Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Ma soprattutto: perché investiamo? La risposta a quest’ultima domanda è (forse) la più semplice.
Noi investiamo per ottenere proventi dall’impiego del nostro capitale (sotto forma di dividendi e cedole) e, possibilmente, anche per incassare plusvalenze nel momento in cui vendiamo quello che avevamo comprato tempo prima.
Ora, tutto ciò è soggetto a imposizione fiscale. E questo ci porta al messaggio che recentemente ci ha inviato un nostro lettore, il quale ci ha chiesto: ma come funziona la tassazione degli ETF?
Con l’aiuto di Giuseppe Desiderato e di Alessandro Balbo di Vinadio dello Studio BGR1, oggi proponiamo una nuova breve guida2 , che prende l’avvio dalle novità degli ultimi anni.
Com’era un tempo il calcolo della tassazione?
Fino al 2014 i proventi derivanti dagli ETF generavano due tipi di reddito:
- redditi di capitale: derivanti dai dividendi percepiti e, in caso di cessione, dall’aumento del NAV dell’ETF nel giorno della vendita rispetto al NAV del giorno di acquisto;
- redditi diversi: plusvalenza/minusvalenza data dalla differenza fra il prezzo di acquisto e quello di vendita dell’ETF, al netto del delta del NAV.
Insomma, ai fini fiscali entrava in gioco il NAV. Poi, nel 2014, la modifica.
Dal 2014 vale un altro metodo di calcolo
Il decreto legislativo 44/2014, che ha recepito la direttiva 2011/61/UE sui gestori di fondi d’investimento alternativi (la AIFMD), ha introdotto una serie di novità, alcune delle quali riguardano appunto il regime fiscale applicato agli etf armonizzati e non3.
In estrema sintesi, dal 2014 tutti i proventi positivi sono trattati come reddito di capitale e le eventuali minusvalenze sono trattate come redditi diversi. Ed entrambi sono computati sulla differenza tra valore d’acquisto e valore di vendita dell’ETF. Non si tiene più conto del NAV, che dunque non è più rilevante ai fini fiscali.
Ma perché il NAV non conta più?
Una delle motivazioni principali è la complessità dei vecchi conteggi, dal momento che non era semplicissimo ottenere i dati: ok gli ETF quotati, ma per quelli non quotati l’operazione non era proprio delle più agevoli.
Quindi, appunto, per togliere di mezzo questa criticità la soluzione individuata è stata quella di prendere in considerazione solo le differenze tra prezzo d’acquisto e prezzo di vendita sia per il reddito di capitale sia per i redditi diversi.
La compensazione delle minusvalenze
Come vi abbiamo spiegato4 tempo fa, generalmente i proventi di natura finanziaria si distinguono tra:
- redditi di capitale: proventi corrisposti per l’impiego del capitale (cedole e dividendi);
- redditi diversi di natura finanziaria: proventi generati dalla differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita (dal che possono derivare plusvalenze, o capital gain, oppure minusvalenze, o capital loss).
Fiscalmente parlando, plus e minusvalenze si possono compensare con le eventuali minus o plusvalenze di altri strumenti finanziari. Ma è un discorso che vale solo per i redditi diversi: i redditi di capitale, infatti, non si possono compensare con i redditi diversi.
Tutto chiaro? Ok. Però per gli ETF non funziona proprio così.
Infatti, come abbiamo visto, dal 2014 tutti i proventi positivi sono trattati come reddito di capitale, incluse le plusvalenze eventualmente registrate. Le quali non possono essere utilizzate per compensare le eventuali minusvalenze di altri strumenti finanziari.
Altra storia per le minusvalenze che, in quanto “redditi diversi”, si possono compensare con le plusvalenze di altri strumenti finanziari che generano redditi diversi (es. azioni).
E i proventi periodici distribuiti dagli ETF?
L’impostazione fiscale dei dividendi non è cambiata. Questi proventi periodici distribuiti dagli ETF sono considerati redditi di capitale e neanche questi possono essere utilizzati per il recupero di eventuali minusvalenze.
Essi sono accreditati all’investitore al netto della ritenuta d’imposta.
Ma quali aliquote si applicano?
La riforma del 2014 ha sancito un aumento, a partire dal primo luglio di quell’anno, della tassazione delle rendite finanziarie: l’aliquota applicata sia ai redditi di capitale sia ai redditi diversi è salita dal 20% al 26%.
