Tendenzialmente, come abbiamo spesso precisato, tenere troppa liquidità sul conto corrente può essere la scelta percepita emotivamente come la più sicura, tuttavia non è la scelta migliore per chi punta a una pianificazione finanziaria ottimale: i soldi parcheggiati non rendono e sono preda del potere erosivo dell’inflazione.
Esistono, però, situazioni particolari – legate alla professione o alla situazione familiare di alcune tipologie di risparmiatori – in cui c’è effettivamente un’esigenza di liquidità maggiore rispetto alla media. Pensiamo ad esempio ai piccoli imprenditori, ai commercianti e a tutti coloro che, per motivi professionali, hanno bisogno di anticipare una somma cospicua per poter lavorare o acquistare merce da rivendere successivamente. O in generale a chiunque abbia flussi di entrate e uscite irregolari e non sincronizzati.
Non solo: alcune famiglie molto numerose o con un indice patrimoniale consistente possono andare incontro a varie spese impreviste e improvvise, quindi necessitano di un «cuscinetto di emergenza» più consistente.
Una domanda allora sorge spontanea: si può investire una somma di denaro di cui molto probabilmente avremo bisogno? Assolutamente sì: stiamo parlando di un bisogno finanziario che, come tale, si può tranquillamente gestire. In che modo? Investendo in prodotti “liquidi” ossia strumenti facilmente smobilizzabili.
La liquidità… L’ossigeno degli imprenditori
Gli imprenditori e i liberi professionisti italiani sono ciò che rende il nostro paese unico al mondo. Da molti anni, e soprattutto data la crisi che viviamo oggi, il fatturato da essi generato nella maggioranza dei casi non è più sufficiente per far fronte ai costi che un’impresa, anche piccola, deve sostenere per sopravvivere.
Una preziosa liquidità che viene oltretutto erosa a causa dell’insolvenza o del ritardo nei pagamenti della Pubblica Amministrazione: la mala burocrazia costa alle imprese italiane fino a 31 miliardi di euro all’anno.
Secondo i dati Eurostat elaborati dalla Cgia di Mestre, al 31 dicembre 2019 i debiti della PA hanno raggiunto i 49,4 miliardi di euro, con una crescita costante negli ultimi 4 anni: l’Italia resta ancora maglia nera d’Europa con un livello di debito commerciale quasi doppio rispetto alla media dei paesi dell’Area Euro.
Da qui nasce il bisogno di maggiore liquidità dei liberi professionisti e imprenditori italiani, che oltre a pagare i propri dipendenti devono anche avere sempre da parte un gruzzoletto per attivare gli investimenti necessari a mandare avanti «la baracca». La tassazione nel nostro Paese non facilita di certo il lavoro: il carico fiscale per le piccole e medie imprese si attestava nel 2019 al 59,1% dei profitti.
Il contante? Un’esigenza anche per sostenere la famiglia
Il contante oltre alle grandi spese immobiliari o imprenditoriali serve anche per mantenere i figli, anche grandi: negli ultimi anni l’aiuto è infatti diventato più ricorrente, e più quotidiano. La quota maggiore del risparmio dei genitori va proprio a sostenere i figli: in media il 19% del risparmio, ma per le famiglie benestanti la quota sale al 40%.
Ma non sono solo i genitori a dover aiutare i figli: nella fase discendente della vita di una persona sono proprio figli e nipoti spesso a volersi prendere cura dei propri cari: pagare una badante, un’assistenza medica adeguata o una casa di riposo sono spese che pesano sempre più sul bilancio economico delle famiglie italiane.
Inoltre, la nostra età media si sta allungando, la pensione statale si allontana e la rendita diminuisce sempre di più: per questo molti italiani pensano di dover risparmiare per far fronte alle spese impreviste legate all’età avanzata.
Strumenti di liquidità: cosa sono e come funzionano?
Torniamo alla domanda iniziale: si può quindi investire una somma di denaro di cui in realtà abbiamo bisogno? Sì,basta puntare su strumenti cosiddetti “liquidi”, caratterizzati da un basso rapporto rischio/rendimento. Volendo sintetizzare potremmo dire che sono prodotti di liquidità quelli “convertibili in moneta in breve tempo, con un rischio minimo di perdita di valore”. Rientrano in questa asset class tutte le attività finanziarie a reddito fisso a breve termine, con un rischio minimo di perdita di valore (naturalmente anche la moneta contante rientra in queste attività).
I più comuni strumenti di liquidità presenti sul mercato del reddito fisso sono:
- titoli a scadenza massima di 12 mesi (es. BOT);
- fondi ed ETF liquidità e monetari;
- Pronti Contro Termine;
Parallelamente ad un rischio di perdita minimo -proprio perché si vuole proteggere la liquidità- il rendimento potenziale è modesto rispetto a quello di altre attività finanziarie come, per esempio, le azioni.
È pensabile comprare strumenti di liquidità in questo contesto economico?
Con bassa inflazione a livello globale e attese di crescita molto modesta dei tassi di interesse nel futuro, l’investimento nella componente liquidità assume un ruolo importante nell’asset allocation. Una buona strategia, in questo momento, dovrebbe perciò includere titoli più liquidi, con grandi strutture di capitale, in modo da ridurre al minimo la volatilità e garantirsi la possibilità di uscire dall’investimento quando si vuole. Tutto questo, infatti, oltre a permettere di avere sempre il proprio capitale disponibile all’occorrenza aiuta diversificare i rischi del portafoglio e costituisce un “parcheggio” più sicuro ed efficiente per investire i risparmi, in attesa di cogliere nuove opportunità d’investimento in tempi migliori.
La liquidità può essere gestita.
1 – Ipsoa, 2019
Gennaro / Gennaio 28, 2021
Per la gestione della liquidita’ potrebbero essere considerati anche i conti deposito con vincoli max.annuali,e i buoni postali,sempre
svincolabili,anche se ad oggi il tasso d’interesse e’veramente basso
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Bier Dividend / Febbraio 3, 2021
In questo momento Fondi/etf monetari e bot hanno rendimenti negativi. Pct non esistono più. L’unica alternativa sono i conti di deposito.
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