Oro come bene rifugio nei periodi in cui il cielo all’orizzonte si fa più plumbeo. O non sarà invece che anche questo bene prezioso finirà col risentire dell’incremento dei tassi di interesse, dell’elevata inflazione e del complicato contesto geopolitico?
Qualche indicazione di scenario ci è appena arrivata dall’outlook di metà anno a cura del World Gold Council. Ora, il World Gold Council è una rete globale di società minerarie aurifere. Quindi, come dire: hanno le mani in pasta, ecco. E cosa ci dice l’outlook di metà anno?
Come si comporterà l’oro nei prossimi mesi?
Intanto, i rialzi dei tassi “possono scatenare venti contrari per l’oro, ma molte delle attese su una politica monetaria più intransigente sono già state prezzate”. E in ogni caso, dopo l’avvio di un ciclo di rialzi, sembrerebbe che l’oro mostri una certa tendenza a sovraperformare.
Non solo: secondo il rapporto, probabilmente il persistere dell’inflazione e dei rischi geopolitici sosterrà la domanda di oro come copertura e rifugio.
D’altro canto, è proprio la performance di azioni e obbligazioni in un contesto di stagflazione a spingere gli investitori verso il metallo più prezioso. Dal che la potenziale sovraperformance che lo attende.
Com’è andato il primo semestre 2022?
L’oro ha chiuso il primo semestre dell’anno in rialzo dello 0,6%, a 1.817 dollari l’oncia. Inizialmente ha registrato un’impennata a causa della guerra in Ucraina: gli investitori hanno cercato coperture liquide e di alta qualità in un contesto di crescente incertezza geopolitica.
Poi il metallo giallo ha ceduto parte dei guadagni nel momento in cui gli investitori hanno spostato la loro attenzione su politica monetaria e incremento dei rendimenti obbligazionari.
A metà maggio, dopo il braccio di ferro tra aumento dei tassi d’interesse e contesto ad alto rischio – inflazione persistentemente alta e prolungarsi del conflitto in Ucraina, con i suoi potenziali effetti a catena sulla crescita globale – il prezzo si è stabilizzato.
Di riflesso a tutto ciò, gli etf sull’oro hanno registrato forti afflussi a inizio anno, prima di rallentare a maggio e giugno. Tuttavia, a fine giugno avevano totalizzato 15,3 miliardi di dollari di afflussi da gennaio.
Un altro “vento contrario” è stato l’apprezzamento del dollaro statunitense nei confronti di un’ampia gamma di valute. Allo stesso tempo, però, questo apprezzamento ha sostenuto la performance dell’oro in molte altre valute, tra le quali euro, yen e sterlina.
Al di là di tutto, quindi, l’oro è stato uno degli asset più performanti nel primo semestre del 2022. “Non solo ha ottenuto rendimenti positivi, ma lo ha fatto con una volatilità inferiore alla media”.
Ergo, stando al resoconto, “l’oro ha aiutato attivamente gli investitori a mitigare le perdite in questo periodo di volatilità. Soprattutto se si considera che sia le azioni che le obbligazioni, che di solito costituiscono la parte più consistente dei portafogli degli investitori, hanno registrato ritorni negativi durante il periodo”.
Guardando al futuro: investitori sul filo del rasoio
Rialzi operati dalle banche centrali e inflazione a livelli storicamente elevati, con un retrogusto di persistenti interruzioni delle catene di approvvigionamento a causa della pandemia e della guerra russa in Ucraina, che hanno provocato l’impennata dei prezzi dei principali prodotti energetici e delle materie prime.
Ma attenzione: l’outlook sottolinea come l’oro abbia storicamente registrato buone performance in presenza di un’inflazione elevata.
“Negli anni in cui l’inflazione è stata superiore al 3%, il prezzo dell’oro è aumentato in media del 14%. E nei periodi in cui l’indice dei prezzi al consumo statunitense è stato in media superiore al 5% su base annua – attualmente è a circa l’8% – il metallo giallo ha registrato una media di quasi il 25%”.
Inoltre, nei periodi di maggiore inflazione l’oro ha sovraperformato le altre materie prime, cosa che non è ancora accaduta in questo periodo: tuttavia, l’analisi del World Gold Council precisa che in questi casi l’oro arriva sempre in ritardo.
L’asset allocation si fa dura
Sullo sfondo di un rischio stagflazione aumentato in modo significativo, c’è un altro dato che sembra deporre a favore dell’oro: secondo l’outlook che vi stiamo riassumendo, l’oro tende a restare indietro nei periodi di reflazione – quando cioè si interviene per riportare l’economia e i prezzi verso la tendenza a lungo termine dopo una scivolata verso il basso – ma registra una buona performance quando invece domina la stagflazione.
Negli ultimi 20 anni i titoli di Stato di alta qualità sono stati un bene rifugio privilegiato a causa del basso livello dell’inflazione e dei tassi d’interesse. Ma l’incremento dell’inflazione getta un’ombra sull’appeal dei titoli di Stato in quanto fonte di diversificazione, dal momento che la correlazione con le azioni tende a salire.
E le obbligazioni indicizzate all’inflazione, progettate per seguire l’indice dei prezzi al consumo? “Potrebbero non fornire agli investitori il rifugio di cui hanno bisogno. Dall’inizio dell’anno, sono scese nonostante il rapido aumento dei livelli dell’indice. Il Bloomberg Global Inflation-linked Bond Index”, prosegue il report, “è sceso del 18% da un anno all’altro”.
Oro al servizio dell’investitore?
In questo contesto, insomma, secondo il World Gold Council “l’oro può essere un valido strumento di gestione del rischio nell’arsenale di un investitore”. Ma attenzione: tenuto conto anche delle previsioni relative alla domanda dei consumatori, nella seconda metà del 2022 il metallo giallo si troverà ad affrontare due venti contrari di una certa importanza:
- tassi di interesse nominali più elevati;
- un dollaro potenzialmente più forte.
Tuttavia, secondo l’outlook l’effetto negativo di questi due fattori può essere compensato da altri fattori più favorevoli, fra i quali:
- un’inflazione elevata e persistente, con l’oro che recupera terreno rispetto ad altre materie prime;
- la volatilità del mercato, connessa ai cambiamenti della politica monetaria e della geopolitica;
- la necessità di coperture efficaci che consentano di affrontare le correlazioni potenzialmente più elevate tra azioni e obbligazioni.
In questo contesto, “il ruolo strategico e tattico dell’oro rimarrà probabilmente rilevante per gli investitori”.
D’altro canto, in passato ve l’abbiamo detto anche noi: l’oro è un bene rifugio da cui è possibile trarre un gran beneficio, ma nelle fasi più acute delle crisi, quando consente di contenere le perdite. Questa “correlazione negativa”, però, si perde nel momento in cui ha inizio la ripresa.
Come realizzare un investimento in oro?
Per ogni investitore individuale, uno strumento interessante può essere l’etc. In alternativa, come abbiamo detto tante volte, ci sono gli etf ai quali, nel rispetto di precisi vincoli di diversificazione, è consentito investire in indici di prezzi di materie prime o di titoli di società che operano nel settore delle commodity (per esempio, nell’estrazione di oro o argento).
L’importante è non perdere di vista – non ci stancheremo mai di ripetervelo – il vostro profilo di rischio, i vostri reali bisogni e obiettivi e una necessaria diversificazione del portafoglio.