Ma questa aliquota scende al 12,5% nel caso di redditi generati dall’investimento in titoli di Stato italiani, di Paesi “White List” o emessi da enti sovrannazionali.
Nel caso per esempio di un ETF composto al 25% da titoli di Stato e al 75% da azioni o corporate bond, i redditi calcolati verranno tassati al 12,5% per un quarto e al 26% per i restanti tre quarti.
Domandona finale: quali sono le scadenze?
Dipende. Tralasciando tutto il tema del risparmio gestito (sul quale magari torneremo in seguito con un approfondimento specifico), abbiamo che:
- se il soggetto investe nell’ambito di un rapporto di regime amministrato, l’intermediario fa da sostituto d’imposta seguendo il calendario del caso;
- se invece il soggetto investe in regime dichiarativo, è egli stesso che deve mettere tutto in dichiarazione dei redditi, anche qui secondo il calendario delle dichiarazioni dei redditi.
C’è comunque da tenere a mente una distinzione tra ETF armonizzati ed ETF non armonizzati:
- per i primi è prevista l’applicazione di una ritenuta a titolo di imposta sostitutiva direttamente da parte dell’intermediario, che quindi opera come sostituto d’imposta, e ogni obbligo fiscale a carico dell’investitore si esaurisce qui;
- per i secondi, invece, i proventi concorrono a formare il reddito imponibile del sottoscrittore e sono assoggettati alla tassazione progressiva IRPEF.
1 – Studio BRG
2 – Di tutte le info utili che troverete in questo post, il merito è dei due esperti che ci hanno dato una mano. Viceversa, per le eventuali sviste prendetevela solo con l’autrice.
3 – Decreto legislativo n.44/2012 Fonte: Agenzia delle Entrate
4 – Financial Brief: la tassazione degli investimenti finanziari
*Questo post è stato realizzato con il contributo di esperti commercialisti e ha un carattere generico e informativo. Per ulteriori informazioni e domande su esigenze specifiche consigliamo di rivolgersi a un fiscalista.
renato / Luglio 6, 2019
gli ETF che Voi scegliete per i vari portafogli ( tematici, tattici,ecc.) sono tutti del tipo armonizzato?
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Maria Paulucci / Autore / Luglio 8, 2019
Buongiorno Renato,
gli ETF nelle nostre soluzioni sono tutti quotati sul mercato di Borsa Italiana, perciò risultano tutti armonizzati alla normativa europea.
Grazie, un saluto!
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Mauro Rimoldi / Agosto 3, 2019
Non ho capito. Il guadagno sull etf è compensabile con eventuali minus sulle azioni? A me pare di no se ho capito bene. Grz per la risposta
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Maria Paulucci / Autore / Agosto 5, 2019
Caro Mauro, ha capito bene: non è compensabile.
Ciò proprio per via del fatto che, per quanto riguarda gli ETF, dal 2014 tutti i proventi positivi – comprese le eventuali plusvalenze – sono trattati come reddito di capitale. In quanto tali, le plusvalenze degli ETF non si possono usare per compensare le eventuali minusvalenze di altri strumenti finanziari (azioni incluse).
Al contrario, le eventuali minusvalenze degli ETF sono considerate redditi diversi e, in quanto tali, si possono compensare con le plusvalenze di altri strumenti finanziari.
Può sembrare un po’ cervellotico, ma oggi funziona così.
Ci scriva pure se ha ancora qualche dubbio!
Maria
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Carlo / Ottobre 5, 2019
Solo una precisazione ulteriore che cerco di specificare al meglio esemplificativamente. Nel caso di regime amministrato rientra il fondo ETF Amundi Msci World (in quanto quotato alla Borsa Italiana e quindi armonizzato. giusto ?). In tal caso i redditi da capitale gestiti dall’intermediario sono solo all’atto della vendita delle quote ,in quanto le ritenute sui dividendi e sulle operazioni effettuate dal fondo dovrebbero già influire sulla quotazione .
Grazie per la cortese attenzione
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Edoardo / Febbraio 15, 2020
Ma se un etf è composto da azioni non italiane, come avviene la tassazione dei dividendi? Si applica sia la tassazione del paese d’origine più quella italiana?
