Una guida rapida, sintetica e indolore allo “slang” del mercato azionario: è quella che vi abbiamo proposto poco tempo fa1, per capire insieme di cosa si parla quando si parla di certi argomenti. Tra le varie voci, la guida riportava una sigla che spesso e volentieri ricorre nelle cronache finanziarie: IPO. Vediamo di saperne di più: cos’è, e come funziona, l’IPO?
Come nasce un’IPO
IPO è, appunto, un acronimo, una sigla: sta per Initial Public Offering, che in italiano significa Offerta Pubblica Iniziale. Ma “iniziale” di che? Rispondiamo subito: si tratta dell’offerta di titoli azionari al pubblico fatta da una società che intende quotarsi per la prima volta su un mercato regolamentato.
Detto in termini un po’ più tecnici, con l’IPO la società diffonde le sue azioni fra il pubblico creando così il suo flottante. Come? Le modalità sono essenzialmente tre.
- Tramite OPS, ovvero Offerta Pubblica di Sottoscrizione, operazione tramite la quale la società offre agli investitori azioni di nuova emissione, a valle di un aumento di capitale. I titoli freschi di emissione possono essere destinati al pubblico indistinto degli investitori o solo agli investitori istituzionali, oppure riservati a un certo numero di soggetti selezionati. L’OPS per il pubblico retail può prevedere tranche riservate a particolari categorie, per esempio i dipendenti della società.
- Attraverso OPV, ossia Offerta Pubblica di Vendita, che consente di vendere le azioni già esistenti possedute dagli azionisti: più nel dettaglio, tramite OPV la società offre agli investitori tutte o parte delle proprie azioni con diritto di voto. Le quali, anche in questo caso, possono essere proposte al pubblico indistinto degli investitori o agli investitori istituzionali, oppure riservate a un ristretto numero di soggetti selezionati.
- Per finire c’è l’OPVS, l’Offerta Pubblica di Vendita e Sottoscrizione, un mix tra OPS e OPV: si offrono sia azioni già emesse che azioni di nuova emissione.
Attenzione: quando scatta un’offerta – sia essa di sottoscrizione, di vendita o di vendita e sottoscrizione – rivolta a noi persone comuni (note nell’ambiente finanziario come “investitori retail”), si profila una sollecitazione all’investimento: ecco perché la società emittente deve darne preventiva comunicazione alla CONSOB. Lo dice il TUF, il Testo Unico della Finanza (che poi è il decreto legislativo 58/1998).
Tutte le fasi dell’IPO
Ci addentriamo un pelo nel tecnico per scoprire come nasce e si sviluppa un’IPO.
La società XYZ ha un management che un giorno presenta al consiglio di amministrazione un progetto di quotazione, con tanto di studio di fattibilità. Il cda visiona il tutto e dà il suo ok, dopodiché convoca l’assemblea ordinaria o, se il progetto prevede un aumento di capitale, quella straordinaria. Anche l’assemblea dà l’ok.
A quel punto, la società procede alla nomina di una serie di consulenti che dovranno seguirla nella quotazione. Il management li incontra per fissare tempi e compiti. Tanto per cominciare, dovranno fare quella cosa che in termini tecnici si chiama due diligence, e che in parole povere è un’analisi molto approfondita di XYZ, utile a definire la fattibilità della quotazione e il valore dei titoli da collocare.
Si passa quindi alla stesura del Prospetto Informativo, la cui versione definitiva andrà depositata presso CONSOB, che dovrà rilasciare il nulla osta alla sua pubblicazione. Questo per quanto riguarda le informazioni al pubblico degli investitori. Poi c’è l’ammissione al mercato del titolo azionario. Chi se ne occupa?
Facile: il gestore del suddetto mercato. Quindi, in Italia, Borsa Italiana. Che può accogliere la domanda di quotazione o respingerla, tenendo informata la CONSOB sui vari passaggi. Quella della XYZ viene accolta. Parte quindi la campagna di promozione presso gli investitori, articolata su più livelli. Il momento clou di questa campagna è il roadshow, che serve a creare interesse sulla società e la sua quotazione.
Dopo la raccolta degli ordini istituzionali – fase nella quale i potenziali investitori istituzionali comunicano al bookrunner l’ammontare dei titoli che intendono acquistare e il prezzo che hanno intenzione di proporre – si arriva alla fissazione del prezzo da parte del cda, all’Offerta Pubblica di Vendita e/o Sottoscrizione e, in ultimo, all’avvio delle negoziazioni.
Che ruolo ha, in tutto questo, l’investitore individuale?
Gli investitori retail possono partecipare a un’IPO tramite un istituzionale (per esempio, la banca) che raccoglie i loro ordini. Oppure possono comprare sul mercato secondario le azioni rivendute dagli investitori istituzionali che le hanno acquistate in fase di IPO.
Una volta conclusa l’IPO, le azioni emesse dalla società XYZ sono quotate in Borsa e a quel punto seguono il corso di tutti gli altri titoli quotati: possono quindi essere comprate e vendute, con la loro quotazione che sale o scende al variare della domanda e dell’offerta2.
1 – Guida alle parole-chiave del mercato azionario
2 – #ABCFinanza: da cosa dipende il prezzo di un’azione?