Tra le misure previste dalla nuova manovra 2022, c’è il potenziamento dei Pir. Interessati da ripetute modifiche normative fin dalla loro nascita nel 2017, i Piani individuali di risparmio a lungo termine tornano sotto i riflettori dopo l’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del disegno di legge di bilancio dello Stato.
Il testo – che dovrà essere approvato dal Parlamento entro il 31 dicembre – prevede infatti l’innalzamento della soglia oggetto di fiscalità agevolata da 30mila a 40mila euro all’anno per ogni singolo investitore. Il tetto massimo sui cinque anni passa dunque da 150 a 200mila euro.
Come funzionano i Pir?
Ma facciamo un rapidissimo ripasso sui Pir, giusto per ricordarci di cosa stiamo parlando. Questi strumenti hanno lo scopo di indirizzare il denaro dei risparmiatori verso le imprese italiane, soprattutto quelle più piccole, stimolando lo sviluppo economico del Paese.
E danno diritto a significative agevolazioni fiscali: esenzione dalla tassazione sui redditi da capitale o redditi diversi che derivano dagli investimenti nel Pir ed esenzione dalle imposte di successione.
In pratica, sono dei “contenitori” che possono assumere la forma di un fondo comune di investimento, di una gestione patrimoniale, di un conto titoli. Devono investire almeno il 70% del valore complessivo degli attivi in strumenti finanziari, anche non quotati, emessi da imprese italiane residenti nel territorio nazionale o in Stati membri dell’UE o dello Spazio Economico Europeo.
Le nuove soglie massime
Per ottenere le agevolazioni fiscali, chi sottoscrive un Pir deve mantenere l’investimento per almeno cinque anni e comunque non può investire più di una certa cifra ogni anno. Il punto che va a toccare la nuova legge di bilancio è proprio questo: la cifra massima sale di 10mila euro l’anno, che diventano 50mila nei cinque anni di investimento previsti.
L’obiettivo, in entrambi i casi, è quello di potenziare questi strumenti, pensati a loro volta da un lato per incentivare gli italiani a investire sui mercati gli ingenti risparmi accumulati su conti infruttuosi e dall’altro per far affluire nuove risorse nelle casse delle numerose piccole e medie imprese italiane, messe di fronte alla sfida della crescita e, negli ultimi due anni, a dura prova dalla crisi legata alla pandemia di Covid-19.
Una manovra “espansiva”
La prima legge di Bilancio del governo Draghi prevede in tutto misure per 30 miliardi di euro, tutte indirizzate alla crescita del Paese: dalle pensioni al fisco, dai superbonus edilizi al reddito di cittadinanza. Il testo contiene poi le risorse per la riforma degli ammortizzatori e quelle per il primo assaggio di taglio delle tasse.
“Questa è una legge espansiva, che accompagna la ripresa ed è in piena coerenza con gli altri documenti che guidano l’azione economica di questo governo”, ha commentato il presidente del Consiglio, Mario Draghi. “Si agisce sia sulla domanda ma anche molto sull’offerta, tagliando le tasse e stimolando gli investimenti”.
Le intenzioni sono buone. Ora staremo a vedere. Con un occhio sempre rivolto all’evoluzione del mercato dei Piani individuali di risparmio a lungo termine.