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Maria Paulucci / Autore / Dicembre 3, 2020
Buongiorno,
come segnalato, ne abbiamo parlato qui https://www.adviseonly.com/capire-la-finanza/finanza-personale/acquisto-e-tassazione-degli-etf-rispondiamo-alle-vostre-domande/
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Giacomo / Febbraio 19, 2020
…e ancora non ho capito: mi serve qualche esempio, perché mi ritrovo con 300€ di minusvalenze nello zainetto fiscale, ma ho venduto quote di ETF in plusvalenza e noto che mi hanno subitissimo addebitato quel 26% (mi pare di aver capito) di tassa.
Quindi, se investo solo in ETF, quello che mi ritrovo di credito, come lo posso utilizzare? Lo potrei portare in dichiarazione dei redditi?
Ma allora converrebbe il regime dichiarativo?
Spero sappiate dirimere questi miei dubbi e grazie in anticipo.
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Maria Paulucci / Autore / Febbraio 20, 2020
Buongiorno,
come precisiamo nel post, per quanto riguarda gli ETF dal 2014 tutti i proventi positivi sono trattati come “reddito di capitale”: ciò vale sia per i dividendi sia per le plusvalenze eventualmente registrate. Né gli uni né le altre possono essere utilizzati per compensare le eventuali minusvalenze di altri strumenti finanziari.
Se le hanno subito addebitato il 26% di tassazione della rendita finanziaria, immaginiamo che per quell’ETF lei fosse in regime amministrato (nel quale la tassazione avviene immediatamente e per ogni singola operazione, come spieghiamo qui https://www.adviseonly.com/capire-la-finanza/finanza-personale/amministrato-gestito-e-dichiarativo-i-tre-regimi-fiscali/).
Lei può eventualmente modificare il regime fiscale di riferimento per ogni singolo rapporto d’investimento che ha (passando per esempio dall’amministrato al dichiarativo) con decorrenza dal primo gennaio di ogni anno. Ma in ogni caso, stando a quanto al momento ci risulta, per le plusvalenze degli ETF non c’è comunque possibilità di compensazione.
Le minusvalenze degli ETF, invece, in quanto “redditi diversi”, si possono compensare con le plusvalenze di altri strumenti finanziari che generano “redditi diversi” (per esempio, le azioni). L’unico modo per compensare la minusvalenza segnalata – che immaginiamo derivi da un ETF – è ottenere una plusvalenza con uno strumento finanziario diverso da un ETF.
In ogni caso, non esiti a scriverci di nuovo per ulteriori chiarimenti, come sempre faremo il possibile per renderci utili.
Un cordiale saluto,
Maria
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sabato / Febbraio 24, 2020
Salve, il 02.08.2019 ho investito circa 30.000,00 euro copiando il vs. ptf lazy con la banca, il giorno 17.02.2020 ho venduto tutto , realizzando un utile di circa 2880,00 euro.Per un totale di liquidità accreditata sul conto di circa 32.800,00.
Ho chiamato l’operatore della banca per sapere se le cifre che vedevo erano da tassare o già tassate e lui mi ha detto che in effetti avrei realizzato delle minus .
Dopo mia richiesta di ulteriori spiegazioni, mi ha lasciato dicendo che gli etf sono strumenti non per tutti.
In conclusione ho INVESTITO : 30000,00 euro e dopo circa sei mesi ho disinvestito : 32800,00 euro
Ditemi voi , ho guadagnato ? o ho perso ?
Grazie.
SABATO IOVINE
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Maria Paulucci / Autore / Febbraio 28, 2020
Eccomi. Mi sono voluta prendere del tempo per consultare i miei colleghi.
Cominciamo col dire questo: ci sembra lampante che se ha investito 30.000 euro e disinvestendo ha sul c/c 32.800 euro ha ottenuto un UTILE. Ciò che le arriva sul conto è già tassato e pulito dalle commissioni di negoziazione, quindi è un NETTO.
Ha – da quanto si legge – guadagnato ma realizzato delle minus perché il portafoglio nel complesso è in utile, ma tra i singoli ETF qualcuno avrà guadagnato molto, qualcuno poco, qualcuno perso, come è normale in un portafoglio ben diversificato e ben strutturato.
Invece non capiamo assolutamente perché l’operatore della banca le abbia detto che gli ETF non sono per tutti… Magari ne è sinceramente convinto, ma ovviamente noi non condividiamo minimamente.
