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PIR vs. ELTIF, identikit di due gemelli diversi

Sapete tutti cosa sono i PIR, vero? Se ci seguite da tempo, immaginiamo di sì: sono i Piani Individuali di Risparmio a lungo termine introdotti nel 2017 con la Legge di Bilancio di quell’anno.

Ebbene, alla fine del 2019 abbiamo avuto conferma di un’importante novità: è entrato in vigore il DL Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020, che rimuove le limitazioni introdotte con la Legge di Bilancio dell’anno prima.

 

Dove eravamo rimasti?

Come vi avevamo anticipato settimane fa1, i due vincoli introdotti lo scorso anno sono stati rimpiazzati da un unico obbligo: ovvero, il 5% del 70% vincolato del valore complessivo del PIR, vale a dire il 3,5% dell’intero patrimonio in gestione del PIR, va destinato a strumenti finanziari di imprese di piccola capitalizzazione, diverse da quelle inserite nell’indice Ftse MIB e Ftse MID di Borsa italiana o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati.

Questo vincolo, a differenza del precedente, risulta “compatibile con l’operatività dei fondi aperti”, come ha fatto notare Assogestioni2. Noi stessi, lo scorso anno, avevamo dato per ibernato il mercato dei PIR3, stanti appunto le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2019.

Era successo questo: intendendo stimolare il Venture Capital e la quotazione in Borsa delle PMI italiane, i PIR sottoscritti dall’inizio del 2019 avrebbero dovuto investire almeno il 3,5% del loro patrimonio in fondi di Venture Capital residenti nel territorio dello Stato e un altro 3,5% in azioni di PMI quotate sul segmento AIM di Borsa Italiana4.

Novità che, per l’appunto, avevano avuto l’involontario effetto di congelare il mercato.

Nel frattempo, noi ci siamo interrogati su un altro strumento, simile al PIR per l’implicita intenzione di far confluire i risparmi privati nell’economia reale in un’ottica di lungo termine: l’ELTIF5. In prossimità della ripartenza dei PIR, può essere interessante fare anche noi il punto sulle differenze tra i due strumenti. Ma, prima, vediamo di rinfrescarci un po’ la memoria sugli ELTIF.

 

 

Gli ELTIF e lo sbarco in Italia

Se i PIR sono nati con la Legge di Bilancio 2017, gli ELTIF – sigla che sta per European Long Term Investment Fund – sono stati istituiti nel 2015 e recepiti nel nostro ordinamento nel 2018. Si tratta di fondi chiusi, introdotti per incentivare l’investimento a lungo termine non solo nelle piccole e medie imprese europee ma anche, più in generale, in attività dell’economia reale (per esempio, in progetti infrastrutturali).

A un certo punto, nel passaggio dal regolamento europeo all’attuazione in ambito nazionale, il legislatore italiano6 ha pensato di estendere agli ELTIF, ad alcune condizioni, i vantaggi fiscali già previsti per i PIR: esenzione, per le persone fisiche residenti nel territorio dello Stato, dalle imposte sui redditi da capitale e sui redditi diversi derivanti da investimenti in quote di ELTIF ed esenzione dalle imposte di successione.

Teoricamente, questo regime fiscale speciale dovrebbe applicarsi a decorrere dagli investimenti effettuati nel 2020, purché:

  • gli investimenti non superino i 150.000 euro nell’anno e gli 1,5 milioni in tutto (il regolamento europeo non prevede soglie massime d’investimento);
  • il patrimonio raccolto dal medesimo gestore ELTIF non superi i 200 milioni di euro per ciascun anno, fino a un massimo per gestore di 600 milioni;
  • i fondi investano almeno il 70% del capitale in imprese residenti in Italia o in Stati UE oppure in Stati aderenti all’Accordo sullo Spazio Economico Europeo con stabile organizzazione in Italia;
  • l’investimento sia detenuto per almeno cinque anni.

Tutto questo in teoria. Nella pratica, il decreto del ministro dell’Economia che dovrebbe precisare come attuare queste indicazioni non è ancora arrivato.

Anche perché il regime fiscale agevolato può diventare realtà solo se ottiene l’ok della Commissione UE, la quale, autorizzandolo, escluderebbe che si tratti di aiuti di Stato. Ma, anche su questo fronte, sembra sia ancora tutto fermo.

Risultato: al momento gli ELTIF non godono di alcun beneficio fiscale.

 

Ricapitolando: quali sono le differenze tra PIR ed ELTIF?

Più di quante non si immagini. Proviamo a sintetizzarle in una tabella alla luce della normativa italiana ed europea attualmente vigente.

 

PIR ELTIF
Cosa sono Piani Individuali di Risparmio a lungo termine: sono fondi aperti, generalmente con possibilità di rimborso anticipato (a discapito del beneficio fiscale) European Long Term Investment Fund: si tratta di fondi chiusi, che prevedono il rimborso del capitale a scadenze definite
Obiettivo Veicolare il risparmio verso le piccole e medie imprese italiane Far confluire il risparmio nelle piccole e medie imprese europee, ma anche in altre attività dell’economia reale (es. infrastrutture)
Destinatari Più indicati per gli investitori retail, pur non essendo preclusi ad altri tipi di investitore Più indicati per gli investitori evoluti (private, wealth, professionali, istituzionali), pur non essendo preclusi al retail
Vincoli Composizione degli investimenti, periodo minimo di detenzione, orizzonte temporale Composizione degli investimenti, periodo minimo di detenzione, orizzonte temporale
Investimento minimo/massimo Non c’è una soglia minima, mentre si può investire fino a 30.000 euro all’anno per un massimo di 150.000 euro La soglia minima è di 10.000 euro, mentre non esiste un tetto massimo
Agevolazioni fiscali Le persone fisiche sono esentate dalle imposte su redditi da capitale e i redditi diversi e da quelle di successione, purché rispettino i vincoli previsti Teoricamente l’Italia avrebbe previsto uno speciale regime fiscale per gli investimenti effettuati dal 2020, ma al momento è tutto fermo e non esistono benefici fiscali

 



1 – Alla (ri)scoperta dei Piani di Risparmio a lungo termine
2 – PIR pronti al rilancio nel 2020, fonte: Assogestioni
3 – PIR, cronache da un mercato finito nel congelatore
4 – La legge di bilancio 2019, la legge delle conseguenze indesiderate e i PIR
5 – Cosa sono gli ELTIF, i “PIR europei” pronti al decollo
6 – Decreto legge 34/2019, contenente “Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi” e convertito con modifiche dalla legge 58/2019.

Scritto da

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, lavora a Milano dal 2007. Dopo un'esperienza di quattro anni in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori, si è spostata in Blue Financial Communication, casa editrice specializzata nei temi dell'asset management e della consulenza finanziaria. A dicembre 2017 si è unita al team di AdviseOnly.

Ultimo commento
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    In realtà i PIR non sono fondi aperti…
    Possono essere anche normali portafogli fai da te

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