L’ultimo rapporto Coop evidenzia la spiccata propensione degli italiani all’uso della tecnologia, anche per acquisti e consumi. Un modo “smart” per risparmiare tempo e denaro.
In un mondo sempre più iper connesso, gli italiani non si fanno lasciare indietro: secondo l’ultimo Rapporto Coop , redatto dall’Ufficio Studi dell’Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori con la collaborazione scientifica di Ref, gli abitanti della Penisola sono più “digital” rispetto alla media UE, in particolare quando si parla di utilizzo dello smartphone – non solo per telefonare, naturalmente.
Stando alla ricerca, nell’ultimo anno in Italia sono stati venduti 15 milioni di smartphone, il 16% in più rispetto all’anno precedente e oltre il 10% ha al polso un dispositivo indossabile (tipo smartwatch), dietro solo agli americani (12,2%). Ma i dati più impressionanti riguardano forse l’uso (per non dire abuso) del telefonino: il 70% degli italiani controlla lo smartphone entro 30 minuti dal risveglio e il 63% lo guarda l’ultima volta meno di 30 minuti prima di addormentarsi: nel confronto con i “cugini” europei siamo i primi ad accendere e gli ultimi a spegnere il telefono (ci battono i giapponesi, che controllano le notifiche entro 2 minuti dal risveglio).
Naturalmente la dipendenza da smatphone non diminuisce durante la giornata: il 74% degli intervistati lo usa mentre incontra gli amici al pub, il 69% mentre guarda la TV, il 60% mentre è a cena a ristorante e il 42% durante le riunioni di lavoro. Un 20% ammette addirittura di guardare abitualmente il telefono mentre si trova al volante. L’abitudine a buttare l’occhio sullo schermo è tale che il 68% del campione dichiara di dare una controllatina anche quando non ha ricevuto alcuna notifica (lo fa il 63% degli spagnoli, il 62% dei francesi e il 48% dei tedeschi).
Va detto, sottolinea l’indagine, che l’utilizzo dello smartphone varia a seconda delle fasce d’età: per esempio i giovani tra i 18 e i 24 anni vi ricorrono soprattutto per accedere ai social network, mentre tra i 25 e i 34 anni è più utilizzato per fare ricerche sul web e guardare video. Tra i 35 e i 64 anni la funzione preferita è quella delle fotografie, mentre gli over 65 prediligono la lettura delle news. Inoltre, almeno nelle intenzioni, l’80% degli italiani vorrebbe rendere più connessa la propria casa e solo nel 2015 sono stati venduti nella Penisola circa 100.000 droni.
Tutta questa apertura alla tecnologia si riflette anche sulle abitudini di consumo e di spesa degli italiani. In base allo studio, che ogni anno analizza l’andamento dei diversi segmenti di consumo e l’evoluzione del retail, il 23% degli italiani dichiara di voler usare lo smartphone per fare acquisti (davanti a noi ci sono solo gli americani, con il 24%).
E le vendite e-commerce hanno registrato un’impennata nei primi sei mesi del 2016: +65% per le spese al dettaglio non alimentari, +34% per gli alimentari, +28% per abbigliamento e calzature.
Del resto, grazie alle nuove applicazioni tecnologiche e ai nuovi comportamenti che ne conseguono, il consumo è sempre più spesso gratuito: dalle comunicazioni alle informazioni, dal tempo libero ai servizi. E non si tratta di un risparmio di poco conto: la rete e le tecnologie digitali hanno dissolto circa il 2% della spesa, ovvero 20 miliardi di euro. Una famiglia può arrivare a risparmiare fino a 1.400 euro all’anno.
Lo stesso ragionamento vale anche per il mondo degli investimenti: la tecnologia permette di abbattere una buona fetta di costi e di mettere a disposizione dell’utente/risparmiatore finale prodotti più convenienti, oltre che più facilmente accessibili. È proprio questa la filosofia alla base di Pensaci Oggi, fondo flessibile gestito da Zenit SGR.