Wall Street spalanca i cancelli a Bitcoin. Dopo ore di trepidante attesa – tra annunci, smentite e anche un attacco hacker ai danni della Sec – la Security and Exchange Commission ha ufficialmente approvato la quotazione dei primi Etf fisici sul prezzo spot di Bitcoin, dando il via libera contemporaneo alle 11 domande pendenti.
Inversione di rotta sulle criptovalute
È una svolta epocale, che trasforma profondamente la narrativa sulla criptovaluta: non più un’alternativa all’investimento tradizionale, con contorni fumosi e guardata con sospetto dalle autorità, ma una valuta digitale di tutto rispetto, su cui chiunque può investire a costi contenuti e in modo trasparente acquistando semplici fondi passivi quotati.
Per usare le parole di Larry Fink, ceo di Blackrock – tra le 11 case di investimento che hanno chiesto e ottenuto il via libera alla quotazione dell’Etf su Bitcoin – la prima criptovaluta al mondo è passata dall’essere “moneta per il riciclaggio” qualche anno fa a “oro digitale” (come l’ha definita lo stesso Fink a fine 2023).
A onor del vero, ricorda Il Sole 24 Ore, a Wall Street esistevano già dal 2017 dei prodotti agganciati a Bitcoin. Ma si tratta di contratti future, strumenti complessi e poco adatti all’investitore retail. Gli Etf sono una cosa completamente diversa: con la loro quotazione, la criptovaluta diventa davvero alla portata del pubblico retail in una veste “ufficiale”.
Insomma, non sorprende che le quotazioni di Bitcoin siano schizzate in alto dopo l’annuncio della Sec, portandosi sopra i 46mila dollari, e che da settembre, proprio sull’aspettativa del via libera, la criptovaluta per eccellenza abbia messo a segno un rialzo di circa il 90%.
Attacco hacker all’account X della Sec
Ma non è finita qui. A rendere ancora più succosa tutta questa storia, c’è il presunto hackeraggio ai danni della Consob americana, avvenuto nella serata del 9 gennaio, quindi alla vigilia dell’approvazione ufficiale. Quella sera, sull’account X della Sec è comparso un tweet in cui si annunciava l’approvazione del primo ETF sul Bitcoin spot, il che ha ovviamente mandato in fibrillazione i prezzi della criptovaluta.
Peccato che, subito dopo, il presidente della Commissione, Gary Gensler, abbia dichiarato che l’account ufficiale della Sec – @SECGov X – era stato compromesso a causa di un attacco hacker e che l’agenzia non aveva ancora autorizzato alcun Etf sul Bitcoin Spot. Autorizzazione che poi, come abbiamo visto, è effettivamente arrivata una manciata di ore più tardi.
Intanto, poco prima dell’attacco hacker, Gary Gensler aveva pubblicato su X una serie di avvertimenti riguardo le criptovalute, quasi a mettere le mani avanti in vista dell’approvazione. Il presidente della Sec ha spiegato ad esempio che le società che “offrono investimenti/servizi in criptovalute potrebbero non rispettare le leggi applicabili, comprese le leggi federali sui titoli”. E che dunque “gli investitori in titoli di criptovalute dovrebbero comprendere che potrebbero essere privati delle informazioni chiave e di altre importanti protezioni in relazione al loro investimento”.
Un cambio di passo importante
Non solo. “Gli investimenti in criptovalute possono essere eccezionalmente rischiosi e spesso volatili. Molte delle principali piattaforme e asset cripto sono diventate insolventi e/o hanno perso valore. Gli investimenti in asset cripto continuano a essere soggetti a rischi significativi”.
Ora, bisognerà capire se i rialzi messi a segno da Bitcoin sono davvero sostenibili o se invece assisteremo a un calo delle quotazioni per effetto del fenomeno noto come “sell the news”, cioè la vendita massiccia degli investimenti in Bitcoin per trarre profitto dal rialzo innescato dall’approvazione della Sec.
Resta il fatto che l’arrivo degli Etf su Bitcoin segnano un cambio di passo importante: alcuni analisti l’hanno addirittura paragonato a quando, nel 2004, debuttò a Wall Street il primo Etf agganciato all’oro fisico.