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Tutto quello che c’è da sapere per investire in beni rifugio

Vuoi investire in beni rifugio? Ecco quello che devi sapere

Basta che sul palcoscenico politico, geopolitico, nazionale o internazionale la situazione si scaldi un po’, e subito scatta il ritorno di fiamma per i cosiddetti “beni rifugio”. Cosa sono? Generalmente sono considerate tali le asset class che si suppone mantengano – quando non addirittura aumentino – il loro valore quando c’è turbolenza sui mercati. Gli investitori vi cercano riparo appunto per proteggersi e ridurre le potenziali perdite.

La loro caratteristica principale consiste in un valore intrinseco, “reale”, che tende a conservarsi non solo nelle fasi di turbolenza ma anche quando l’inflazione sale. Protezione, quindi. Ed è questa la loro principale qualità. Perché, visto che rischio e rendimento vanno di pari passo – più alto è il primo, maggiore è il rendimento potenziale – difficilmente un bene rifugio, per definizione a rischio molto contenuto, farà fare salti di gioia in quanto a rendimenti.

Ma quali sono, esattamente, i beni rifugio? Vediamoli, valutandone i pro e i contro.

 

1. Oro

I pro. Più che un “pro”, è una caratteristica: storicamente, la domanda di metallo giallo tende a crescere rispetto all’offerta – o, detto più semplicemente, il suo prezzo tende a salire – in prossimità di crisi profonde1.

I contro. L’oro può essere molto volatile: domanda e offerta, forza del dollaro USA e stato dell’economia globale sono tutti fattori che hanno un impatto sul suo prezzo. Peraltro, l’investimento in oro – così come negli altri metalli – non dà un grandissimo rendimento e non paga alcuna forma di cedola, per quanto possa essere consigliabile in un portafoglio diversificato per attutire i colpi assestati da fasi particolarmente difficili o critiche.

Come investire? O comprando e conservando oro fisico, cosa che però può essere impegnativa sotto vari punti di vista, o attraverso un ETF o un ETC sull’oro2. Altra opzione può essere quella di investire in azioni di imprese minerarie aurifere, sebbene queste non si muovano necessariamente in linea con le quotazioni del metallo giallo. Ultima ipotesi, un fondo comune, tematico ma adeguatamente diversificato al suo interno, che consenta di investire in un ventaglio di società minerarie aurifere.

 

 

2. Valute

I pro. Le valute che hanno come sottostante un’area economica caratterizzata da solidi dati macro e da convincenti conti pubblici sono meno esposte al rischio di svalutazione e quindi solitamente considerate un rifugio. Sono le cosiddette valute “forti”, note anche come hard currencies. Rispondono a tale profilo il dollaro USA, lo yen giapponese e il franco svizzero.

I contro. Investire in valute è un’attività che richiede un certo grado di professionalità, quindi conoscenze, competenze e un’esperienza che di solito vanno oltre la portata del comune investitore. Altrimenti si rischia di farsi male.

Come investire? Anche qui, si può investire attraverso fondi ed ETF. Volendo, si può aprire un conto corrente in valuta estera: alcune banche consentono di aprire anche conti multivaluta. Ma attenzione alla tassazione.

Durante gli ultimi grandi crash finanziari mondiali, oro e valute stabili come lo yen hanno offerto un riparo d’emergenza dalle forti inondazioni che invece hanno travolto i listini azionari.

 

Beni rifugio | amCharts

 

3. Titoli di Stato

I pro. Non tutte le emissioni obbligazionarie governative sono considerate un rifugio. Rientrano nella categoria i titoli emessi da Stati considerati più solidi sul piano dei dati economici (produttività, PIL, occupazione, eccetera) e dei conti pubblici (debito, deficit, e via dicendo). Al minimo accenno di intemperie sui mercati, per esempio, ci si rifugia nel decennale tedesco o in quello statunitense: d’altro canto, sia la Germania che gli Stati Uniti hanno rating creditizi elevati, il che significa che comportano meno rischi.

I contro. Ok, le obbligazioni con i rating creditizi più elevati comportano meno rischi. Ma attenzione: per contro, offrono rendimenti più bassi. In più, basso rischio non significa rischio zero: come tutti gli investimenti, anche queste obbligazioni-rifugio incorporano una seppur minima possibilità di default.

Come investire? Direttamente, ma sempre nel quadro di un’adeguata diversificazione, oppure in maniera indiretta, attraverso un fondo comune o un ETF, strumenti già diversificati al loro interno, che magari danno anche un minimo di soddisfazione in più in quanto a rendimento.

 

4. Vini, immobili e altri beni pregiati

I pro. Ce ne sono, ma valgono principalmente per una clientela di fascia alta, ferma restando una seria e valida consulenza specialistica per evitare cantonate non solo di investimento ma anche fiscali. Esempio: siamo tradizionalmente portati a pensare che investire nel mattone ci metta al riparo da tante intemperie finanziarie. Be’, non è sempre vero. A fare la differenza è in primis il prestigio dell’immobile: conservare il suo valore nel tempo è più facile per un palazzo storico in pieno centro piuttosto che per un appartamento di 90 metri quadri di recente costruzione fuori le mura della città.

I contro. Li abbiamo già citati nei “pro”. Fra i beni pregiati possiamo inserire, oltre agli immobili, le opere d’arte, gli orologi, i vini e i gioielli. Ma perché l’investimento abbia un senso e non si riveli invece uno spiacevole buco nell’acqua è essenziale una consulenza professionale che sia seria, corretta e fortemente specializzata.

Come investire? Qui il “fai-da-te” è ancora meno indicato, ma al contempo – posto che abbiate un adeguato gruzzolo da investire – dovreste sincerarvi molto scrupolosamente della serietà, della correttezza e della professionalità del consulente al quale vi volete affidare.

 

Postilla: la liquidità è un rifugio?

Più no che sì. La liquidità è spesso percepita come il massimo rifugio perché i rendimenti non sono influenzati dalla volatilità del mercato azionario. Tuttavia, come abbiamo detto tante volte3, l’inflazione può erodere il valore reale dei nostri soldi.

Certamente, è fondamentale tenere sempre un po’ di soldi in liquidità, come “fondo cassa” per i momenti difficili. Come regola generale, lo ribadiamo, è ragionevole tenere un importo che equivalga alle stime di spesa per tre-sei mesi. Non oltre. E sicuramente, non considerandolo un rifugio.

 



1 – Non c’è più l’oro di una volta
2 – Ma che cosa sono questi ETF? Parte II
3 – 5 motivi per cui troppa liquidità fa male ai tuoi investimenti

Scritto da

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, lavora a Milano dal 2007. Dopo un'esperienza di quattro anni in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori, si è spostata in Blue Financial Communication, casa editrice specializzata nei temi dell'asset management e della consulenza finanziaria. A dicembre 2017 si è unita al team di AdviseOnly.

Ultimi commenti
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    Seguo il portafoglio “Pensione” in modalità PIC in quanto avevo della liquidità da investire. Come mai nei portafogli “pensione” e o “figli” non avete inserito un 5% di oro al posto delle materie prime ? Grazie

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