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HomeECONOMIA E MERCATICOMMENTO AL MERCATOBollettino AO | Brexit, con Boris il gioco si fa duro. O no?

Bollettino AO | Brexit, con Boris il gioco si fa duro. O no?

I fatti salienti della settimana

Settimana caldissima sul fronte Brexit. Martedì 23 luglio i Tories hanno annunciato i risultati della votazione interna per il nuovo leader: Boris Johnson ha vinto con il 66% delle preferenze.

Il 24 ha ricevuto dalla regina l’incarico di formare il nuovo governo. Un “gabinetto di guerra”, come lo ha definito Mario Sechi su List, con turbo-sostenitori della Brexit. D’altra parte, lo stesso Johnson nel suo discorso d’insediamento ha detto: noi il 31 ottobre usciamo, con accordo o senza1.

E in Europa cosa dicono a riguardo? Johnson ha avuto un colloquio telefonico con il presidente della Commissione UE Jean-Claude Juncker, che resterà in carica fino a fine ottobre per poi passare il testimone a Ursula von der Leyen.

Ebbene, Juncker ha detto che l’accordo siglato con Theresa May è “l’unico possibile”, mentre il capo negoziatore per l’UE Michel Barnier ha definito “inaccettabili” le proposte di Johnson.

Quindi? Uscita senza accordo? I mercati per ora non ci credono granché: l’esecutivo sarà pure composto da Brexiteer duri e puri, ma ogni loro mossa deve passare al vaglio del Parlamento UK, che nella sua attuale formazione è in maggioranza contrario alla hard Brexit.

Tuttavia, ora più che mai nessun esito è escluso.

La BCE si prepara a tagliare (e al QE). Confermati allo 0% il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale, allo 0,25% quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale e al -0,40% quello sui depositi presso la BCE.

Con la grossa novità che i tassi resteranno su livelli pari o “inferiori” a quelli attuali almeno fino alla prima metà del 2020 e in ogni caso finché sarà necessario per far sì che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli prossimi ma non superiori al 2% nel medio termine. Insomma, la BCE si prepara a tagliare i tassi d’interesse.

Confermato il programma di reinvestimento “per un prolungato periodo di tempo” dopo che la banca centrale “inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento”. Atteso l’annuncio su un rilevante pacchetto di stimoli alla riunione in calendario il 12 settembre.

 

 

Come si sono mossi i mercati

E adesso si aspetta la Fed. Dopo la riunione della BCE, gli investitori hanno assunto un atteggiamento improntato alla cautela in attesa dell’appuntamento della prossima settimana con il meeting del FOMC, il braccio operativo della Fed.

Ci si aspetta un taglio: d’altra parte, da quanto sta emergendo, il trimestre da aprile a giugno potrebbe risultare il secondo consecutivo con utili in flessione per le società dell’S&P500.

Rendimento e spread in rialzo. Sale il rendimento del decennale italiano e conseguentemente anche lo spread tra BTP e Bund, che chiude la settimana a ridosso dei 200 punti base, in concomitanza con le ultime dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini a proposito dell’intenzione di non votare una manovra “timida”.

Giovedì movimentato per l’euro. Poi, venerdì, la moneta unica si è attestata sull’1,113 dollari venerdì. I venti di no deal, con il nuovo primo ministro Boris Johnson, hanno determinato una flessione del cambio sterlina/dollaro USA, ai minimi da due anni.

Il risveglio dell’argento. Petrolio in leggera risalita venerdì, con il WTI sui 56 dollari al barile e il Brent sui 63. Grande attenzione all’argento, che ha superato i 16 dollari l’oncia, livello che non raggiungeva dal giugno 2018.

 

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Market movers della settimana

Negli Stati Uniti l’attenzione sarà concentrata sulla decisione sui tassi che la Federal Reserve prenderà mercoledì 31 luglio (prossima riunione il 18 settembre). Focus sulla politica monetaria anche in Giappone: la Bank of Japan si esprimerà martedì e secondo le attese dovrebbe confermare la sua linea accomodante.

Nell’area euro usciranno, nell’ordine, gli aggiornamenti sulla fiducia dei consumatori (30 luglio), sul tasso di disoccupazione, la variazione mensile e annuale del Prodotto Interno Lordo e l’indice dei prezzi al consumo (31 luglio) e sul manifatturiero (primo agosto).

L’indice GfK sulla fiducia dei consumatori tedeschi (martedì) e la spesa al consumo francese a giugno (sempre martedì) contribuiranno a tracciare un quadro più preciso sull’economia europea.

Altro importante market mover della settimana sarà la riunione della Bank of England, giovedì primo agosto. In Cina massima attenzione agli indici PMI, manifatturiero e non.

 



1 – Brexit, ecco perché i mercati non credono nel no deal

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