Al via l’ottava emissione del BTP Italia che secondo quanto comunicato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) avrà durata 8 anni anziché 6 come nella passate edizioni.
Il nuovo BTP Italia sarà distribuito dal 13 aprile al 16 aprile 2015. Riepiloghiamo caratteristiche, novità e convenienza di questa obbligazione.
Quali sono le caratteristiche del BTP Italia?
Le caratteristiche finanziarie del nuovo BTP Italia sono:
- durata 8 anni;
- tasso reale annuo minimo garantito dell’0,50%;
- cedole semestrali indicizzati all’inflazione italiana (FOI, indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati al netto dei tabacchi);
- rivalutazione semestrale del capitale, corrisposta con le cedole (è previsto un floor, cioè un minimo, in caso di deflazione);
- capitale nominale garantito a scadenza, anche in caso di deflazione;
- “premio fedeltà” dello 0,4% per chi acquista all’emissione nella prima fase del periodo di distribuzione (riservata ai risparmiatori individuali o soggetti affini) e detiene il titolo fino a scadenza;
- taglio minimo acquistabile di 1.000 euro;
- nessuna commissione di sottoscrizione nel periodo di collocamento;
- ritenuta fiscale sugli interessi pari al 12,5%.
Il tasso cedolare (reale) definitivo sarà fissato al termine del periodo di collocamento tramite il sistema di negoziazione MOT (ovvero alla chiusura della seconda fase del periodo di distribuzione), e non potrà essere inferiore al tasso cedolare (reale) annuo minimo garantito.
Le fasi del collocamento
Al fine di differenziare per tipologie d’investitore, come accaduto a ottobre 2014, il collocamento sul mercato, attraverso la piattaforma elettronica MOT di Borsa Italiana, si svolgerà in due fasi:
- la prima fase, rivolta ai risparmiatori individuali e altri affini, sarà di tre giorni, da lunedì 13 a mercoledì 15 aprile (che potranno essere ridotti a due in caso di chiusura anticipata);
- la seconda fase avrà luogo nella sola mattinata del 16 aprile e sarà dedicata ai soli investitori istituzionali.
La novità
I nuovi BTP Italia offerti avranno una durata di 8 anni a differenza delle precedenti emissioni che avevano durata più breve. Questa nuova emissione risponde all’esigenza emersa nell’attuale contesto di mercato da parte degli investitori di disporre di uno strumento che offra una protezione contro l’inflazione italiana con un orizzonte temporale più lungo.
Conviene investire nel BTP Italia?
Nella situazione attuale di deflazione dell’attività economica in Italia, l’inflazione non rappresenta un problema, almeno nell’immediato. Tuttavia, la scelta d’inserire il BTP Italia in portafoglio può essere motivata sia in ottica tattica, che da “cassettista” (che consiste nel mantenere il BTP fino alla naturale scadenza).
L’ottica da “cassettista” sarà scelta da un investitore con un’asset allocation prudente e ben diversificata e che vorrà anche usufruire del premio fedeltà di 0,40% (che, in tempi di rendimenti bassi, non è da buttare via). Inoltre, in caso di deflazione è previsto un minimo sia sulla cedola che sul capitale mentre, in caso di aumento del livello generale dei prezzi, potrà difendere il portafoglio dall’inflazione e quindi diversificare il rischio.
L’ottica più “tattica” sarà scelta dall’investitore che ritiene gli attuali tassi di break-even troppo bassi e sia possibile un aumento del tasso d’inflazione in futuro. Se queste aspettative si realizzassero, allora potrebbe ottenere una plusvalenza. Attualmente il tasso di break-even per titoli obbligazionari con scadenza 8 anni è di poco superiore allo 0%. In sostanza, per rendere conveniente l’acquisto di questo strumento è sufficiente che, alla data di scadenza del BTP Italia di nuova emissione (che sarà nel 2023) il tasso medio d’inflazione annuo sia maggiore di quello a break-even.
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Ettore / Aprile 16, 2015
ma se il BTP è acquistato e poi venduto prima della scadenza c’è la possibilità di rimetterci anche in conto capitale in caso di abbassamento dell’indice, giusto?
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Massimo Vicari / Maggio 7, 2015
La possibilità esiste ma è piuttosto remota. Dovrebbe verificarsi sostanzialmente un aumento del tasso di sconto (che ne farebbe abbassare il prezzo), a fronte di un NON aumento del tasso di inflazione. Ma siccome la BCE alza il tasso di sconto in funzione del tasso di inflazione, il pericolo non dovrebbe sussistere.
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