bund, dovuto al cambio di benchmark sulla scadenza decennale italiana. Rendimento ancora attorno allo zero per il decennale tedesco.
Il ruggito del Bitcoin. La sterlina ha beneficiato della nuova proposta May per bloccare il no deal. Euro stabile. Ma il colpo di scena ce l’ha regalato Bitcoin, che ha superato i 5.000 dollari USA portandosi al punto più alto da novembre, a seguito di un ingente (e anonimo) ordine di acquisto.
Effetto shale oil sul petrolio. La frenata dello shale oil USA ha dato una nuova spinta al greggio, che però sul finire della settimana ha ripiegato attestandosi sui 62 dollari per il barile del WTI e sui 69 dollari per il Brent.
Da segnare in agenda
Stati Uniti – Mercoledì 10 aprile uscirà l’indice dei principali prezzi al consumo (mensile). Ma soprattutto, sono attesi i verbali della riunione del FOMC e la dichiarazione mensile sul budget. L’11 aprile sarà la volta dell’indice dei prezzi alla produzione, sempre mensile.
Regno Unito – Il 10 aprile si conosceranno produzione industriale, produzione manifatturiera e bilancia commerciale.
Europa – Il 10 aprile sarà il giorno della Banca Centrale Europea, con la decisione sul tasso d’interesse, sul tasso sui depositi e sulle operazioni di rifinanziamento marginale. Seguirà conferenza stampa.
Italia – Il governo dovrebbe rispettare la scadenza e presentare entro il 10 aprile il Documento di Economia e Finanza (DEF), che teoricamente getta le basi della prossima Legge di Bilancio. In settimana attese le vendite al dettaglio e la produzione industriale.