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Bollettino AO | Alla BCE è tempo di “Drexit”

I fatti salienti della settimana

Brexit, un altro rinvio? L’UE è pronta a concedere un’altra proroga, il primo ministro Boris Johnson non è felice della prospettiva e dice alle forze parlamentari del suo Regno: se rinvio deve essere, che almeno si torni a votare, visto che questo Parlamento non è stato finora in grado di realizzare la Brexit.

Johnson ha quindi proposto elezioni generali per il 12 dicembre. Mentre scriviamo, tutto è più che mai avvolto nella nebbia londinese.

Fine dell’era Draghi. Giovedì 24 ottobre si è svolta l’ultima riunione BCE presieduta da Mario Draghi prima della “Drexit”: il suo mandato termina il 31 del mese.

La storia lo ricorderà soprattutto per il “whatever it takes” in soccorso dell’euro, tra migliaia di miliardi di acquisti di obbligazioni, tassi negativi e misure a sostegno delle banche.

Christine Lagarde arriva quando la politica monetaria è già al massimo del suo sforzo, con assai più contenuti margini di manovra. Intanto il governo tedesco ha proposto Isabel Schnabel come membro del consiglio direttivo BCE al posto di Sabine Lautenschager.

Schnabel, a differenza di Lauteschlager, è una supporter dei tassi bassi.

Le munizioni della Fed. La Federal Reserve di New York ha annunciato che offrirà almeno 120 miliardi di dollari nella sua operazione di pronti contro termine a partire dal 24 ottobre, rispetto ai 75 miliardi previsti finora. Obiettivo: contrastare la potenziale volatilità nei mercati dei finanziamenti.

La cura da cavallo della PBOC. La banca centrale cinese ha utilizzato le operazioni del mercato aperto per iniettare 250 miliardi di yuan (35 miliardi di dollari USA) nel sistema bancario: è l’importo più alto da maggio.

Dazi, svolta al vertice APEC? Il presidente USA Donald Trump e il leader cinese Xi Jinping firmeranno finalmente un accordo al vertice APEC del mese prossimo? Attualmente si vocifera questo.

Justin Trudeau ce l’ha fatta. Ha conquistato il secondo mandato alle elezioni canadesi, ma sarà costretto ad allearsi con altri partiti per governare. Il suo Liberal Party, infatti, non ha raggiunto i 170 seggi necessari per avere la maggioranza. Probabile partner di governo? Il New Democratic Party.

Netanyahu passa la mano. In Israele, Benjamin Netanyahu ha ceduto il mandato per tentare di formare il nuovo governo a Benny Gantz: è la prima volta dal 2006 che un politico diverso da Netanyahu ha la possibilità di dare vita a un esecutivo.

 

 

Come si sono mossi i mercati

A Wall Street si è distinta Apple per aver toccato nuovi massimi: secondo Morgan Stanley, arriverà a 289 dollari. In Giappone proseguono i record del Nikkei, sui massimi da inizio anno col supporto delle trimestrali e dell’indebolimento dello yen.

Questo nonostante l’ulteriore flessione del PMI manifatturiero, sceso a settembre a 48,5 dai 48,9 punti di agosto (il valore più basso da giugno 2016). Il PMI servizi è sceso a 50,3 da 52,8, il composito a 49,8 da 51,5.

Anche l’Europa ha monitorato un po’ di dati macro: a ottobre, gli indici PMI preliminari hanno deluso le stime. In calo in Germania l’indice GFK sulla fiducia dei consumatori.

Al termine della settimana, tuttavia, le piazze azionarie del Vecchio Continente apparivano in rialzo rispetto ai valori di lunedì.

A ruba il BTP Italia. La 15esima emissione del BTP Italia è andata a investitori istituzionali per 3,76 miliardi di euro, a fronte di richieste vicine ai 10 miliardi. Considerando anche il retail, complessivamente la raccolta ha superato i 6,7 miliardi.

Nel giorno in cui si attende la revisione del merito di credito dell’Italia da parte di Standard & Poor’s, lo spread BTP/Bund si posiziona intorno ai 140 punti base. Intanto, nel suo report annuale Moody’s Investors Service ribadisce che “bassa crescita economica e alti livelli di debito pubblico sono tra le debolezze” dell’Italia.

Giù le scorte di greggio USA. Sono scese per la prima volta in sei settimane. Dal canto loro, i Paesi OPEC e i loro alleati starebbero considerando ulteriori tagli alla produzione, stante il rallentamento della crescita globale e il conseguente abbassamento della domanda. In questo quadro, il Brent si conferma sui 61 dollari al barile, il WTI sui 56.

 



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Market movers della settimana

Negli Stati Uniti entrerà nel vivo la stagione dei bilanci del terzo trimestre dell’anno. Attenzione alla decisione della Fed sui tassi (mercoledì). Attesi anche diversi indicatori dei consumi, fra cui fiducia dei consumatori (martedì), consumi privati del terzo trimestre (mercoledì) e reddito e spesa delle famiglie (giovedì).

In Giappone è in calendario giovedì la nuova decisione sui tassi, insieme all’aggiornamento sull’export industriale. Martedì avremo invece l’indice dei prezzi al consumo. Giovedì e venerdì, in Cina, focus sui PMI.

Nell’area euro la lente sarà puntata su, fra gli altri, i dati preliminari del PIL di Italia (martedì) e Francia (mercoledì).

 


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