Grazie, un saluto,
Maria
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Gabriele / Febbraio 21, 2020
Buongiorno,
se si volesse investire in ETF non-armonizzati, quotati sul Nasdaq ad esempio, come avviene la dichiarazione dei redditi? Esistono dei moduli esemplificativi messi a disposizione dai broker, che vanno poi solo aggiunti in dichiarazione? O bisogna rivolgersi a un commercialista? E nel caso di un cassettista, se si tengono dei fondi ad accumulazione per tanto tempo e non si vendono mai quote, le tasse da pagare ci sono lo stesso anche se non si percepiscono capital gain? Vorrei capire quanto è fattibile, e quanto è difficile.
Grazie
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Maria Paulucci / Autore / Marzo 3, 2020
Gentilissimo,
veramente tante domande, provo umilmente a risponderle sulla base di quanto mi risulta.
D. Come avviene la dichiarazione dei redditi?
R. Il modello 730 contiene la voce “Altri redditi”, nella quale vanno riportati – fra le altre cose – i redditi di capitale e i redditi diversi. Quindi, nel caso degli ETF, sia i proventi legati a plusvalenze e dividendi (redditi di capitale) sia le minusvalenze (redditi diversi).
D. Esistono dei moduli esemplificativi messi a disposizione dai broker?
R. Sinceramente questo lo ignoro, ma immagino che ciò sia a discrezione del broker. Tenga presente che, nel regime dichiarativo, l’onere dell’adempimento fiscale è comunque in capo al dichiarante. O al suo CAF o commercialista, che per la loro specializzazione professionale sanno senz’altro dove metter mano. Francamente, e specialmente se lei ha dubbi sulla compilazione del modulo per la dichiarazione dei redditi, una capatina al CAF o da un commercialista io le consiglierei di farla, onde evitare disguidi e malintesi con l’Agenzia delle Entrate.
D. Se si tengono dei fondi ad accumulazione per tanto tempo e non si vendono mai quote, le tasse da pagare ci sono lo stesso anche se non si percepiscono capital gain?
R. Se non ci sono redditi (di capitale o diversi), sinceramente non vedo cosa lei debba mettere in dichiarazione. Ma, anche qui, fossi in lei chiederei conferma a un CAF o a un commercialista.
Per concludere, è tutto fattibile e non particolarmente difficile, posto che, in caso di dubbi, lei accetti di farsi aiutare da chi ne sa di più di noi due messi insieme: a lungo termine, questo paga sempre.
Maria
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Gabriele / Marzo 29, 2020
Grazie mille per la risposta dettagliata e la pazienza.
Avrei ancora una domanda se poso. E’ ancora possibile comprare etf non-armonizzati da broker esteri? Mi pare di capire che i broker europei non hanno più il permesso di negoziare etf non quotati sulle borse europee. Molti fondi americani a bassissimo costo non esistono qui. E’ il caso di rassegnarsi o è possibile comprarli usando broker stranieri? La domanda sul regime fiscale e dichiarativo si riferiva sopratutto a questi casi, perché forse il 730 non è sufficiente e c’è bisogno di compilare moduli diversi.
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Gabriele / Febbraio 21, 2020
Buongiorno,
conferma che non è più possibile comprare ETF quotati su borse americani, neanche da broker americani? Le cose dette nell’articolo valgono per chi ha ancora delle quote in etf non-armonizzati, ma comprati anni fa, giusto? E’ ancora possibile acquistarli da broker stranieri?
Grazie
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Maria Paulucci / Autore / Dicembre 3, 2020
Buongiorno,
come segnalato, ne abbiamo parlato qui https://www.adviseonly.com/capire-la-finanza/finanza-personale/acquisto-e-tassazione-degli-etf-rispondiamo-alle-vostre-domande/
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Gabriele / Febbraio 28, 2020
Buongiorno Maria,
è vero che ora non è più possibile comprare etf non armonizzati neanche da brocker stranieri? Ho letto che senza Kiid non li vendono più neanche se si usano brocker americani. Quindi i problemi fiscali sono relativi solo a chi ha comprato in passato, ma per i nuovi investitori non c’è più niente da fare. E’ corretto?
La prego di rispondermi se può.
