La guerra commerciale tra Usa e Cina mai del tutto sopita, la Brexit ancora irrisolta e, sopra ogni cosa, la pandemia di coronavirus, che non ha allentato la sua morsa e che sarà ricordata nella storia per l’impatto dirompente e le misure di lockdown scattate in tutto il mondo. Insomma, il 2020 sembra essere stato a tutti gli effetti un anno funesto, sui mercati finanziari e non solo. Ma l’apparenza spesso inganna: almeno in finanza, una antidoto c’è stato. Chi avesse investito in un portafoglio bilanciato (50% azionario globale, 50% obbligazionario globale, governativo e corporate) e ben protetto dai rischi grazie ad esempio a strumenti come l’oro, avrebbe guadagnato intorno al 5% su base annua. Vediamo perché.
In effetti, le Borse non l’hanno presa bene
La pandemia sui mercati c’è stata, eccome. L’indice Msci World ha perso il 33% dal 19 febbraio al 23 marzo, affondato dall’effetto combinato disastro sanitario, conseguente shock macroeconomico e crollo del mercato petrolifero. Si tratta del più rapido crollo dei mercati finanziari della storia.
Così ora che i contagi stanno risalendo, il rischio di farsi prendere dal panico e “vendere tutto” è dietro l’angolo. Fermi tutti.
Quella raccontata fin qui è solo una parte della storia: con la stessa rapidità sorprendente, i mercati sono riusciti a recuperare buona parte delle perdite.
I rally di agosto: cancellate tutte le perdite
Wall Street quest’anno ha archiviato il miglior agosto dal 1986, grazie soprattutto al rally delle big tech, con l’indice Nasdaq che ha guadagnato il 60% da marzo a settembre, prima di ritracciare. Le cinque big del tech, Apple, Amazon, Microsoft, Alphabet e Facebook continuano a trainare i listini americani. Anche in Europa le Borse registrano il miglior agosto dal 2009, complici la speranza di un vaccino entro fine anno e la ripresa economica registrata in molti paesi comunitari. Per non parlare della Cina, in forte ripresa e con una conta dei contagi da tempo al minimo.
Settembre ballerino, ma la storia si ripete
Il vento autunnale di settembre ha portato volatilità: i listini continuano a traballare e nemmeno i titoli tech statunitensi – top performers durante la pandemia- sono stati risparmiati. Ma a dispetto delle apparenze, non va poi così male. Date un’occhiata al grafico: chi avesse investito un anno fa in un fondo bilanciato (50% azionario globale, 50% obbligazionario globale, governativo e corporate) oggi si ritroverebbe con un rendimento di tutto rispetto, intorno al 5-6%, mica poco per un’annata “funesta”. Per non parlare dell’oro, bene rifugio per eccellenza, che in 12 mesi è balzato in alto del 24% circa.
Insomma, si conferma dunque la lezione della storia: i mercati tendono a riprendersi più o meno rapidamente dopo ogni caduta. Basti pensare che, dal 1900 al 2019, il rendimento reale medio annuo (cioè il guadagno in termini di potere d’acquisto) delle azioni globali è stato del 5,2%; dal 1970 è del 5,5% e dal 2000 è del 3,1%. E di crisi ce ne sono state, eccome.
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