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La fotografia ACRI-IPSOS: gli italiani risparmiano ma non (sempre) pianificano

Il modo in cui il risparmio è percepito e amministrato è profondamente cambiato nel tempo: è quanto emerge dalla 24esima Indagine annuale ACRI-IPSOS “Gli italiani e il risparmio”, realizzata in occasione della 100esima Giornata Mondiale del Risparmio che si è svolta il 31 ottobre 2024. Il tema di quest’anno è “1924-2024. Cento anni di cultura del risparmio”.

 

Risparmio, garanzia di sicurezza: ecco com’era percepito in passato

Secondo l’indagine, nelle generazioni precedenti il risparmio era spesso visto come una virtù essenziale, un pilastro della gestione finanziaria personale che rifletteva prudenza e saggezza, e rendeva visibile a sé stessi e agli altri la capacità della famiglia di gestire adeguatamente e con oculatezza le proprie risorse.

Per le generazioni precedenti, risparmiare significava garantire la sicurezza finanziaria della famiglia, un impegno verso il futuro che richiedeva disciplina e sacrificio, ed era una dimostrazione di responsabilità e lungimiranza. Il risparmio diventava una risposta naturale alle incertezze della vita, un modo per proteggersi da eventuali imprevisti finanziari, come malattie o perdita del lavoro.

La cultura del risparmio era alimentata da un forte senso di comunità e di continuità intergenerazionale, dove le abitudini finanziarie venivano tramandate come insegnamenti preziosi. Il risparmio era strettamente legato a obiettivi concreti e tangibili, come l’acquisto di una casa, l’educazione dei figli o il finanziamento della pensione.

 

Questa concezione tradizionale del risparmio ha subito un’evoluzione

Se alcuni principi fondamentali del risparmio rimangono invariati, specialmente per le persone più mature, le priorità e le strategie delle nuove generazioni si sono adattate a un mondo più interconnesso, dove l’accesso alle informazioni, la digitalizzazione e le nuove tecnologie finanziarie hanno ampliato le possibilità di gestione del denaro e di progettazione della propria vita.

Osservando le dinamiche generazionali legate all’attitudine al risparmio, questa rimane alta quanto quella delle generazioni passate. Tuttavia, si evidenzia una percezione di diminuita capacità di risparmio: il 33% degli italiani ritiene di riuscire a risparmiare meno dei propri genitori.

 

Si tratta, in misura maggiore, della fascia più matura della popolazione (36%) che pur riconoscendo il valore del risparmio acquisito dalla propria famiglia, nel tempo ha percepito un cambio di passo nella propria capacità di risparmio, dovuto alle crisi finanziarie che si sono succedute dal 2008 e dalla progressiva perdita del potere di acquisto che ha ridotto la propria capacità di accumulare denaro. Inoltre, chi risparmia lo fa con meno perseveranza e pianificazione rispetto al passato: in molti cercano di risparmiare, ma senza porsi veri e propri obiettivi.

 

Risparmiare senza pianificare: cosa c’è all’origine di questo errore?

Le crisi che si sono succedute negli ultimi anni e il mutato mercato del lavoro con il suo dinamismo offrono meno appigli che possono favorire la pianificazione. Un cambiamento di prospettiva che per gli italiani è influenzato principalmente:

  • dall’aumento del costo della vita (70%);
  • dalle condizioni economiche e lavorative contemporanee (60%);
  • dalle suddette condizioni, che hanno avuto un impatto soprattutto sulla Gen X (65%);
  • dai cambiamenti negli stili di vita (60%) che coinvolgono le generazioni più mature.

 

Nuovi bisogni e nuovi desideri uguale inedite priorità di risparmio

Eppure, il risparmio ha sempre un obiettivo. O anche più di uno. Oggi, è considerato principalmente una necessità per garantire tranquillità e stabilità economica, specie dai più maturi, ma anche come un’opportunità per raggiungere specifici obiettivi. I giovani appartenenti alle generazioni Z e Millennials tendono ad associare il risparmio maggiormente a concetti di crescita (18%) e investimento (15%) rispetto ai Boomers (rispettivamente 8% e 2%).

Le priorità di risparmio riflettono anche un cambiamento nei bisogni e nei desideri.

  • I più maturi tendono a risparmiare principalmente per far fronte a un futuro incerto, concentrandosi su spese impreviste, rischio di spese mediche e raggiungimento della sicurezza finanziaria.
  • I giovani sembrano più orientati al presente, risparmiano per permettersi viaggi e svaghi (Gen Z all’28%; Millennials al 29%), cosa che segnala un desiderio di esperienze piuttosto che di accumulo di beni materiali (che, sottolinea l’indagine, è una delle cifre delle nuove generazioni).

I giovani della Generazione Z e i Millennials sono consapevoli di avere priorità e obiettivi di risparmio differenti da quelli dei loro genitori (lo dichiarano, rispettivamente, il 63% e il 64%, a fronte del 56% del totale) e seguono le loro priorità.

 

Le condizioni macroeconomiche e le trasformazioni sociali hanno avuto un impatto significativo sulla cultura del risparmio, spingendo le nuove generazioni a riconsiderare le proprie strategie finanziarie in un contesto sempre più complesso e in evoluzione, rimanendo comunque molto propensi a risparmiare, quando possibile.

 


 

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