Grazie
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Maria Paulucci / Autore / Dicembre 3, 2020
Buongiorno,
come segnalato, ne abbiamo parlato qui https://www.adviseonly.com/capire-la-finanza/finanza-personale/acquisto-e-tassazione-degli-etf-rispondiamo-alle-vostre-domande/
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Gabriele / Febbraio 28, 2020
Salve Maria, come mai ha risposto a tutti tranne a me? Ho fatto una domanda che non meritava risposta? se può, la prego di aiutarmi.
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Maria Paulucci / Autore / Febbraio 28, 2020
Buongiorno,
per le domande più tecniche come la sua in genere chiediamo un consulto agli esperti che gentilmente collaborano con noi. Esperti che, come immaginerà, in questo periodo sono molto presi (persino più del solito).
Le chiedo quindi di avere un po’ di pazienza.
Un saluto, grazie,
Maria
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CLAUDIO / Marzo 19, 2020
buongiorno.
mi è venuto questo dubbio e faccio un esempio di acquisto di etf tramite istituto bancario in regime di amministrato. se il gestore di un etf è straniero tutte le incombenze fiscali e quindi la tassazione intera del capital gain è assolta dalla banca oppure vi sono dichiarazioni da inserire nella dichiarazione dei redditi a carico del dichiarante proprio nella considerazione che il gestore non è italiano?
grazie
claudio
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Daniele D'Avino / Marzo 23, 2020
Buongiorno,
se la banca tramite cui opera è italiana, in regime amministrato, l’onere della gestione delle incombenze fiscali rimane alla banca. Se la banca è straniera dovrà procedere lei. La sede del “gestore di un etf” (se con questo intende la casa madre/ fabbrica prodotto) non ha implicazioni. Verifichi comunque con la sua banca.
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Emily / Marzo 27, 2020
Buongiorno,
mi è venuto un grande dubbio. Ho un conto con un broker americano che ho aperto due anni fa dal fatto che la mia azienda mi permetteva di aderire ad un programma interno di bonus azioni aziendali. Avendo quindi somme disponibili sul conto, ho investito parte del capitale circa 10k in ETF come VOO VYM e SPY e ho impostato l’investimento automatico dei dividendi. Oggi ho però scoperto che addirittura non potrei nemmeno comprarli poichè sono residente in Europa e questi ETF non hanno il KFID? Come muovermi adesso?
Grazie
Emily
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Maria Paulucci / Autore / Dicembre 3, 2020
Buongiorno,
ne abbiamo parlato qui https://www.adviseonly.com/capire-la-finanza/finanza-personale/acquisto-e-tassazione-degli-etf-rispondiamo-alle-vostre-domande/
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MATTEO / Aprile 28, 2020
Buonasera,
ho acquistato n. 48 quote dell’ ETF EUROSTOXX MID COD. ISIN IE00B02KXL92 il 7/2/2020 al px 63,50 controvalore addebitato in conto €3.058,00 comprensivo delle cm di eur 10,00 . in data 12/2/2020 ho venduto le 48 quote dell’etf al prezzo di €64,63 controvalore accreditato in conto € 3.078.14 al netto di cm € 10,00 e di € 14,10 di ritenuta sul disagio . Sulla mia posizione fiscale e’ stata caricata una minus di € 20,00.
Tenuto conto che ho delle minusvalenze da recuperare del 2016+2017 di € 1.600,00 , non ho pagato l’mposta del 26% sul capital gain .
Puo’ spiegarmi cosa e’ successo? questo e’ avvenuto anche su altri etf venduti al un prezzo maggiore di quello di acquisto , considerando anche le commissioni applicate registravo su tutti gli etf un guadagno, invece risultano tutte delle minusvalenze .
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Diana Bin / Maggio 13, 2020
Buongiorno Matteo,
14,1 come segnalavi giustamente tu è l’imposta del 26% sul reddito di capitale generato dalla vendita: infatti 64,63*48 -63,5*48 fa 54,24 euro di reddito di capitale il cui 26% è pari a 14,10 euro; 20 euro è la somma delle commissioni che ha generato invece una minusvalenza in quanto reddito diverso.
Il disaggio di emissione invece è un’altra cosa: riguarda le obbligazioni quando in origine sono emesse ad un prezzo sotto la pari.
Speriamo di esserti stati di aiuto!
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